intervista

Barnabò (Barni Racing): “Lanciare giovani piloti è la nostra missione”

- "Se il regolamento ci consentirà di poter puntare alle prime posizioni - spiega Barnabò - allora potremmo anche pensare di correre nella Evo"
Barnabò (Barni Racing): “Lanciare giovani piloti è la nostra missione”


Marcò Barnabò è il fondatore e il General Manager del Barni Racing Team, una squadra che da alcuni anni lotta per vincere, sia nel campionato italiano Superbike che nella Superstock 1000 europea. Un team italiano che ha sempre corso con moto Ducati e lanciato giovani piloti italiani. Nonostante il difficile momento della nostra economia Barnabò vuole continuare a competere ad alto livello e fa un pensierino anche alla nuova classe Stock Evo.


Com’è nato il Barni Racing Team ?
«Il mio team è nato nel 1995 e si è sempre chiamato con il mio nome. Inizialmente abbiamo fatto il mondiale Endurance ed abbiamo sempre corso con Ducati, utilizzando tutte le moto di Borgo Panigale. Dalla 748 sino all’attuale Panigale. Il salto di qualità lo abbiamo fatto quando abbiamo ingaggiato piloti di valore, che ci hanno permesso di vincere e quindi di metterci in luce».


Qual è stato il vostro primo pilota vincente?
«Abbiamo fatto correre Luca Conforti nel 2009 e l’anno successivo con Alessandro Polita abbiamo vinto il titolo Italiano Superbike. Nella Superstock 1000 FIM Cup abbiamo debuttato solo tre anni fa con Danilo Petrucci. Inizialmente volevamo farlo correre solo nel campionato italiano, ma poi lui ci convinse che avremmo potuto essere molto competitivi anche nella Superstock 1000 Europea e allora abbiamo fatto il grande passo. Nel nostro primo anno nella Superstock 1000 FIM Cup siamo arrivati secondi, dietro a Giugliano ed al team Althea. In questi tre anni abbiamo sempre ottenuto il secondo posto, con Petrucci nel 2011, con La Marra nel 2012 e anche quest’anno siamo arrivati secondi con Canepa».


Avete incontrato delle difficoltà a competere ad alti livelli in due campionati?
«Abbiamo iniziato la nostra avventura nell’Europeo perché pensavamo di poter essere competitivi, ma non abbiamo voluto abbandonare il CIV che ci ha lanciato. Però non è facile competere ai massimi livelli in questi due campionati, sia per quanto riguarda l’aspetto economico che per quanto riguarda l’impegno, visto che nel corso della stagione siamo impegnati praticamente tutti i weekend. Disputiamo una trentina di gare all’anno e quando non siamo in pista siamo in officina a preparare le moto. Una grande mole di lavoro che ci lascia poco tempo, per noi e per le nostre famiglie».


E per il prossimo anno? Pensate di passare alla nuova classe SBK Evo?
«Stiamo valutando soprattutto l’impegno economico, perché un conto è correre un italiano o un europeo ed un altro conto è fare un mondiale. Inoltre a mio parere il regolamento della Evo non è quello giusto. Si sarebbe dovuto fare come nell’italiano e cioè moto Stock con gomme slick. Niente altro. Il regolamento attuale, che non è ancora definitivo, non accontenta nessuno. Ne i privati e nemmeno le case, i cui team ufficiali con l’avvento della Evo sono destinati a sparire. Comunque staremo a vedere quale sarà il regolamento definitivo. Se ci consentirà di essere competitivi e di poter puntare alle prime posizioni allora potremmo anche pensare di correre nella Evo, in caso contrario resteremo dove siamo».

Eddi LaMarra
Eddi LaMarra


Magari con Eddi La Marra?
«Ci sentiamo spesso con Eddi e parla sempre più spesso di tornare a correre. E’ un buon segnale, vuol dire che sta meglio. Speriamo di riaverlo presto con noi».


