MONTMELO’ – Diciassette piloti in pista: di questi tempi, è una notizia, anche se due sono collaudatori tutt’altro che veloci. Ma dopo la brutta caduta di Assen, che lo aveva costretto a saltare il GP per la lussazione posteriore della spalla sinistra, c’è nuovamente Marco Melandri, seppure non al 100%. Più che per la lussazione, però, Melandri soffre per una piccola frattura allo sterno, contuso con la mentoniera del casco nella dinamica della scivolata. Con molta fatica, Marco riesce a guidare: ha messo insieme 23 giri (più o meno in linea con i suoi rivali), facendo segnare il suo miglior tempo al 20esimo passaggio (14esimo a 1”547).

Alla vigilia si diceva che qui ci sono quattro piloti che vanno fortissimo: una teoria confermata dalle prime libere, con Jorge Lorenzo primo, Casey Stoner secondo a 0”153, Dani Pedrosa terzo a 0”372 e Andrea Dovizioso quarto a 0”466. Proprio nel finale, ai quattro si è aggiunto Ben Spies, che dopo essere sempre stato in quindicesima posizione, è risalito fino alla quinta (a 0”595): è vero che l’americano ha sfruttato un treno di gomme morbide, non usate dai suoi rivali, ma la sua rimane un’ottima prestazione, considerando che non aveva mai girato prima a Barcellona.

Il primo giudizio a caldo è che Lorenzo, come alsolito, è già a posto per la gara, Stoner sta ritrovando la velocità di un tempo, rimanendo però più a lungo in pista rispetto al passato, Pedrosa sarà un brutto cliente, considerando che al venerdì non va mai troppo forte, mentre a Dovizioso manca qualcosa per potersela giocare con gli altri tre.

Ottimo sesto Aleiz Espargaro: il ragazzino spagnolo è in crescita costante e bisogna dare atto alla Pramac e al suo proprietario Paolo Campinoti di aver azzeccato una scelta che per certi versi sembrava azzardata. Come dire: forse, di bravi piloti giovani in giro ce ne sono, bisogna però dargli la possibilità di esprimersi.

In Suzuki, perlomeno dalla parte di Loris Capirossi, si è ripartiti dal telaio e dal forcellone dell’anno scorso, alla ricerca di una competitività difficile da trovare. Loris ha chiuso all’undicesimo posto, staccato di 1”3, proprio alle spalle di Marco Simoncelli, che qui ha ricevuto dalla HRc un nuovo telaio, molto simile a quello utilizzato da Dovizioso fino al GP di Gran Bretagna, rinforzato con fazzoletti di carbonio nella parte inferiore.

La sfida tra i collaudatori è stata vinta da Kousuke Akiyoshi, sostituto di Aoyama sulla Honda, con Wataru Yoshikawa ultimo a 4”7: la faccia di Jeremy Burgess, quando il sostituto di Rossi tornava ai box e spiegava i suoi problemi, la diceva lunga sullo stato d’animo del tecnico australiano più titolato del mondiale!