CIV, Women's European Cup. “Sono Ilayda Yagmur Yilmaz e vengo dalla Turchia”
Negli anni ho avuto modo di leggere ed ascoltare molte dichiarazioni di piloti. La maggior parte di loro non dice cose interessanti, anche perché nel motociclismo attuale i piloti sono limitati dal non potersi esprimere in senso negativo circa la propria moto, le gomme, il team né tantomeno gli sponsor. Limitati dal politically correct le loro dichiarazioni sono spesso scontate e come dico in tono scherzoso: potrei scrivere già adesso le dichiarazione che alcuni piloti rilasceranno dopo la loro prossima gara.
Quando pochi giorni fa ho ricevuto il comunicato stampa del team Trasimeno ho letto il testo iniziale, ed avrei probabilmente saltato a piè pari il commento dei piloti se tra loro non ci fosse stata una ragazza turca. Da alcuni anni a questa parte quello che (motociclisticamente parlando) arriva dalla Turchia è certamente degno di attenzione e lo è stato anche in questo caso.
Il team Trasimeno, squadra umbra che in passato ha lanciato piloti del calibro di Danilo Petrucci, Alex Polita, Maxime Berger, Niccolò Canepa, Jeremy Guarnoni, Marco Bussolotti, Luca Bernardi, ed altri ancora, ha conquistato le prime due edizioni della European Women’s Cup con la talentuosa spagnola Beatriz Neila Santos.
Nella stagione che inizierà al Misano World Circuit il primo weekend di aprile, il Team Trasimeno schiererà tre pilote sulle proprie Yamaha R3. A far compagnia alla Santos ci saranno la fiorentina Sara Cabrini e la prima pilota turca professionista: İlayda Yağmur Yilmaz, che aveva debuttato nell’Europeo femminile lo scorso anno disputando le gare del Mugello e di Misano, compresa quella in notturna.
La sua dichiarazione è scritta in modo poco convenzionale, così come poco convenzionali sono i contenuti.
“Sono İlayda Yağmur Yilmaz e vengo dalla Turchia. Questa stagione sarà per me la seconda nella European Women’s Cup. Sono ovviamente molto emozionata per la mia nuova avventura. Lo scorso anno è stato tutto nuovo per me, le piste, l'ambiente, mentre per quest’anno il mio obiettivo è quello di finire la stagione meglio di quanto io abbia fatto nel 2021. Questo come pilota, mentre come donna il discorso è diverso. In pista siamo tutti in competizione durante le gare e rappresentiamo paesi e nazionalità diverse, ma oggi c’è una guerra in corso nel mondo, una guerra che in realtà è iniziata prima che io nascessi. Spero e mi auguro solo che la sportività ed il fairplay dei piloti e di tutti gli sportivi in genere possano essere di buon esempio per tutti, in modo che questa guerra possa finire presto. La lotta e la voglia di prevalere devono esistere solo in una competizione sportiva, non nella vita reale, ne tantomeno coinvolgere i bambini”.
Parole secche e dirette, che mi hanno molto colpito ed hanno mandato in frantumi quel muro che sino ad ora aveva separato lo sport dalla vita reale, da quello che sta succedendo nel mondo. Sensibile ma concerta, Ilayda non può non citare una guerra che forse in Europa qualcuno può anche far finta di non vedere, ma che in Turchia crea senza dubbio timori e preoccupazioni. Per la pilota turca l’Ucraina è vicina, sull’altra sponda del Mar Nero. I valori dello sport, agonismo e fairplay, siano da esempio per far terminare la guerra e la sofferenza dei bambini. Grazie Ilayda per averci ricordato che siamo uomini prima ancora che sportivi.