Continuerete a lanciare piloti giovani?
«E’ la nostra missione. Lo abbiamo sempre fatto e vogliamo continuare su questa strada. Stiamo monitorando molti dei giovani promettenti che quest’anno sono emersi nel CIV. Nelle ultime due gare della Stock abbiamo fatto correre Kevin Calia che ha solo 19 anni, ma per il prossimo anno dobbiamo ancora vedere quali saranno i nostri piloti. Abbiamo raggiunto un accordo con Mercado che pensiamo abbia un grosso potenziale e il nostro secondo pilota sarà Ondrej Jezek che conosce già la Panigale ed è andato molto forte nei test che abbiamo svolto a Jerez poche settimane fa.».


Resterete ancora con Ducati? Con la Panigale?
«Per quanto mi riguarda la Panigale è una moto vincente. Nella Stock ha dimostrato di essere molto competitiva, tanto che abbiamo vinto il titolo italiano Superbike ed abbiamo lottato sino alla fine per l’Europeo Stock 1000. Vedo che non riesce ad emergere nel mondiale Superbike, ma ritengo che questo sia dovuto al fatto che le altre moto sono ormai molto lontane dalla produzione di serie, mentre la Panigale è una vera Superbike, cioè derivata dalla serie. Se fossero tutte vere Superbike le cose andrebbero diversamente. Posso comunque smentire chi ritiene che la Panigale sia un progetto nato male, perché in Stock con la 1199 stiamo girando costantemente più forte rispetto a quanto avevamo fatto con la 1198 con un pilota come Petrucci. Se in Superbike ritorneranno a correre le moto derivate dalla serie e non più i prototipi, allora vedrete che la Panigale sarà competitiva anche in quella categoria».

  • Andrea 'Artù' Artusi
    Andrea 'Artù' Artusi, Dolo (VE)

    Mi inserisco nella discussione...

    ...per dire la mia.

    Questa storia che le SBK sono tutte dei prototipi secondo le mie informazioni è vera fino a un certo punto. L'RSV4 ufficiale ad esempio usa i telai scartati dalla linea per imperfezioni superficiali di tipo estetico senza apportare nessuna modifica. Altri invece sono molto 'lavorati' sugli spessori per renderli più elastici e compensare le vibrazioni create dalle carcasse rigide e dall'aderenza delle gomme sempre maggiori. La ciclistica deve fare da ammortizzatore visto che le sospensioni a centro curva non hanno escursione su cui lavorare.

    Altra faccenda sono i motori, che non avendo limitazioni di uso vengono sostituiti con molta frequenza e quindi spesso spinti oltremodo come testimoniato da alcune rotture ad esempio di Kawasaki quest'anno. Il vantaggio dei quattro cilindri è cresciuto negli ultimi anni perché l'elettronica ha via via tolto il plus in termini di minor consumo delle gomme e di trazione che il bicilindrico Ducati (che è una specie di 'big-bang' naturale) aveva quando i controlli di trazione erano meno evoluti e le sospensioni non ancora a controllo elettronico.

    In definitiva la mia impressione è che moto già molto orientate alla SBK come Aprilia e Ducati abbiano bisogno di minori interventi per andare forte, ma accontentino meno l'utente amatore perché sono già di serie molto professionali e difficili da portare. Mentre proposte più vicine ai gusti del pubblico quando devono essere spinte al limite (che è quello dell'SBK e non della STK) fatichino un po' di più, come storicamente è stato per BMW e anche per Honda e Suzuki.
  • Tabbe75_1
    Tabbe75_1, Bologna (BO)

    il lavoro di Barni sicuramente è d apprezzare ma..

    il lavoro svolto dal team barni con la pinigale , e sulla panigale è da apprezzare sotto ogni punto di vista, ed i risultati gli danno ragione .
    Pero che il progetto panigale sia nato bene questo non lo direi , direi che è una moto perfetta per la stock, come la bmw , ma non eccellente per la superbike dove per vincere serve un mezzo performante sotto tutti i punti di vista.
    E la panigale conti alla mano non lo è! ce poco da dire i risultati delle varie categorie parlano da soli... o no?
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