Panigale Streetfighter: è nei programmi Ducati?
Questa 1199S Fighter, allestita dallo specialista tedesco in Ducati Hertrampf (è il centro assistenza autorizzato Desmosedici RR per la Germania) non sarà esattamente consona ai canoni estetici di noi latini, viste le linee di un cupolino che sembra appena uscito dal Fighterama, ma alla voce “pregi” le va sicuramente ascritta la dimostrazione di come la soluzione tecnica del motore portante, pur togliendo una componente di grande valore estetico come il telaio, non abbia problemi a supportare modelli diversi da una ipersportiva.
A suo tempo, Ducati aveva smentito quasi tutte le ipotesi in merito ad un possibile riutilizzo del propulsore Superquadro – nato per avere funzioni portanti, e quindi inutilmente pesante nel caso di impiego con un telaio convenzionale – su soluzioni diverse da quelle di una supersportiva. Osservando però il passato della Casa di Borgo Panigale è facile rendersi conto come molto raramente un propulsore sia rimasto confinato ad un singolo modello (ci viene in mente il solo tre valvole della serie ST) e come altrettanto raramente in Ducati si siano sbottonati in indicazioni sulla propria produzione futura.
Il normale gioco delle parti, quindi, non esclude un futuro diverso da quello della ipersportiva per il propulsore Superquadro: così come il Testastretta Evoluzione è stato evoluto (scusate il gioco di parole...) rivisto nella fasatura e in diverse soluzioni per adattarlo a diversi impieghi e pervadere ormai completamente il catalogo Ducati (non esiste linea in tutta la gamma di Borgo Panigale che non abbia una versione spinta dal TSE, se si esclude appunto la Superbike che ha appena mandato fuori produzione la 848) per sfruttarne i vantaggi rispetto alle unità propulsive precedenti.
E’ quindi abbastanza difficile immaginarsi che Ducati, tradizionalmente concentrata sulla leggerezza delle sue moto – e ancora di più dopo l’acquisizione da parte di Audi – possa rinunciare a cuor leggero ai benefici offerti dall’architettura della Panigale declinati su altri modelli. E se è difficile che la Multistrada come la conosciamo possa adottare tout court uno schema a motore portante e monoscocca, poco adatto alle sollecitazioni di un impiego fuoristradistico anche all’acqua di rose, non si capisce quali pregiudiziali possano esserci relativamente ad un mezzo come Diavel, Hypermotard (in futuro) ma soprattutto Streetfighter.
E’ vero, l’arrivo della nuova Monster 1200 getta più di un’ombra sul futuro della Streetfighter, ma non riusciamo a non pensare come già in passato Streetfighter e Monster, anche in declinazione S4R, facessero in realtà due mestieri diversi. La stessa definizione di Streetfighter – ovvero di una supersportiva spogliata dalle carenatura, ma con postura in sella ed ambizioni che restano nel dominio della supersportiva – è ben diversa da quella della naked, a cui si richiedono più versatilità ed efficacia sul misto stretto, nell’uso cittadino e anche in quello disimpegnato.
Resta l’idea che non sia saggio offrire due moto afferenti a due segmenti talmente vicini da rischiare una cannibalizzazione delle vendite, ma anche se in un contesto industriale diverso (divenuto però molto più simile dalla già citata acquisizione Audi ad oggi) uno dei segreti del successo di BMW, assieme a Ducati una delle poche aziende a far registrare una crescita vera, è stato identificato per bocca del suo AD Stephen Schaller come la capacità di aggredire e sfruttare ogni singola nicchia di mercato. Una nuova Streetfighter Ducati impedirebbe che l’appassionato del marchio bolognese, cercando un’alternativa più estrema alla Monster 1200, si indirizzi su… schemi motoristici alternativi, magari - tanto per restare in Europa - a quattro cilindri a V o in linea.
E’ sicuramente presto – la Monster 1200 non è ancora fra noi – per cercare di decifrare le future tendenze Ducati. Ma fare ipotesi non è vietato a nessuno. Scommettiamo che vedremo il Superquadro su altri modelli della gamma?
carina ma...
MA LASCIATELA