Valentino, Luca, la Mamma
Stefania Palma, la mamma di Valentino Rossi, tra una settimana avrà non uno, ma entrambi i figli in pista nel campionato mondiale. Vale in MotoGP con la Yamaha, Luca Marini in Moto2 con la Kalex del team Forward. Proprio come un’altra madre, la signora Màrquez. Qui però c’è una grande differenza di età e di esperienza tra i due ragazzi, Luca è nato nell’agosto del ’97, quando Valentino vinceva il primo dei suoi nove titoli mondiali, in 125 con l’Aprilia. E anche se il diciottenne non è affatto uno sprovveduto, perché ha chiuso il CEV 2015 al quinto posto ed è parte integrante del VR46 Riders Academy, si capisce che questo è un passaggio cruciale. Luca avrà i riflettori puntati addosso, Valentino sarà emotivamente coinvolto, Stefania Palma tenta di mantenere la calma mentre si prepara al volo per il Qatar. Ed ha accettato di aprirsi con noi.
Due figli nel mondiale. Per cominciare, che effetto fa?
«Adesso…- sospira Stefania- l’ansia un po’ comincia a salire. Ho accompagnato poco fa Luca all’aeroporto… Io vivo questa cosa con tranquillità, però, comunque sia, i giorni vicini alla gara sono sempre molto impegnativi. Se andrò in Qatar? Ci andrò, sì,lo abbiamo deciso ieri. Loro non hanno bisogno di me (ride…), ma sono io che ho bisogno di loro…».
Cambierai le tue abitudini? Quest’anno andrai più spesso sui circuiti?
«No, no. Qualche gara mi piace andarla a vedere, perché dal vivo le sensazioni sono migliori che in tivù. Le due gare in Italia, forse la Francia, Jerez, adesso vedrò, qualcun'altra la faccio. Ma non tante, perché è impegnativo essere al circuito: a casa hai da fare e ti distrai, il tempo passa meglio, lì invece…».
Luca ha cominciato bene nei primi test di Moto2. Ma avrà tutti gli occhi addosso. Che tipo è? Sente la pressione?
«Tutti sentono la pressione, ma queste sono decisioni prese da lui e penso e spero che ne abbia coscienza. E’ stato lui l’artefice di tutta questa voglia di fare le corse. Io penso che l’esperienza della prima volta l’abbia maturato, abbia capito cosa bisogna fare e cosa può capitare…».
E Valentino? Stagione particolare, la sua, dopo il finale del 2015… Tu lo vedi diverso?
«No,no, penso che sia sempre uguale. Secondo me dell’episodio si è visto e si è detto di tutto e di più, ma bisogna focalizzare che fortunatamente un altro mondiale sta cominciando. E bisogna lavorare su quello. Se no perdi l’obiettivo, che è quello di far bene, o comunque il meglio che uno può».
A proposito di Màrquez, tu hai avuto recentemente parole di stima per Marc. Valentino come l’ha presa, ti ha detto qualcosa?
«Lui è concentratissimo sulla nuova stagione. Direi che tutto quello che è successo nel 2015 va in archivio, sono esperienze che fanno crescere. Un pilota deve correre e concentrarsi, la moto non sempre è un’amica, qualche volta tradisce. Come ha preso la mia uscita? "Hai detto delle cose giuste", mi ha confidato. Poi io sono la mamma e devo ragionare in modo diverso, da mamma…».
Hai letto che Marc vorrebbe incontrarti? E tu saresti disponibile?
«Forse lui pensava che non fosse vero, che io non avessi detto quelle cose; ma io semmai posso incontrare la mamma di Màrquez, il pilota no. Tra mamme è diverso e sua mamma la vedo volentieri, dato che anche lei ha due figli in moto, anche lei il secondo in Moto2. E ci potremmo scambiare delle belle emozioni. Sicuramente».
