Dakar. Altra Bomba, Yamaha Lascia!
Paris, France, 18 Febbraio. Yamaha lascia Dakar e Rally-Raid! Boh, chi ci capisce è bravo! Dopo diverse bastonate Yamaha era tornata alla Dakar con un progetto e un assetto eccellenti. Andrea Peterhansel Mayer alla guida del Team “razionalizzato”, un Campione del calibro di Adrien Van Beveren trattenuto e rassicurato, Andy Short e obiettivi giusti, aspirazioni legittime. Insomma, un piccolo Team forte, in grado di battagliare con i giganti di KTM e Honda. Un po’ Davide contro Goliath, ma tanta storia a sostenere orgogliosamente il rilancio. E il risultato è arrivato. Un po’ di sfortuna, e con tutta probabilità anche una strategia finale non azzeccatissima, ed è arrivato “solo” il quarto posto assoluto di Van Beveren. Avrebbe benissimo potuto esser almeno un podio, e anche la vittoria finale ci stava. Ma le cose vanno come non è detto sapere che vadano, e così è stato. Quindi, che da lì a poco più di un mese arrivasse la notizia del “forfait” non è cosa che ci si potesse aspettare, né che va nella direzione anche solo immaginabile. In più è una botta.
La notizia è una bomba. Yamaha che lascia il Rally-Raid è di quelle che ti fanno alzare in piedi. Il comunicato arriva e lascia di sasso. Nel titolo c’è già tutto, già il peggio: “Yamaha si ritira dalle Dakar e dal campionato del Mondo Cross-Country Rally”. Una bomba, sì.
Perché? Vai a sapere, puoi solo immaginare e chiedere. Al volo, sentiamo Stephane Peterhansel e Alessandro Botturi, due Piloti e Campioni che sono stati importanti e molto vicini all’attività Enduro e Rally di Yamaha. Ma anche loro sono stati colti di sorpresa e sono rimasti, come noi, di sasso.
Stephane Peterhansel. “Non ne sapevo nulla, e ci sono rimasto. Ascolta, non ho molti commenti da fare su questa decisione di Yamaha, se non che non comprendo necessariamente la loro decisione. Sono dispiaciuto, perché Yamaha è sempre stata presente alla Dakar, con un’applicazione più o meno forte. Anche gli ultimi anni son stati là, e soprattutto quest’anno trovo che hanno fatto una prestazione onorevole. Avevano ristrutturato la Squadra e avevano ritrovato l’affidabilità della Moto, quindi penso che sia un po’ troppo e in ogni caso un vero peccato. È una decisione che non capisco, che non “approvo” e che mi rende un po' triste. Mi spiace vedere che Yamaha si ferma, soprattutto visto che c'è sempre stata, praticamente in tutti gli Sport del Motorismo. Così come è successo per l’Enduro, trovo che sia un peccato che oggi Yamaha decida di fermare il Rally-Raid. Sì, la decisione mi lascia con un po’ triste, dispiaciuto.”
Alessandro Botturi. “Non ne sapevo nulla, la notizia arriva a ciel sereno anche per me. Dopo che mi hai chiamato mi sono arrivati un sacco di messaggi. Che dire, così a bruciapelo? La prima cosa che mi viene in mente è che Yamaha accontenterà di più l’utente finale, proponendo una moto da usare per correre e per divertirsi, ma soprattutto da comprare dal concessionario, pronta. Dal punto di vista della sua monocilindrica non bisogna dimenticare che la Yamaha della Dakar era di derivazione dalla serie, mentre KTM e Honda da anni schierano moto che sono dei veri e propri prototipi per la Dakar. Penso, in altre parole, che con questa decisione Yamaha intenda avvicinarsi di più alla gente, ai desideri degli appassionati. Ne vedremo delle belle, sono sicuro!”
C’è poco da aggiungere. Forse meglio ricordare, come fa Yamaha, che le moto Yamaha hanno partecipato a tutte le edizioni della Dakar, che hanno vinto le prime due con Cyril Neveu, che con Stephane Peterhansel hanno vinto sei volte, che anche Edi Orioli ha vinto una delle sue quattro Dakar con una Yamaha. Non solo, che Yamaha ha continuato ad essere protagonista anche negli anni del dominio KTM, salendo sul podio con David Fretigné, Helder Rodriguez, Olivier Pain, che nel 2018 solo un incredibile incidente a pochi chilometri dall’epilogo privò Adrien Van Beveren di una vittoria che appariva ormai chiarissima e meritata. Yamaha conclude il suo comunicato rassicurando: continuerà a fornire supporto all’attività dei suoi SSV e… agli appassionati che stanno incentrando la loro scelta sul nuovissimo progetto Ténéré World Raid, uno spettro più ampio di fruizione e, magari, un piccolo, significativo ritorno verso l’Avventura (A Maiuscola) nel mondo del Rally-Raid consumato dalla competizione pura.
Una virgola la aggiungerei. In una decisione così drammatica un piccolo gesto emblematico ce lo vedo. Sono convinto che, vista la nuova tendenza di passione che risponde al sempre maggiore interesse per le nuove bicilindriche “multi-purpose”, Yamaha abbia chiesto e proposto di consentire un ritorno alla Dakar delle bicilindriche, trovando però un qualche “muro” resistente su quella strada. Da qui, magari, un piccolo gesto di reazione. Sono altresì convinto che la decisione non sia definitiva, nel senso che altri Rally hanno già aperto la loro porta a questo ritorno, che l’”anima” di quella Monocilindrica continuerà a vivere in altra Moto italiana, e che viene difficile pensare che Botturi non sarà al via dell’Africa Eco Race proprio con una di queste nuove bicilindriche per la realizzazione della quale ha lavorato così tanto (e così bene!).
In fin dei conti il ritiro ufficiale riguarda, appunto, le Yamaha… ufficiali. Vedremo!
© Immagini ASO Mediateque – Yamaha - DPPI Milagro
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Cinghia02, Faenza (RA)bene! fuori YAMAHA ....dentro PIAGGIO con la vespa P200E ?
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Acapulcow, Genova (GE)E' la crisi, nel mondo si vendono sempre meno moto supersofisticate e di grossa cilindrata e i rami secchi si tagliano. La dakar è una corsa snaturata rispetto alle origini e non porta nessun ritorno rispetto la spesa fatta per partecipare. Siamo seri, a parte la moda di ritorno in italia dei soliti motociclettisti da bar, a che serve davvero un'enduro in stile dakar? Sono moto alte e per questo pericolose, inadatte al traffico urbano. Di tutte le cadute che vedo in giro moltissime sono di personaggi in sella a bmw e ktm trampolo che poi in caso di emergenza non possono essere tenute in piedi. Poi Lo stesso destino toccherà presto alla sbk ed in fondo pure alla gp, perchè anche le supersportive vendono poco o nulla. Le discipline motoristiche a fronte di scarsi ritorni, in questo mondo sono solo costi. I giovani se va bene vanno in monopattino, bici elettrica e scooter spazzatura o spazzatura elettrici, della moto gliene frega poco e niente. Basta guardarsi intorno e fare il conto dell'età media del motociclettista o dei motociclisti più o meno veri per fare due conti. Vanno le superendurone stradali per i vecchietti che se le possono permettere e un po' le naked, ma per il resto è declino. Personalmente spero che la moda enduro tramonti presto, vorrei permettermi ancora qualche moto alla portata della mia statura prima di appendere l'attrezzatura da viaggio al chiodo.