Honda X-ADV: la parola al progettista
Abbiamo incontrato ad Eicma l’ingegner Kenichi Misaki, Large Project Leader dell’interessante Honda X-ADV. Misaki, che risiede in Giappone, è quindi il referente in Patria dei progetti che nascono in Italia, come questo interessante commuter automatico tuttofare “inventato” da Daniele Lucchesi e realizzato dal designer Maurizio Carbonara presso l’R&D Honda di Roma. Un veicolo notevole, secondo noi, ma anche secondo buona parte delle centinaia di appassionati che si accalcavano allo stand Honda in attesa del loro turno per ammirarne i nuovi modelli. E, non certo ultima, proprio la X-ADV.
Ecco cosa ci ha raccontato Misaki San della nuova creatura.
Ingegner Misaki, quando avete iniziato a pensare alla realizzazione di questo progetto, peraltro opera dell’R&D italiana?
«Quando i progettisti dell’R&D di Roma ci hanno proposto una nuova concept, per prima cosa ce ne hanno comunicato solo il nome: City Adventure. Anzi, ancor prima si chiamava Adventure Commuter. E quindi, al quartier generale giapponese ci siamo chiesti di cosa si trattasse. Ma quando sono arrivati i primi schizzi abbiamo capito subito cosa ci fosse dietro, e i capi si sono convinti immediatamente. Dopodiché il progetto è progredito molto rapidamente».
Quanto rapidamente?
«Non posso rivelare nulla riguardo ai nostri tempi di realizzazione, ma non è stato davvero difficile avere la loro approvazione».
È noto che in Italia i maxi-scooter abbiano da tempo riscosso grande interesse, tuttavia ci sembra che Honda non si sia mai espressa più di tanto in merito, rispetto ad altri costruttori, puntando a lungo sui Silver Wing, poi ribattezzati SW-T. Questo fino all’arrivo relativamente recente di modelli dotati di trasmissione DCT, Integra compresa quindi. E ora sembra che ci stiate prendendo gusto, anche con proposte ambiziose come la X-ADV
«È comprensibile che non sempre si possa indovinare cosa vorrebbero gli utenti; comunque sia, gli scooter di piccole dimensioni rappresentano chiaramente un business molto importante per noi. Ma oggi abbiamo anche la nuova X-ADV, simile, ma non proprio uguale all’Integra, anzi, la riteniamo un suo upgrade molto più versatile; e anch’essa è dotata della tecnologia DCT (ovvero la trasmissione a doppie frizione con cambio automatico/sequenziale, N.d.r.), che consideriamo un grande beneficio per i grossi scooter in termini di guidabilità e dinamica generale. È molto importante, infatti, poter godere di un feeling diretto e lineare tra motore e ciclistica, e in questo senso il DCT è un’arma molto importante, che va a sottolineare i vantaggi che questi mezzi (scooter e moto, N.d.r.) possono offrire».
Che previsioni avete per la nuova arrivata, in particolare riguardo ai mercati che fino ad oggi faticano ad accettare i maxi-scooter?
«Si, ci sono mercati (vedi Germania) dove i maxi-scooter non sono molto popolari. Però noi l’Integra la riteniamo e continuiamo a proporla come una vera moto, pur sapendo benissimo che viene considerata uno scooter: quindi pensiamo (e ci dispiace) che in Germania continueranno a snobbarla, e probabilmente sarà cosi anche per l’X-ADV. Dunque prevediamo che i mercati principali per questi nostri mezzi continueranno ad essere l’Italia, la Francia e la Spagna».
La X-ADV, contrariamente all’Integra, è dotata di un vano portaoggetti capace di contenere un casco integrale: sarà previsto anche per l’Integra, in una futura nuova versione?
«L’Integra è concettualmente differente, per avere il porta casco si dovrebbe sostituire la ruota posteriore con una più piccola. Infatti è così sull’X-ADV: la ruota motrice è da 15” per poter avere il porta casco, ma nel contempo per consentire alla sospensione posteriore una buona escursione in fuoristrada. Non solo: la ruota di minor diametro accorcia la rapportatura, quindi migliora spunto e accelerazione».
Quando si potrà sapere il prezzo di questo interessante nuovo modello?
«Non ne abbiamo ancora definito il prezzo, ma di certo abbiamo ben presente che il nostro riferimento sarà il T-Max, quindi cercheremo di regolarci in merito».
Sono previste future versioni della X-ADV pensate per un utilizzo in fuori strada più impegnativo, magari con gomme più adatte ad esagerare un po?
«Non abbiamo intenzione di enfatizzare ulteriormente l’indole fuoristradistica della nostra X-ADV: questo perché, pur definendola una Crossover scooter/off-road, la consideriamo comunque una commuter al 90%, quindi la cosa non avrebbe senso. Chi vorrà cimentarsi in qualche esperimento del genere, insomma, non potrà contare sulla nostra collaborazione: dovrà farlo ingegnandosi per conto suo».
Una domanda un po’ provocatoria: come mai la nuova Africa Twin monta esclusivamente pneumatici con camera d’aria, mentre l’X-ADV vanta anch’essa ruote a raggi, ma con gomme tubeless?
«Io non posso rispondere a questa domanda, perché non ho partecipato al progetto Africa Twin...».
In tal senso non spenderei mai 10000 euro o più per la nuova proposta di Honda perchè vedrei compromessa da subito la convenienza del mezzo.
Potrei farlo solo per la soddisfazione di possederlo, ma per quel prezzo si possono avere ben altre soddisfazioni nel box!