ANCMA mostra al Senato la “foto” della bella realtà italiana delle 2 Ruote. Ma noi lo sapevamo…
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Roma, 26 Novembre. Credo che Ancma e Eicma hanno portato a Palazzo una mattina di bel tempo. Nessun dei due meteorologo o climatologo, Paolo Magri, Vice Presidente dell’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori e AD del “Salone” (serve specificare?) e Mariano Roman, neo Presidente di ANCMA, hanno semplicemente aperto la finestra sulla realtà del Mondo italiano delle 2 Ruote. E finalmente, nelle stanze di solito sature di quantomeno pensierosa aria di chiuso, a Palazzo della Minerva nella Sala degli Atti Parlamentari del Senato le rappresentanze delle Politica hanno potuto respirare la corroborante aria fresca di una realtà che, forse, non conoscevano. Per far questo ANCMA ha commissionato agli specialisti di Bain & Company uno studio sulla filiera italiana delle 2 Ruote, Moto e Bici. Il documento è qui in allegato.
Se un film si presta sin troppo all’utilizzo di fuorvianti effetti speciali, la fotografia fissa un momento, nel caso specifico della durata di oltre di dieci anni, che è l’”istantanea” dell’edificio in superficie e, allo stesso tempo, la “radiografia” delle sue fondamenta. Così lo studio, nell’elaborato sintetico e chiaro del documento esposto da Gianluca di Loreto, offre a un pubblico solitamente distratto dalle perenni preoccupazioni della Politica un intervallo di esemplare serenità, che potremmo ritenere di riferimento per i mondi disastrati, in altri e troppi settori dell’economia nazionale, della produttività, dell’occupazione e del Made in Italy.
Le tre voci sono rappresentate da altrettanti grafici di costante crescita, e insieme parlano della Qualità espressa dal settore delle Moto in Italia. Siamo il primo Paese europeo per mercato e deteniamo lo stesso primato per quanto riguarda la produttività. Se aggiungiamo i valori dell’esportazione, non c’è bisogno di fornire troppi numeri per descrivere i contorni di un’area di successo che dimostra di essere, prima di tutto, l’esempio di come concretezza, onestà di intenti e realismo, possano essere, ieri come oggi, base solida da cui lanciare idee di evoluzione, prima ancora che di false o propagandistiche rivoluzioni.
Indulgendo comunque su qualche numero, e trascurando quelli che riferiscono a indiretto e indotto ma concentrandoci sul diretto, ovvero sul valore della produzione, la Moto genera un fatturato di quasi 10 miliardi di euro, per un volume di vendita di 388.000 unità vendute solo in Italia, l’impiego diretto di 36.000 addetti (con indiretti e indotto si arriva a 84.000) e un saldo del bilancio commerciale positivo di quasi 500 milioni. Da notare, non lo sapevamo, che la Moto rappresenta il 45% delle immatricolazioni, ed è molto interessante il fatto che la pandemia ha inciso sui numeri ma non sul trend, comunque sempre e costantemente in ascesa. Questa è la fotografia portata al Senato da ANCMA, l’associazione che rappresenta il 90% delle voci coinvolte nell’attività diretta. Stranamente il pianeta delle bici, che sappiamo essere pesantemente viziato da scelte dubbie sia della Politica che delle aziende durante e subito dopo la pandemia, riflette su una scala minore valori paragonabili, che sembrerebbero quindi contrastare con la realtà del mercato (bisognerebbe chiedere a concessionari e utenti, a indiretti e indotto), ma in questo caso è ancora la forza del Made in Italy a fungere da elemento trainante. Ancora Qualità reale nostrana a sostegno di tendenza e numeri.
Mariano Roman e Paolo Magri, “sorvegliati” a vista dall’amico Giovanni Copioli Presidente della Federazione Motociclistica Italiana, al momento opportuno non l’hanno mandata a dire. Roman ha richiamato l’attenzione sul fatto che sarebbe sbagliato includere anche il mondo della Moto nei chiacchierati tagli di 4,6 miliardi al settore automotive, invece bisognoso di investimenti per alimentare lo sviluppo e la competitività internazionale dell’industria italiana. Magri, dal canto suo e come “testimone chiave” del successo planetario di EICMA, al secolo il “Salone della Moto di Milano” e “prodotto” di ANCMA, ha dato l’allarme sul fatto che l’assalto da primato dei 600.000 ha mandato in crisi le infrastrutture periferiche del “Salone”, viabilità, ospitalità, parcheggi, chiamando direttamente in causa l’amministrazione della città perché si allinei alle scelte di EICMA per rendere più serena, facile e possibile, in altre parole perfettamente godibile, la vita del visitatore.
Da questa mattinata-manifesto della salute delle 2 ruote italiane sarebbero usciti tutti in Moto o in Bici!
© Immagini ANCMA