Italiano MX #4. Antonio Cairoli, un attimo prima [INTERVIEW]
Ponte a Egola, 22 Giugno. Antonio Cairoli non corre da un anno, da due se si parla dell’ultima competizione ufficiale e di rilievo, quasi tre da quel fatidico ed emozionante pomeriggio romano, quando Tony #222, nove titoli di Campione del Mondo, annunciò il suo ritiro dalle corse. È chiaro che a Ponte a Egola l’atmosfera è surriscaldata dall’evento straordinario, e l’emozione prende tutti quanti.
Sotto la tenda Ducati Corse Off-Road il Team è concentratissimo. Le ultime operazioni prima che Tony, ma anche Alessandro Lupino, scendano in pista, sono metodiche, minuziose, improntate alla massima concentrazione. A volte sembra che le operazioni siano marginali, come sistemare una tabella porta numero o controllare l’altezza del retro-sospensione della Desmo450 MX, oppure scaricare un’altra cartella di dati di telemetria per essere una volta di più sicuri che anche l’iter informatico segue la precisione del lavoro e dell’attenzione.
A volte sembra che questa attenzione sia un pelo pretestuosa, che nasconda l’emozione generale. Così è. Fior di professionisti, abituati a mille battaglie dello Sport, “sentono” il momento. Paolo Ciabatti, il Direttore, lo sente. “Ci avviciniamo al momento…” non dice altro, ma il trasporto, il coinvolgimento, è avvertibile. Davide Perni, fantastico trait-d’union del nuovo “sistema” ramo off-road con il fusto centrale della quercia Ducati, conferma: “Siamo tutti tesi. Più che tesi, emozionati. È un evento nell’evento, una data che aspettavamo da tempo e che segna, evidentemente, l’acquisizione di un altro passo avanti.”
È emozionato Antonio Cairoli, come sempre parla poco e per telegrammi, è sempre iper concentrato, ma questa volta si lascia andare. Si parla dell’emozione della prima volta.
“La prima volta è stata emozionante. Sono passati tanti anni, e oggi mi rendo conto che non ha troppa importanza il livello di quella prima gara. Ero preso, sì, emozionato. No, questa volta è diverso, un poco differente. È passata tanta acqua, bella acqua sotto i ponti, e ho imparato a gestire le emozioni.
Oggi, è passata una carriera e le emozioni le hai vissute tutte. Ma c'è una particolare emozione che accompagna il tuo ritorno alle gare? Assomiglia un po' alla prima volta?
“Nonostante tutto sento che non è come la prima volta ma è pur sempre una prima volta. È la prima volta dopo un lungo periodo di fermo. La prima volta dopo aver appeso il casco al chiodo. È anche e soprattutto la prima volta di una avventura tutta nuova, con Ducati e della nuova Moto da Motocross, la Desmo450 MX. Nata da poco, ancora in pieno sviluppo, eppure già così avanti. No, non si può negare che c’è una certa similitudine tra l’emozione della prima gara e di questa prima volta.”
Fermo da due anni, ma non "fermo". Provando a fare un conto, è più la perdita di riflessi, di condizione, di automatismi, oppure sono due anni di formidabile ricarica delle batterie della motivazione?
“Sì, due anni portano ad un calo, è evidente, o meglio a una non progressione. Riflessi devo vedere, automatismi probabilmente di sicuro. La preparazione c’è, non formidabile magari, ma c’è, non sono mai veramente sceso dalla Moto. Certamente sono carico, due anni a lato delle corse sono stati un po’… logoranti. Però è vero che sono ricaricato, convinto del piacere di tornare in sella, motivato, e super motivato di questa prima con Ducati, eccitato dal piacere del ritorno davanti al pubblico, del contatto con gli appassionati!”
E andiamo, allora! Noi? Sì, emozionatissimi!
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