Africa Eco Race 22. Cosa aspettarsi? L’Idillio delle Atmosfere Africane. E non solo
Monte Carlo, 15 Ottobre. L’attesa diventa impazienza. È una caratteristica micidiale dei grandi eventi. In Africa l’attesa va rispettata, perché saprà sempre ripagarti in modo speciale. Quindi siamo pazienti. Monte Carlo è il luogo dove si rompe lo stillicidio, dove finalmente tutto ha un inizio… concreto. Due giorni di verifiche nella quieta accoglienza di Mentone hanno sortito l’effetto di alzare enormemente la pressione, ma finalmente il manometro scende, man mano che le Moto, le Auto e i Camion della 14ma edizione di Africa Eco Race scendono dal palco del Principato. Monaco non è nuova a questa geniale e spettacolare cerimonia di “mossa” del Rally, si vede che anche il piccolo Principato, e in particolare il suo Principe Alberto, hanno apprezzato. Jean-Louis e Anthony Schlesser, René Metge e l’intera carovana sono grati al questo scorcio di incredibile Costa Azzurra da cui tutto inizia. Inizia Africa Eco Race numero 14 della serie.
Non è cosa da poco. Quando mai si vede partire un evento sportivo da un centro così densamente lustro di nababbi e VIP? Sempre meno e Monte-Carlo, che pure è un tempio dei motori, non fa eccezione. O meglio, l’eccezione la fa quando si tratta della Gara di Jean-Louis Schlesser, quell’Africa Eco Race che combatte da tre lustri la battaglia dell’origine, che riporta in terra d’Africa l’avventura che ha dato il via a questa corrente di tremenda passione. Monte-Carlo vuol dire che rispetto e amicizia sono fortissimi. Tra gli amici che si rispettano, il Principe e J-L, ma rispetto è soprattutto quello che lega l’Organizzatore e i Concorrenti.
I due giorni delle verifiche di Mentone sono passati sereni, grande ambiance preliminare. Buongiorno, grazie! Sì, in italiano oltre che in francese e in inglese, perché questo è un Rally in cui si parlerà molto italiano, in tutti i sensi. Per ora siamo la compagine più numerosa, più avanti si parlerà di classifiche e di vittorie. C’è tempo, nessuno si mette fretta perché c’è da godersi a pieno questa partenza formidabile. La Costa Azzurra parla la lingua del Rally, il giornalaio ci invidia perché andremo fino a Dakar, ma ci dà il numero di telefono del fratello tante volte avessimo bisogno. Al paddock preliminare è la stessa cosa: tutti fratelli. Ti serve un centimetro di nastro isolante, ti ci avvolgono, ho fame e si banchetta sotto ogni tenda, non importa la Marca sulla maglietta. In Costa Azzurra si vede che il sole, eterno, scalda anche le buone qualità. No, o sì. Comunque è Africa Eco Race che scalda i cuori.
C’è un Ténéré che riposta agli originali degli 80, c’è un autobus di briganti toscani che si chiama TesoroBus e diventerà scuola e cinema paradiso per i bambini della brousse in Senegal, c’è il Fotografo geniale che te la racconta meglio che mille parole, c’è un’unica donna, la Gasperi, che è diventata la principessa del Rally (magari lo era già), e a proposito c’è quel brigante di Agazzi che ci ha fatto vedere in anteprima la sua Rally Replica fatta con l’amico e genio Frascoli e che è-bella-da-impazzire, c’è la Squadra di Botturi e Tarres della nuova era. Vuoi vedere che Yamaha ci ha visto più lungo di tutti e qui mette la freccia? Lo suggerisce con quella Ténéré ultima declinazione, che ha fatto dei salti quantici di generazione e si propone come un’idea contagiosa. Anche in questo caso è J-L S, il Campione di Dakar, Formula 1, Le Mans, che con il figlio Anthony detiene lo scrigno prezioso di Africa Eco Race e sa che non si può vivere involvendo ma bisogna guardare avanti. Soprattutto se si vuole bene a una triade di pensiero che è stata la traccia principale della vita: Africa, Rally-Raid, Sahara.
E non finisce qui. C’è un Team, altri briganti toscani, che è Solare già dal nome, c’è un amico camionista che venti Dakar fa aveva promesso: Basta Africa! Ma sì, sul camion del brigante di Bergamo c'è una tonnellata di spaghetti di contrabbando, c’è l’Angelo che per molti episodi di Africa ha insegnato a tutti come si fa da soli, e con le nuove “Yam Twin” ci sono già due italiani che hanno scelto di farla da soli con il solo aiuto di loro stessi e del camion della casse. L’avete notato: non facciamo nomi, non completi. Quel che conta in questo memento, pima ancora che il Rally diventi Gara, è che si va istantaneamente creando quell’atmosfera che è la base del Rally delle origini. Con questa Storia non si scherza. Se si ama il Rally-Raid si deve aver corso l’Africa. In solitario, con Thierry Sabine se si è avuta la fortuna, con destinazione il Lago Rosa, se possibile in ogni caso. È l’esperienza di una passione, niente di più e niente di meno. Insomma, avrete tutti i nomi, i vincitori e i perdenti, i protagonisti intanto sono tutti là, con la testa all’Africa e la mente in un mare di Avventura.
Per 36 ore saremo in nave. 36 ore di blackout, ma nel ventre del battello saremo solo noi, 100% Africa Eco Race di briefing, corsi di navigazione, raccomandazioni, conoscenza. È come un bivacco, è il primo bivacco, galleggiante, nel quale i partecipanti avranno l’occasione di riunire le passioni con le aspettative e prepararsi a viverle tutti insieme. Attraverseremo il Mediterraneo e sbarcheremo a Nador. Da lì saranno 5 Tappe in Marocco, cinque in Mauritania, due in Senegal. Mr. Franco mi guarda con un sorriso felice: saremo di nuovo in Africa. Sì, quella AFRICA che ha ispirato a suo tempo anche noi. Andiamo a viverla e ve la racconteremo.
© Immagini Africa Eco Race – Alessio Corradini