Aermacchi Harley-Davidson Sprint: una piccola belva fatta per la pista
Harley-Davidson, nonostante possa apparire come una delle case motociclistiche maggiormente conservative, in realtà, è sempre stata molto aperta al cambiamento, come ha dimostrato negli anni con la Buell, con la LiveWire, la nuova Adventure Pan America adesso e, negli anni ’60, con l’acquisto del 50% delle quote dell’italiana Aermacchi.
L’acquisto di quest’ultima società aveva come scopo primario quello di portare H-D nel mondo delle competizioni su circuito con una moto leggera, capace di contrastare le moto giapponesi ed europee a due e quattro tempi.
Aermacchi affondava le proprie origini nell’industria dei velivoli e portava il nome “Aeronautica Macchi”, prendendo il nome dall’omonimo proprietario Giulio ma, dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’industria fu riconvertita e iniziò a produrre motocicli, un po’ come la Piaggio.
Le Aermacchi Harley-Davidson vennero vendute principalmente negli Stati Uniti dove ebbero fortune alterne. Negli anni ’70 il marchio statunitense acquistò anche l’altro 50% della società italiana, per poi venderla a Cagiva alla fine di quel decennio.
Di Aermacchi non ce ne sono tante in giro e i ricambi sono sempre più rari da trovare, quantomeno l’aspetto meccanico non è troppo complesso in caso di riparazioni.
Come dicevamo poco sopra, le Aermacchi Harley – Davidson venivano usate nelle competizioni ed erano spesso apprezzate dai piloti più giovani. Quella che vedete qui in foto è un esemplare da gara del 1964, modello Sprint, largamente modificato per essere utilizzato in pista.
Questa Sprint è spinta da un monocilindrico 250 cc a quattro tempi raffreddato ad aria, abbinato ad un cambio a cinque marce.
Questo modello fu un best seller per il marchio italoamericano e così, dopo alcuni anni di produzione con motore da un quarto di litro, fu aggiornato e proposto con una cilindrata maggiorata di 100 cc.
La versione di fabbrica aveva una potenza di circa 18 CV ma, grazie alla facilità di elaborazione di questo motore, la cifra poteva lievitare sensibilmente per le versioni da gara.
La forcella, così come il freno a tamburo erano a marchio Ceriani, il serbatoio di questo esemplare è da corsa, quindi allungato e appiattito nella parte superiore, mentre la sella, per ovvie ragione, è solo per il pilota, terminando in una piccola gobba
La carenatura è particolarmente avvolgente per migliorare l’aerodinamica, mentre all’anteriore rimane aperta per garantire un buon flusso d’aria per raffreddare il propulsore.
Il motore non è bloccato ma, essendo ferma da anni, chi la dovesse acquistare, dovrà sicuramente effettuare una revisione approfondita, mentre le carene, dipinte nel tipico colore arancione di Harley-Davidson, sono in perfetto stato di conservazione
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