Andreani Group, da importatore a costruttore
Non è sicuramente la prima volta che ci occupiamo di Andreani Group. Nata a fine anni 80 dallo spirito imprenditoriale di Giuseppe Andreani, che appeso il casco al chiodo ha pensato di mettere a frutto la sua esperienza nel campo delle sospensioni, l'azienda pesarese (nata come WP Italia e poi diventata Andreani Group, lavorando con Marzocchi e poi appunto Öhlins) si è affermata in pochi anni come riferimento del settore. Merito di un metodo di lavoro basato sulle competenze e non sul mero spirito commerciale: tutto, nell'azienda, si fonda sulle conoscenze maturate nel corso dei trent'anni di attività.
La differenza fra Andreani e gli altri distributori consiste, da anni, nella capacità di assistere i propri clienti. Non è un caso se gran parte dell'attività del gruppo si svolge sui campi di gara - del CIV, dell'Italiano Cross, dell'Enduro e da qualche anno nell'off-road ciclistico - e se in azienda parlino del database contenente tutti gli assetti base delle moto dal 1992 a oggi come il patrimonio più prezioso.
Beppe è giustamente orgoglioso della competenza maturata, della bravura dei suoi tecnici, e proprio su questo ha incentrato tutto il lavoro della sua azienda, non limitandosi a commercializzare le sospensioni svedesi (e prima olandesi, e italiane...) ma credendo fermamente come il valore aggiunto da dare potesse essere aiutare il cliente a sfruttarle al meglio. A differenza di altre componenti, come un impianto di scarico, uno pneumatico o una pastiglia freno, una sospensione - anche se più performante - così com'è non necessariamente migliora il comportamento della moto. Bisogna tararla sulla moto, sul pilota e sui suoi gusti ed esigenze, ed è qui che entra in gioco la competenza di cui sopra.
A partire da questa competenza, l'azienda ha ampliato la propria attività affiancandosi a Öhlins, e andando a proporre i propri prodotti - sotto forma di kit cartucce per la forcella - sui modelli non serviti dalla Casa svedese, ma anche kit per chi con le sospensioni deve lavorare. Un'attività di successo con un prodotto come la cartuccia Misano (evolutasi l'anno scorso in Misano Evo) ma anche con banchi prova, adattatori, strumenti e le ormai celebri "valigette".
Di tutti questi vi abbiamo parlato nel nostro servizio in cui abbiamo raccontato il viaggio all'interno dell'azienda. Ma siccome un conto è leggerne, un altro è sentirseli raccontare (e vederli funzionare) da chi li ha pensati e creati - nel video vedete sia Beppe che il figlio Giona, che assieme alla sorella Elisa lavora in azienda - è tutt'altra cosa. Godetevi il video...
È stato un gran pilota e sà cosa può voler un altro pilota, è molto tecnico e pignolo, ha l'inventiva dalla sua (ha costruito già anni indietro il suo famoso banco di prova dinamica e simulazione per sospensioni montate sul veicolo per testare ed illustrare quando molti pochi ci credevano), ha una testa pensante mai ferma che sà ben destreggiarsi tra il sapere alla vecchia maniera e le nuove tecnologie. Ricordo molto bene quando ha presentato quel telaio di moto sul banco per sollecitazioni e le facce di chi diceva che era un qualcosa che non serviva, una perdita di tempo, che non andrà molto lontano e che era solo un modo per cercare di riciclarsi come tanti stregoni delle moto, solo balle, solo sogni, ecc. Zitto zitto ha avuto ragione Beppe. I "vecchi" la sanno lunga. (ma non sono mica vecchi...)