Petrucci, sotto pressione. Ma non troppo
E’ troppo presto per dire che Danilo Petrucci è sotto pressione, perché tre GP non possono essere sufficienti per determinare il futuro di un pilota, ma è chiaro che dopo tre sesti posti Danilo debba cambiare passo. «Sono molto contento di essere in Europa e di ritrovare le sensazioni che ad Austin mi sono un po’ mancate» ammette Petrucci, il primo a essere consapevole di dover fare di più. «Sto facendo meglio del 2018, ma non basta» conferma Danilo con la solita onestà. In ballo c’è il rinnovo del contratto: Petrucci è legato alla Ducati fino a fine 2019, deve guadagnarsi sul campo la riconferma. Le alternative non mancano: c’è Jack Miller, splendido terzo ad Austin; c’è Pecco Bagnaia, che ha due anni di contratto con la Ducati; e, perché no, c’è anche Alvaro Bautista, che sta facendo benissimo con la Ducati Panigale V4 in SBK.
«Per diversi motivi, non c’è nessuna fretta di decidere - assicura il direttore sportivo Paolo Ciabatti - . Sono stati disputati solo tre GP e rispetto all’anno scorso, quando tutti i piloti erano in scadenza, abbiamo più tempo e abbiamo varie opzioni per il futuro. Non ci siamo posti una scadenza e dopo due GP dove abbiamo dovuto un po’ limitare i danni, arrivano circuiti più favorevoli». Ciabatti, giustamente, non entra troppo nel dettaglio, mentre su Petrucci dice: «In Qatar poteva fare un po’ meglio, ma come ha detto lui stesso è caduto nella trappola di Marquez in qualifica, mentre in Argentina e in Texas ha portato a casa un risultato onorevole. Qui nei test invernali ha ottenuto tempi importanti: da qui in avanti, il suo obiettivo deve essere di arrivare nei primi cinque, inserendosi nella lotta per il podio».
BAUTISTA: E’ UN’ALTERNATIVA?
Petrucci sa che ha un po’ di gare per conquistarsi la riconferma, sapendo anche di poter contare sull’appoggio di Andrea Dovizioso: non è un dettaglio secondario, perché in questo momento il team Ducati sembra molto ben equilibrato, con una collaborazione totale tra i due piloti e una serenità che in alcuni frangenti può essere più importante di un podio. Ma è chiaro che non basta. Miller punta senza mezzi termini al posto a fianco di Petrucci: nelle prime tre gare il suo rendimento è stato certamente positivo e in Texas Jack è stato costantemente il pilota Ducati più costante ed efficace, da venerdì a domenica. Per puntare a sostituire Danilo dovrà fare così molto spesso: non è facile. Meno pressante, per il momento, la posizione di Bagnaia, per il quale la Ducati ha già pianificato un periodo di crescita: Pecco è forte, ma non verrà affrettato il suo passaggio al team ufficiale. Piuttosto, Petrucci potrebbe temere Bautista, che sta facendo benissimo in SBK. «Sta facendo un lavoro eccezionale, dimostrando di essere un pilota di altissimo livello, come peraltro aveva dimostrato l’anno scorso in Australia, rimanendo per tanti giri al comando e giocandosi il podio fino agli ultimi giri con una moto he conosceva poco. In MotoGP, probabilmente, non ha mai avuto la situazione giusta per esprimere il suo grande potenziale» dice Ciabatti. E’ però molto difficile che Alvaro possa prendere il posto di Danilo, per almeno due motivi: prima di tutto l’età perché Bautista non è più giovanissimo (35 anni) e avrebbe poco senso formare una squadra nel 2020 con Dovizioso, già sotto contratto, che l’anno prossimo avrà 33 anni e un pilota ancora più vecchio. Il secondo motivo è che la Ducati ci penserà non una, ma dieci volte prima di togliere Bautista dalla SBK: cosa si direbbe della nuova Panigale se non ci fosse stato Alvaro ad ottenere certi risultati?
Per tutto questo, Bautista non sembra un “pericolo” per Petrucci. Danilo, in ogni caso, ha tutto nelle sue mani: si è guadagnato meritatamente il posto nella squadra ufficiale, ha tutto per guadagnarsi anche la riconferma.
Petrucci sta facendo il suo...e anche bene, x essere una seconda guida.