Motomondiale

Pit Beirer: otto o dieci GP in Europa è il mio sogno

- Il direttore sportivo del gruppo KTM mantiene una visione ottimistica, non nasconde il dramma del momento e le sue preoccupazioni, ma ritiene che da luglio l’economia possa ripartire e con quella che il Motosport
Pit Beirer: otto o dieci GP in Europa è il mio sogno

In un’intervista a Speedweek, il direttore sportivo di KTM sembra non lasciarsi prendere dallo sconforto, e per cominciare immagina che si possa correre un campionato di dieci prove. Come del resto aveva già dichiarato alla stampa due settimane fa.

“Quindici giorni fa – ricorda Beirer – una decina di GP sembravano ancora fattibili, recuperando parte del calendario originale. In seguito la situazione è peggiorata in tutto il mondo, ma personalmente voglio ancora crederci, anche se potrebbe sembrare un pio desiderio”

Pit Beirer non è certo uno sprovveduto, dirige un'importante attività sportiva con 75 piloti impegnati dai tre marchi del gruppo Pierer Mobility: KTM, Husqvarna e GasGas. In totale, nel mondo lavorano con Beirer sulle corse circa 430 tecnici.

“Se potessimo organizzare - aggiunge Pit - dieci gare del mondiale MotoGP nelle tre classi, i campionati funzionerebbero ancora, le squadre avrebbero la possibilità di lavorare, daremmo qualcosa di sufficientemente valido agli sponsor e ai nostri fans. E i campioni del mondo sarebbero campioni veri”.

Per raggiungere questo obiettivo, Beirer non si nasconde che servirebbe una certa libertà di spostamento, e al momento non è possibile stimare quando le misure di protezione saranno di nuovo allentate in Europa.

“Anche le nazioni come gli Stati Uniti, l’Argentina, la Thailandia e così via hanno chiuso i loro confini: credo che in questo 2020 sarà possibile correre soltanto in Europa”.

Dieci GP sembrano tanti anche all’intervistatore, e Pit corregge un po’ il tiro e infine ammette.

“Otto o dieci. Sarebbe comunque meglio che non correre affatto. Dobbiamo aspettare l’allentamento dei divieti di viaggiare e l’autorizzazione ad organizzare eventi con gli spettatori. Ci vorrà un po’. L’Europa ha adottato da poco le misure più severe e necessarie, l’incubazione del virus ha un periodo che può arrivare ai 14 giorni, dunque il numero delle persone infette continuerà a salire per un po’ di tempo prima che la tendenza possa cambiare”.

In questa fase, ammette il direttore sportivo tedesco, nessuno osa parlare seriamente e concretamente di MotoGP, i numeri del contagio crescono e la situazione è drammatica. Però Beirer guarda all’esperienza della Cina e vede davanti a noi un periodo critico di otto o dieci settimane.

“Da luglio – confida - mi aspetto una ripresa graduale della normalità, dell’economia e di tutti gli sport, compreso il Motosport. E dovremo essere pronti a ripartire. In Austria sono state prese subito le decisioni giuste, il governo ha messo a disposizione 34 miliardi di euro per garantire il futuro dell’economia e salvare i posti di lavoro per quanto possibile; poi la Baviera ha seguito l’esempio e successivamente lo ha fatto tutta la Germania. Ora dobbiamo impostare la rotta per il periodo successivo: le persone devono uscire di nuovo, specialmente i giovani, perché devono riprendere sia la vita sia il ciclo economico”.

La chiusura dell’intervista è ottimistica.

“Possiamo e dobbiamo prepararci a gareggiare il maggior numero possibile di Gran Premi mondiali nella seconda metà dell'anno”.

  • ghero1
    ghero1, Bergamo (BG)

    indipendentemente dalle buone intenzioni o dalle speranze degli organizzatori o addetti ai lavori,ma in una situazione dove è probabile che si arriverà a decine di migliaia di morti nella sola europa, ma nell'immediato ci sarà almeno qualcuno che si esalterà per un goal o per una vittoria in pista? e probabilmente tutto a porte chiuse? personalmente per me,questo anno passerà senza nessuna gioia ,nemmeno se l'atalanta dovesse vincere qualcosa.sperando che l'anno prossimo ci sia il vaccino e la situazione sia tornata nella normalità
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