Pirelli Diablo Supercorsa SC2
Qualunque appassionato di motociclismo, sportivo o turistico che sia, sa bene quanto “pesi” una gomma nel comportamento dinamico di una moto. La scelta di un pneumatico invece di un altro può influenzare in maniera significativa le caratteristiche di maneggevolezza, stabilità, e in generale di comportamento – anche in accelerazione e in frenata, evidentemente – della moto.
Tutte considerazioni validissime se si parla di offerte di diverse case nello stesso segmento, che diventano comprensibilmente verità assolute se ci si sposta addirittura fra segmenti prestazionalmente diversi, come avviene nel caso di pneumatici sportivi stradali contro quelli più specialistici – “in mescola”, come si usa dire non del tutto correttamente – nell’uso in circuito. Una situazione che emerge tutte le volte in cui si propone una comparativa di modelli supersportivi, in cui le diverse Case compiono scelte piuttosto divergenti in termini di primo equipaggiamento, con una tendenza delle europee a montare pneumatici molto performanti, e delle giapponesi a proporre invece soluzioni più equilibrate ed aperte all’uso stradale.
Abbiamo quindi azzerato questa differenza utilizzando nella nostra comparativa dedicata alle supersportive 2017 le Pirelli Diablo Supercorsa SC, nello specifico usando la mescola SC2, la più adatta ad un impiego come il nostro. Abbastanza dotate in termini di grip da assecondarci al meglio nella nostra prova, ma allo stesso tempo sufficientemente stabili nelle prestazioni da tollerare ripetuti cicli termici senza degradi sensibili. Abbiamo naturalmente utilizzato termocoperte per limitare gli stress termici derivanti dai cicli di cui sopra, e controllato scrupolosamente le pressioni arrivando ad isolare in 2,2 ed 1,7 bar, rispettivamente all'anteriore e al posteriore, la soluzione migliore per le condizioni di asfalto (molto abrasivo quello del Paul Ricard) e temperatura.
Il Diablo Supercorsa SC è nato nel 2007 ed è stato rivisto con la versione V2 (come viene denominata internamente a Pirelli) nel 2012, cambiando il disegno della scolpitura con il pattern che vedete adesso ed aumentando le misure reali che, come succede spesso soprattutto nel segmento delle coperture supersportive, sono superiori a quelle nominali per offrire maggiori doti di grip e maneggevolezza. Ma non pensate che una Supercorsa SC 2017 sia la stessa gomma del 2012. Come ci ha spiegato Alessandro Abate durante la nostra comparativa, a differenza di quello che avviene con le coperture sportive stradali e sport-touring, le Supercorsa SC vengono evolute anno dopo anno in termini di mescole e strutture interne sulla base delle esperienze maturate nella stagione precedente nel Mondiale Stock tanto che il livello di grip offerto dalle “nostre” SC2 è grossomodo quello che caratterizzava la più performante mescola SC1 di tre/quattro stagioni fa.
Per quello che ci riguarda, a parte i riferimenti cronometrici di assoluta eccellenza, abbiamo riscontrato quei pregi che da diverse stagioni fanno apprezzare le Supercorsa da tantissimi piloti. Parliamo di doti di grip e rotondità di inserimento che offrono grande confidenza al pilota, ma anche di una neutralità nel profilo che permette di montarle senza dover impazzire nel lavoro sull’assetto per farle rendere ad un livello d’eccellenza. E per la cronaca, i treni che abbiamo utilizzato nel corso del nostro test hanno percorso un minimo di 120 chilometri con un naturale degrado prestazionale che si è comunque rivelato contenuto e graduale.
Il feeling e la confidenza che offrono fin dalle prime curve è cosa nota. La cosa che davvero impressiona favorevolmente è il loro non modificare assolutamente il comportamento della moto, non obbligandoti ad intervenire sulla cicilistica.
Importante controllare bene le pressioni, sulla posteriore si deve stare davvero bassi per far si che a caldo la pressione sia quella consigliata dalla casa, altrimenti le rovini abbastanza facilmente (il battistrada è veramente poco paragonato a dunlop o altre concorrenti)
Tutto questo grip si paga...il consumo in pista è elevato. Con una moto come la mia (90cv) in una pista come vallelunga ci si fanno due giornate tranquillamente...per la terza invece è quasi una scommessa.
Diciamo che per stare tranquilli è ottimale fare 4 giornate con 1 anteriore e due posteriori (parlo di temperature estive, quindi calde, ma non penso che col fresco cambi molto).
Immagino però che con una moto da 200cv le cose cambino radicalmente. Un amico con una RSV4 mi dice che con un posteriore ci fa tra i 4 e i 5 turni, quind in definitiva una giornata scarsa...sempre vallelunga)....un pò pochino forse.