Ichiban. Dall'Ucraina un sogno elettrico teso tra passato e futuro
![Ichiban. Dall'Ucraina un sogno elettrico teso tra passato e futuro](https://cdn-img.moto.it/images/42387838/HOR_WIDE/1030x/ichiban01.jpg)
Nella fertile terra dell'immaginazione dei designer industriali, dove in fondo tutto è ancora possibile, è apparsa Ichiban, un concept di motocicletta elettrica che racconta in realtà molto più di quanto sembri a prima vista. Si tratta di una idea di Ivan Zhurba, un designer con sede a Kyiv, perciò in questo periodo ci fa ancor più piacere poter associare l'Ucraina ad un progetto che guarda al futuro. Anche se, ad essere sinceri, questa moto virtuale sembra voler instaurare un dialogo tra epoche diverse e non parlarci soltanto di quello che verrà.
Il nome "Ichiban", che in giapponese significa "primo" o "migliore", ben rappresenta l'ambizione di questo progetto: essere un'anteprima di cosa potrebbe essere la mobilità su due ruote nei prossimi decenni. La linee rette e poligonali si ispirano esteticamente alla fine degli anni Settanta, un'era in cui un design brutalista dominava ormai l'immaginario collettivo, ma al contempo le smussa e le rende più piacevoli e profondamente contemporanee. Tecnicamente, questa Ichiban non vuole essere solo un esercizio di stile e le specifiche seppur virtuali la renderebbero credibili nel mercato attuale: un motore elettrico da 45 kilowatt e un'autonomia di 250 chilometri con una singola carica. Ci sarebbe di che festeggiare. Addirittura, il designer ha previsto una modalità chiamata "Godzilla Mode", che offre al pilota un'improvvisa e brutale accelerazione della durata di dieci secondi, simile ai "boost mode" già presenti in altri modelli elettrici. Durante lo scatto però deve tenersi ben aggrappato perché così ad occhio la forma della sella non sembra aiutare molto il contenimento delle terga diciamo. Anche il comfort, se proprio vogliamo, viene piuttosto trascurato in questo esercizio di stile.
Ma lo scopo di questo progetto è ben altro. Più che una proposta tecnica o una dimostrazione di capacità del designer ucraino ci piace leggerla come una riflessione filosofica sulla libertà nell'era digitale. Il suo creatore la descrive come "un'evasione, una striscia liberatoria di libertà in un mondo eccessivamente interconnesso". Il che ci è sembrato un paradosso affascinante, considerando che proprio quella tecnologia interconnessa ha reso possibile immaginare e progettare questo veicolo che ha proprio un look molto tecnologico.
L'aspetto più significativo di Ichiban non è la sua potenziale realizzazione commerciale, ma la sua capacità di stimolare l'immaginazione collettiva. Rappresenta un invito a riflettere su come evolverà la mobilità, su come possiamo riconciliare nostalgia e innovazione, tradizione e futuro. In parole povere, sebbene la probabilità che questa motocicletta diventi realtà così come la vediamo oggi sia praticamente nulla, il suo valore è già compiuto: provocare, stimolare, far sognare. Esattamente quello che deve fare un concept di design e che negli ultimi anni le grandi Case hanno praticamente smesso di fare tranne rare eccezioni. Non so voi, ma a noi invece continua a piacere il poter sognare sulle forme di una moto studio che anticipa quello che vedremo fra qualche anno o che, forse, non vedremo mai. Perché nel frattempo ci ha permesso di far partire un ragionamento, di fantasticare, immaginare e da una scintilla possono nascere tanti fuochi diversi.