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A processo titolare e meccanici: consegnata la moto, i freni fuoriuso, morti papà e figlia

- Omicidio colposo è la richiesta del pubblico ministero, dopo due anni dal tragico incidente e al termine delle indagini preliminari, la macchina della giustizia prosegue il proprio lavoro
A processo titolare e meccanici: consegnata la moto, i freni fuoriuso, morti papà e figlia

La brutta storia è del 2021 quando dopo aver ritirato la moto nuova avvenne il tragico incedente che portò alla morte di padre e figlia per il malfunzionamento dei freni. A distanza di circa due anni la Procura di Trento richiede il rinvio a giudizio per i tre soggetti, due meccanici e il titolare della concessionaria che consegnò la moto a Sandro Prada che, insieme alla figlia Elisa di 13 anni, perse la vita finendo fuoristrada giù da un dirupo.

Finite le indagini preliminari si sono perfezionati quindi gli atti che porteranno a giudizio la concessionaria e i meccanici. L’ipotesi di reato è omicidio colposo. Ricordiamo che la moto era nuova e consegnata dalla concessionaria due giorni prima il tragico evento. Abitualmente le concessionarie ricevono le moto da parte dei produttori o dagli importatori in casse di legno o cartone e devono poi procedere a montare alcuni elementi salienti, oltre che procedere con un controllo generale prima della consegna al cliente. In questo caso qualcosa deve essere andato storto.

Un fatto che già all’epoca fece scalpore ed infinita tristezza per le conseguenze di quello che probabilmente fu un tragico errore, una fatale imperizia che portò alla più terribile delle conseguenze.

Grazie alla ricerca dello smartphone della figlia Elisa attraverso la classica App di geolocalizzazione, la madre, mossa dalla preoccupazione nel non vederla rientrare a casa insieme al padre, scopre l’orribile verità, la moto era finita giù da una scarpata. Successivamente i Carabinieri accertarono che l’impianto freni della moto era compromesso, a quanto pare le pinze freno non erano fissate correttamente generando l’impossibilità da parte del motociclista di frenare; da qua l’uscita di strada e il salto nella scarpata che fece morire sul colpo entrami. Tutto molto triste insomma.

Naturalmente nessuno potrà far tornare in vita papà e figlia, ma quantomeno ci sarà la possibilità di giungere al termine di questa vicenda, determinare responsabilità ed eventuali forme di risarcimento.

Foto: Giornaletrentino.it

 

  • kodiak59
    kodiak59, Bergamo (BG)

    tanti anni fa dopo tagliando e gomme ritiro la moto (un Freewind) faccio sette o otto chilometri e mi ritrovo la ruota posteriore di traverso nel forcellone e mezzo perno fuori! fortuna stavo andando pianissimo in città. In pratica il meccanico non aveva stretto o forse nemmeno messo, il dato di serraggio ruota. Scuse infinite, spergiuri e super lavata di capo al "bocia" di officina reo secondo il capo di non aver controllato. Per inciso il bocia aveva poco più di quattordici anni ... sul lavoro a mio avviso avrebbe dovuto supervisionare il "capo" ...ma niente. Pericolo scampato ma non mi sono mai più servito da quel pasticcione ballista di meccanico. purtroppo però capita ancora e non di rado e a questi poveretti è andata malissimo.
  • Mauro XC
    Mauro XC, Occhieppo Superiore (BI)

    Questa tragedia immane da la fotografia di come ormai si sia perso completamento il senso della passione per la meccanica e l'attenzione al cliente, salvo rarissimissimi casi.
    I piccoli e bravi meccanici sono ormai quasi scomparsi perchè, con la fregatura delle garanzie ti obbligano ad andare in concessionario.
    Il concessionario, spesso ipermegamultibrand..., è solo una macchina per fare soldi senza anima.
    Prezzi stratosferici ed amore nessuno e questo è il bel risultato.
    Personalmente , con moto nuova e la prima esperienza di richiesta di aiuto al conce sono rimasto talmente disgustato che me ne sono fregato della garanzia e dal quel momento non mi hanno piu' visto.
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