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Rally-Raid. Marocco. 5 giorni per decidere i Mondiali

- Gran Finale di Campionato del Mondo. Titolo a Nasser Al Attiyah quasi certo, incertissimo invece quello delle Moto tra Luciano Benavides e Toby Price, e il T3 tra Guthrie e Jones. Situazione e prospettiva Dakar. Picco DS Fantic

Agadir, Marocco, 12 Ottobre. 5 giorni e 5 tappe nel Deserto marocchino. È il Rallye di Maroc 2023. Partenza e Prologo a Agadir, in tutto 2240 chilometri verso Zagora, 2 tappe ad anello, e Merzouga, altro anello prima dell’epilogo. Sono 5 giorni cruciali per il Campionato del Mondo. C’è chi parte tranquillo (sempre relativamente al fatto di correre nel Deserto) come Nasser Al Attiyah, vincitore della Dakar, del Sonora e del Ruta 40, pronto a succedere a sé stesso e rinnovare l’abbonamento di Campione del Mondo, e chi con il coltello tra i denti perché in quei 5 giorni di Rallye-Raid allo stato puro si gioca il Mondiale. Per esempio è il caso di Luciano Benavides, Husqvarna, e Toby Price, distanti un niente nella generale provvisoria delle Moto e costretti, loro malgrado, a una piccola guerra fratricida. Nessuno dei due ha vinto un solo Rally quest’anno, ma entrambi sono stati molto consistenti attraverso Dakar (Kevin Benavides), Abu Dhabi (Adrien Van Beveren), Sonora (Daniel Sanders), Ruta 40 (Tosha Schareina). Caso analogo è lo scontro Auto T3, ovvero SSV prototipi, tra Mitchell Guthrie, Taurus MC3, e Austin Jones, Can-Am X3.

A proposito di Moto, Toby Price ha deciso di continuare in Moto per un altro anno, e ha firmato una estensione del proprio contratto con KTM. La mossa pare abbastanza chiara e va letta come risposta alle sorprese (per noi, non certo per gli attori principali) del momento. La prima, quasi clamorosa, è la corsa agli armamenti del Team Monster Honda. Finisce lì, infatti, il viaggio nel mistero di Skyler Howes durato quasi tutta la stagione. L’americano andrà a far coppia con il connazionale Ricky Brabec, operazione già sperimentata nelle rispettive carriere americane. Squadrone, si direbbe. La prospettiva è quella di una formazione Honda per la Dakar con ben 6 elementi (se non si lascia a casa nessuno) dando per scontata anche la promozione ufficiale di Tosha Schareina, lo spagnolo vincitore del Ruta 40. Tra le file dell’altrettanto squadrone, KTM-GasGas-Husqvarna, torna il Campione del Mondo in carica, Sam Sunderland, che deve archiviare un anno decisamente sfortunato.

Parte tranquillo, si è detto, ma subito dopo il Rally del Marocco Al Attiyah, dovrà dirci dove andrà a parare nelle prossime stagioni a partire dalla Dakar del vicinissimo Gennaio. Lo sappiamo già tutti ed è stato a un pelo dar dirlo alla fine della Baja Aragon (poi gli devono aver dato un paio di sberle consigliandogli il silenzio di stato), ma è giusto che il Principe del Qatar senta un po’ di pressione. Intanto, quasi a proposito, Guerlain Chicherit, il vincitore del Marocco 2022 (e sfortunatissimo deus ex machina della squadra Rallycross delle Delta Evo RXe andate in fumo a Lidden Hill) lascia Prodrive e trasferisce la sua coloratissima immagine su una Toyota Hilux del Team Overdrive. Con Prodrive ci sarà, è chiaro anche vista la prospettiva Dacia, Séabastien Loeb, che può ancora finire secondo nel Mondiale. Ci saranno le AUDI, trio Ekstrom-Peterhansel-Sainz al completo, non più viste su un Rally-Raid dopo la Dakar, e saranno due gli Equipaggi Auto capitanati da un italiano. Amos-Ceci con la Toyota Overdrive, Busi-Lafuente con un Can-Am. Non ci sono Laia Sanz e Maurizio Gerini, che proveranno su queste stesse, solitamente torride sabbie dopo il Rally.

Il Mondiale Rally-Raid delle Moto premia anche la categoria Rally 2. Per buona parte della stagione è stato in testa il nostro Paolo Lucci, KTM Bas World, poi a causa di un paio di episodi, è risalito al coomando il francese Romain Dumontier, Husqvarna. La missione di Lucci è difficile, 13 punti da recuperare sono tanti, e innfondo quel che conta è l’esperienza accumulata in una stagione senza dubbio formativa. Massimo Camurri, invece, è in Marocco per difendere il secondo posto nella graduatoria Rally 3. Di qualche Pilota si è perso momentaneamente le tracce. Uno di questi è Mason Klein, l’americanino che ha fatto fuoco e fiamme alla Dakar (ma che poi ha tirato anche un paio di fiammate) e che si direbbe alla ricerca di una (s)quadra (che ha trovato).

Spunta in dissolvenza anche la nuova squadra Fantic, mai annunciata ufficialmente (ci si deve aspettare un grande baccano a Milano-EICMA). Non c’è Franco Picco, che è il monumento dei Rally-Raid e dell’avvento Fantic. Non c’è in gara, in quanto all’ultimo tuffo Franco è sceso, insieme a Matilde Tomagnini (chi ama questo Sport sa chi parliamo) per prendere in mano la direzione delle operazioni Fantic. Non c’è Alex Salvini, diversamente parcheggiato, e quindi sulle XEF 450 Rally saliranno Tommaso Montanari, Jeremy Miroir, Jane Daniels. Salgono a 4 le Kove, tra queste quella di Xavier Flick terzo a Africa Eco Race 2022.

Il Rally del Marocco sarà anche l’esame di ammissione alla Dakar di Gioele Meoni, per un progetto che miscela le emozioni dello sport e quelle ancora più forti di una questione personale in sospeso. Specialmente tra le Moto, tra le pieghe dei quasi 140 partenti portati in marocco da David Castera si nascondono altri ampliamenti di fronti non ancora chiarissimi o svelati. Riguarderebbero per l’appunto Kove, ma anche Hero (che si presenta con Buhler, Rodrigues e Branch), Sherco (che corre al Rally del Marocco con Santolino e Ginçalves).

Pronti, si parte!

© Immagini Red Bull Content Pool, W2R Championship – DPPI – Toyota – BRX - Sonora Rally – Rally Zone

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