Aprilia Scorzè, fermata parziale dello stabilimento
Da oggi si ferma parzialmente la produzione nello stabilimento Aprilia di Scorzè. A riportare la notizia è La nuova Venezia e Mestre. I dati di mercato indubbiamente negativi motivano lo stop che interessa una parte dei 360 dipendenti per tutto il restante mese di ottobre.
Da gennaio a settembre in Italia sono state immatricolati 3.498 moto e scooter Aprilia, nella classifica per marche equivale all'undicesimo posto. Nella classifica dei cento scooter più venduti, il primo a marca veneta è lo Scarabeo 100, che si trova al 36°posto. Scorrendo la classifica delle prime cento moto immatricolate, la prima Aprilia è la Caponord 1200 che con 194 moto vendute si trova al 59° posto. Per quanto riguarda i cinquantini, in totale nei primi nove mesi dell'anno ne sono stati venduti 26.000 scarsi, cioè 20 volte meno di quanti se ne vendevano negli anni d'oro. Anni nei quali la Aprilia era grande protagonista.
Come riporta “La Nuova di Venezia e Mestre”, a metà settimana si incontreranno a Pontedera, sede della capogruppo Piaggio, i sindacati Fiom Cgil e Fim Cisl e il presidente di Piaggio Roberto Colaninno. Non sarà usata la cassa integrazione ma le ferie e il contratto di solidarietà, in scadenza a fine gennaio. Si procederà con quanto fatto sinora quando c’è stato il blocco dello stabilimento, vedi l’inizio di settembre. Il Contratto di solidarietà è stato rinnovato a inizio 2013 per il quarto anno consecutivo. Questo riguarda sempre i 360 lavoratori di Scorzè, mentre è stato ridotto dai 360 dello scorso anno a poco meno di 300 il numero per quelli dell'altro impianto di Noale.
se non sbaglio......
@piega996
Io in Germania non ho ancora mai visto comprare un singolo modello Guzzi da più di 3.000 persone in meno di 9 mesi da inizio anno... mentre GS 1200 invece qui ci riesce alla grande, e vogliamo dire ancora che non siamo sotto un "effetto-moda" che ci ha rincretinito il cervello da alcuni anni a questa parte?
Sofismi a parte Piega, io non so spiegarmi in altro modo la sovrabbondante diffusione di prodotti "modaioli" quali Tmax o Gs in particolare che nulla avrebbero in più, e in ciò le riviste ne sono spesso testimoni, rispetto alla restante concorrenza made in Italy se non, per l'appunto, l'immagine glamour costruita negli anni a suon di marketing asfissiante e prezzi artatamente tenuti alti per avvalorare tesi di presunta superiorità. Sia chiaro gliene do atto e faccio loro i complimenti per averci saputo fare nell' intortarci ogni genere di prodotto che esca dalle loro fabbriche, ma allora è anche giusto farne notare i processi che hanno portato a questa situazione senza nascondersi dietro al dito del "si compra ciò che piace" perché in Italia ciò non è più vero da ormai molti anni.
E mi limito al commercio in questa sede, che agli intortamenti a quanto pare l'Italia è solita abboccare da ormai parecchi anni ahimè...