Rally-Raid. Transanatolia. Tarres-Botturi, show uno-due Yamaha. Cerutti e Aprilia sul podio
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Smirne, Turchia, Mar Egeo, 9 Settembre. Pol Tarres, nipote d’arte del Trial adattato alla catena di DNA del Rally-Raid, ha vinto l’edizione 2023 del Transanatolia Rally. Senza dubbi e senza ombre, e senza che, di fatto, gli avversari potessero impensierirlo. Una belva! Che ha imparato. Occhio gente! Quel che si dice una supremazia schiacciante. Che poi più che di avversari stiamo parlando di amici, di colleghi con i quali si è soliti condividere l’esperienza del Rally-Raid, che è sempre qualcosa di speciale. Tarres ha dovuto aspettare la penultima giornata del Rally per vincere un’intera Tappa, ma è dalla terza che lo spagnolo si è installato al comando delle operazioni, all’indomani della doppia defaillance dei Piloti Sherco, Lorenzo Santolino e Rui Gonçalves, vincitori delle prime due tappe ma poi fermati da un guasto, rispettivamente elettrico e di motore. Da quel momento in poi il Transanatolia è diventato quella sfida delle bicilindriche Yamaha e Aprilia che ci si aspettava. Yamaha arrivava in chiaro vantaggio di sviluppo, la Ténéré 700 Rally-Raid è nata tre anni fa, ha inventato la formula, Aprilia irrompeva in questo fantastico mondo con il gran lavoro del Reparto Corse Factory e dei Fratelli Vittoriano e Gianfranco “GCorse” Guareschi.
Tre i momenti chiave che hanno determinato il risultato, nella quarta, quinta e sesta tappa. Considerato che Tarres, una volta insediato, non si è mai sognato di cedere la leadership, la prima scossa è arrivata con la prima vittoria di Cerutti e della Aprilia. In quella circostanza i ranghi si sono compattati. Il secondo momentum è arrivato quando, nel corso della quinta tappa, Botturi è caduto malamente mettendo a rischio la propria partecipazione e consentendo a Cerutti di avvicinarsi pericolosamente. Il terzo frangente è nella sesta e penultima tappa. Botturi reagisce, rimane in gara e, anzi, parte al contrattacco. Cerutti è intrappolato in un “caso”, forse l’unico, di una contestazione di Road Book, e restituisce il vantaggio che aveva acquisito. In quel momento Tarres diventa irraggiungibile e Botturi si può proteggere dall’aggressione di Cerutti. Il risultato del Transanatolia è fissato.
Ma anche l’ultima tappa diventa ben presto incandescente. Cerutti, che per scelta di collaudo del Team ha sempre corso con le Desert, si fa montare gomme da Enduro come tutti, e parte all’attracco a testa bassa. Imprendibile, l’ufficiale Aprilia vince la prima speciale e erode 2 minuti e mezzo a Botturi. L’ultima Speciale del Rally, 38 chilometri, sarà dunque guerra! Cerutti insiste, ma ha un paio di contrattempi e, anzi, rischia. È ancora il vincitore della Speciale, una doppietta esplicita, e così vince anche la Tappa, tuttavia non riesce a strappare a Botturi la seconda piazza sul podio. Non ce n’era bisogno, ma l’epilogo del Rally è stato ancora una grande emozione.
Tarres, Yamaha, Botturi, Yamaha, +11 minuti, Cerutti, Aprilia, + 12’50. Podio eccezionale, in un certo senso rivoluzionario anche se evoca i fasti delle incredibili astronavi bicilindriche del passato. E ancora. Gli italiani son stati ben presenti. Alberto Bertoldi è 7°, Francesco Montanari e Francesco Catanese 8° e 9°, Gianernesto Astori e Francesco Tarricone 15° e 18°, Alessandro Madonna e Massimo Mocci 20° e 22°. La furia Massimiliano Guerrini, anche oggi nella top ten, è 25°, mannaggia non avesse rotto la ruota il primo giorno, Giulio Ciabatti, Luca Perna, Alessio Barretta e Riccardo Prada chiudono la lunga parata degli “Azzurri”.
“Dai, siamo contentissimi – Alessandro Botturi parla anche a nome di Pol Tarres – Primi e secondi, nonostante la mia brutta caduta. Mi è toccato tirar fuori una bella “unghiata” in una bellissima penultima giornata. Nella tappa finale ho amministrato un po’ troppo nella prima Speciale, e Cerutti si è rifatto sotto, e quindi nella seconda ho dovuto spingere forte per non rischiare brutte sorprese. Dai, scusate se mi ripeto, contentissimi, ultra-contenti…”
Per Jacopo Cerutti il giudizio finale non è troppo dissimile. “Alla grande, ultima tappa strepitosa. Sembrava di essere in Sardegna, tappa veloce, caldo, paesaggi stupendi. Anche un po’ rischiosa con il burrone di fianco, ma ci ho dovuto provare, ora so che la Moto va davvero forte. Ho avuto un paio di brividi, ho rischiato di buttare via tutto, invece ho perso una trentina di secondi e ho comunque vinto la tappa, la mia seconda. Credo che l’abbiamo dimostrato: ci siamo anche noi!”
Fermo restando che a tutti piace vincere e che ci si muove e impegna per questo, gli obiettivi dei Team Yamaha e Aprilia erano fondamentalmente diversi, e entrambi sono andati a segno. La Moto di Tarres e Botturi è uno step avanzatissimo, diremmo definitivo se non stessimo parlando di Moto da corsa, e il quarantesimo compleanno dell’icona Ténéré era una candelina da spegnere obbligatoriamente con una vittoria. Meglio ancora, è arrivata la doppietta Tarres-Botturi. Per Aprilia, alla prima uscita ufficiale in Gara delle Tuareg 660, l’imperativo era diverso: “fare chilometri” per la prima validazione degli step del progetto “Back to Africa” della Tuareg. Anche in questo caso, credo, si è andati oltre: la Moto si è dimostrata velocissima e sono arrivate le vittorie della quinta e dell’ultima tappa. Sensazione eccellente, la vittoria certifica il lavoro sino a quel momento ancora operazione “al buio”!
Transanatolia, una settimana di Rally-Raid bellissima! Resta da dire una cosa, o piuttosto da farsi una domanda. Perché il Transanatolia non è ancora nell’élite dei grandi Rally-Raid? Ad esserci, ad aver visto vivere il Rally e le sue speciali atmosfere, non c’è una risposta plausibile, se non nell’imperscrutabilità dei casi della vita. Però di una cosa siamo sicuri, sarà presto un gran Transanatolia. Ne riparliamo con Burak, l'organizzatore ha delle idee…
© Immagini Transanatolia Media – Ozhan Ozde – Elif Erkurt – Alkim Sarak – Murat Tekin – Aprilia Racing – Botturi Media - PB