Rossi: "Che botta! Ma sto bene"
MOTEGI – La quiete prima della tempesta: a Motegi c’è il sole, fa perfino caldo, ma tra domenica pomeriggio e lunedì mattina è annunciato un altro tifone, molto più forte di quello che ha colpito Suzuka la scorsa settimana in occasione del GP di F.1. Speriamo che il meteo si sbagli, che tutto si possa svolgere regolarmente, che non si ripeta quanto accaduto nel 2013, con prove annullate e rivoluzionate a causa della nebbia, che impediva all’elicottero di soccorso di decollare e atterrare. Intanto, ecco cosa è emerso alla vigilia del 15esimo appuntamento iridato.
MARQUEZ: "LA HONDA VUOLE IL TITOLO"
Si parte da Marc Marquez, naturalmente: qui siamo in Casa della Honda, ma la HRC non trionfa a Motegi dal 2011. Uno smacco da cancellare immediatamente, con la possibilità di conquistare anche il titolo: semplificando al massimo le varie combinazioni, Marquez vince il mondiale se arriva primo o se arriva davanti a Pedrosa e Rossi.
«E’ chiaro che la Honda vorrebbe che vincessi qui – conferma il fenomeno spagnolo -, ma non sento la pressione, non sono più nervoso del solito: a me interessa il titolo, non dove e quando lo conquisterò. Per quanto mi riguarda, cercherò di affrontare questo primo “match ball” come se fosse un GP normale, cercando, come sempre, di vincere, senza però esagerare come ho fatto negli ultimi GP. Rivedendo la gara di Aragon in televisione, mi sono reso conto di aver fatto un errore veramente stupido: in caso di flag to flag sicuramente mi comporterò diversamente».
ROSSI: "CHE BOTTA! MA STO BENE"
Al suo fianco, Valentino Rossi ha recuperato perfettamente dal trauma cranico di Aragon, dove nella caduta ha picchiato violentemente anche l’indice della mano destra, infortunato prima del precedente GP al Ranch. «E’ rotto nell’ultima falange, si è staccato un pezzetino di osso, ma non è da operare. Vediamo cosa dobbiamo fare per guidare: la soluzione sarebbe fare come Stoner che frenava solo con il medio, mentre io uso solitamente l’indice, il medio e l’anulare. Ci proverò, ma è difficilissimo cambiare un automatismo che ho da quando ho iniziato a correre».
Valentino ripercorre la dinamica dell’incidente. «Stavo spingendo forte, avevo raggiunto Pedrosa, che però mi ha “ingannato” alla curva sette: abbiamo riguardato i dati, io ho staccato come al giro precedente e dalla vista dall’alto si capisce bene che io e Lorenzo entriamo in curva un po’ più forte, mentre Pedrosa frena di più. Me lo sono trovato nel mezzo, ho dovuto allargare: ho cercato di rimanere in pista, ma quando ho raddrizzato ho preso il primo pezzo di erba sintetica e sono subito volato via. E’ comunque un mio errore, perché quello dietro deve stare attento a cosa fa quello davanti. Mi ricordo tutto, ma nel finale della scivolata la moto mi ha dato una piccola botta sulla testa: è stato il colpo del KO, ho fatto una dormitina. Ma non mi sono fatto nulla: rimane il rammarico di una caduta, perché domenica ero veramente molto veloce».
ERBA SINTETICA
A proposito di erba sintetica, i piloti sono concordi nel dire che: «andrebbe eliminata, soprattutto quando è nella zona dell’entrata in curva, mentre all’esterno sarebbe meglio che non ci fosse, ma bisogna comunque porre un limite». Insomma, non c’è soluzione.
FLAG TO FLAG
E si è parlato anche di “Flag to Flag”, soluzione considerata all’unanimità davvero pericolosa: «guidare con le slick sul bagnato è rischiosissimo» concordano i protagonisti, che però ammettono anche che è la soluzione migliore (o la meno peggio) se si vuole che la gara finisca senza interruzione. Domani, comunque, se ne parlerà durante la tradizionale “Safety Commision”.
DUCATISTI PIMPANTI
Tornando al GP del Giappone, va segnalato l’ottimismo in casa Ducati. «Qui sono sempre andato forte con qualsiasi moto: ancora non siamo a livello di Honda e Yamaha, ma siamo veramente vicino e si può anche pensare al podio» dice sorridente Andrea Dovizioso. Gli fa eco Andrea Iannone, che anche qui avrà a disposizione la GP14.2, distrutta ad Aragon, ma sistemata dai suoi meccanici. «Il podio? Sarebbe ora!».
SOLIDARIETA’ A JULES BIANCHI
Si è parlato naturalmente anche di quanto successo domenica scorsa a Suzuka (Rossi: «una pista che amo, una delle più belle in assoluto, ma, purtroppo, anche troppo pericolosa») a Jules Bianchi, in fin di vita, dopo essere finito con la sua Marussia contro una gru: tutti i piloti dalla Moto3 alla MotoGP hanno espresso solidarietà al pilota francese.
Katana
convicerà
Ne dubito !