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Around Gaia: 4 anni e 150.000 Km in un never ending tour intorno al mondo

- Una giovane coppia di motociclisti ha viaggiato in ciascun continente. Parola d'ordine: adattarsi
Around Gaia: 4 anni e 150.000 Km in un never ending tour intorno al mondo

Due giovani trentenni, una Yamaha Tenere XT660Z ed un po' di bagagli, ma nemmeno troppi. Detta così sembrerebbe la tipica coppia che a fine luglio sta partendo per andare a fare le vacanze ma, in questo caso, c'è molto di più. Ivana Colakovska e Manu Torres -lei macedone e lui spagnolo- hanno iniziato il proprio giro nel 2013 e, da allora, non si sono mai fermati.

Il loro progetto di vita si chiama Around Gaia. Il nome Gaia, la dea primordiale della mitologia greca, quindi potenza divina della Terra, è stato scelto proprio per il richiamo alla Grecia, terra che li ha fatti conoscere.

Non hanno cartine o GPS, dopotutto basta la segnaletica stradale o chiedere ai passanti, non hanno un itinerario prefissato e, soprattutto, non pagano per dormire la notte. Che sia a casa di uno sconosciuto che li accoglie, una stazione dei pompieri o un tempio buddista, poco importa, ma lo scopo era proprio quello di non dover pagare l'alloggio. Il budget è ridotto all'osso, così come il bagaglio. Niente fronzoli o altro, solo due capienti Givi Trekker Outback, donate dalla Givi stessa che li ha sponsorizzati, e alcune borse a tenuta stagna. D'altronde, come ci ha raccontato Manu, a loro non interessa avere una grande casa, ma piuttosto un grande giardino. E il mondo è il loro cortile.

A sentire la loro storia, sembra impossibile che se la siano cavata per così tanti chilometri, a bordo della stessa moto. Ivana ha infatti raccontato di come Manu non avesse mai guidato la moto fino a poco prima della partenza e di come la sua esperienza da meccanico, si limiti all'oliare ogni tanto la catena. Tutto il resto delle operazioni meccaniche lo affidano, quando necessario, a chi si offre di aiutarlo, anche in caso di una semplice foratura. Non vuole imparare a cambiare la camera d'aria perché, scaramantico, ha raccontato di aver bucato solo cinque volte in tutti quei chilometri e, se dovesse imparare a cambiare la camera d'aria, teme gli possa capitare ben più spesso.

La loro è una storia bella, di sopportazione, come ci hanno detto ridendo. Sulla moto passano la gran parte del proprio tempo, litigano, scherzano e fanno amicizia con le popolazioni dei 59 stati che hanno toccato.

Ora sono in procinto di tornare in Spagna, dove monteranno un documentario con i momenti più significativi della loro avventura. Il ritorno in Spagna, hanno tenuto a sottolineare, non è definitivo. In estate prevedono di girare tutta l'Europa, continente che avevano un po' trascurato gli scorsi anni. Se foste curiosi di seguire le loro avventure, hanno un proprio sito web che aggiornano costantemente.

  • TORPADO50
    TORPADO50, Osimo (AN)

    Bello!?
    Ok no GPS, ma sulla valigia vedo uno smartphone, e comunque una cartina la sta consultando!
  • Jojoe
    Jojoe, Bologna (BO)

    Boh sono perplesso...sono delle scelte che a meno di colpi di testa non farei e neppure invidio, ma proprio per nulla. Si vede che non capisco al 100% lo spirito di una cosa simile. Io la vedrei come una vacanza che significa un distacco dalla rutine di tutti i giorni. In una vacanza per me si dorme comodi, si mangia bene e non si vive da barbone. Preferisco 40gg ben fatti che 3 anni a zonzo. Fare questi viaggi senza la carta di credito per me sfiorano la follia. Carte di credito per comodità cmq con un po di denaro mi pare il minimo. Devo essere nelle condizioni che se mi rompo le palle e sto in sud america, mollo tutto, mi faccio un biglietto e torno...Ma torno dove poi? Se uno sparisce per 3 anni non ha casa, non ha lavoro e forse neppure amici, perche se non si coltivano finiscono anche quelle. Bellissimi posti, contento per loro.
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