Ci racconti dell’inizio delle due carriere? Per Valentino è stato un gioco, Graziano, il kart, le minimoto, tutto è venuto fuori naturale. Luca ha un’altra storia. Come è andata con lui?
«Sì, Valentino e Rossi (così Stefania chiama Graziano, n.d.r.) hanno condiviso la passione per la moto, la velocità, la tecnologia, e tutto questo ha portato Valentino dove è arrivato. Luca aveva sette anni e in agosto c’era l’europeo in Olanda, e siamo partiti perché voleva andare. Faceva la minimoto, ma non ha mai detto chiaramente voglio correre. Lui non si esalta, è misurato, arriva alle cose lavorando piano piano. E’ stato tutto diverso da Valentino, Luca ha portato avanti questo suo sogno con tranquillità. Un altro carattere, si fa scoprire poco alla volta. Ma più dei caratteri sono diversi soprattutto i tempi. Se penso ai quattordici anni di Vale, le scorribande, il paese, gli amici, niente casco… Adesso tutto è cambiato, il traffico è aumentato, tante regole da rispettare, tutto è molto più difficile».
Cosa hanno comune i due ragazzi, oltre alla mamma?
«Sono dei gran mangiatori di pasta. E poi sì, sono molto legati alla mamma, però con la loro libertà».
E Valentino? Quando la stampa parla di un suo possibile matrimonio tu cosa pensi?
«Penso che si sposerà quando avrà smesso di correre; l’ho detto e rimango di quest’idea. Perché il passo è impegnativo, è importante, bisogna pensarci bene. E’ necessario essere pronti, sì, lo devi sentire dal cuore…».
Sei un po’ speciale, hai avuto vicino tre ottimi piloti…
«Ci pensavo che me l’avresti chiesto… C’è una cosa che mi ricordo del mondiale di Rossi (Graziano n.d.r.), e sono tanti anni fa: alla fine della gara dovevamo aspettare per i premi, o qualcosa del genere, e i piloti parlavano tra loro, si scambiavano idee, c’era ancora nell’aria l’emozione della gara ed era una cosa che li univa di più. Ho sempre pensato che era una cosa bella. Noi si partiva con il Ford Transit e la roulotte ed era un’avventura, non sapevi neanche bene a cosa andavi incontro. Invece adesso con la tivù e le gare vecchie che puoi andare a vedere ti fai una bella cultura, sei molto più preparato di allora. L’emozione c’è sempre, secondo me: perché c’è la velocità, ci sono decisioni da prendere in un millesimo di secondo. E la tecnologia ti aiuta, certo, ma devi essere molto concentrato».
Mi dici le differenze tra i tre?
«Con Rossi ero una ragazzina: la parola è avventura. Con Vale è stato scoprire come un piccolino che vedi in fasce poi cresce giorno dopo giorno e diventa grande come uomo e come sportivo. Valentino è la scoperta. Con Luca è sempre una meraviglia, una cosa che non mi aspettavo. Se con Vale è stata una cosa molto naturale, con Luca ancora mi meraviglio che abbia fatto una scelta del genere. Luca è la sorpresa».
Che anno sarà?
«Sarà un anno impegnativo. Ma molto più per me che per loro. Non sarà una cosa semplice per Luca, ma penso che sia pronto. La gara di Misano è stata un’esperienza non compresa, invece poi ha fatto il suo percorso, si è preparato bene. Non è un salto nel buio, lui capisce, sa di cosa c’è bisogno per correre nel mondiale. E’ un’operazione chirurgica… non un’improvvisazione».
Come chiudiamo questa intervista?
«Volevo solo dire che parlo, ho parlato anche troppo. Di solito preferisco stare ad osservare, e dare consigli solo quando me li chiedono. Preferisco quel ruolo e ogni intervista mi agita».
Come era Graziano Rossi da giovane lo vedevano tutti anche i polli o meglio la gallina Cristina, e non è che con l'età sia migliorato molto...
Questo per me è il mistero più grande della famiglia Rossi.