Audi e Ducati, sinergie e indipendenza per sviluppare i prodotti e far crescere il marchio italiano
Abbiamo incontrato a una tavola rotonda organizzata da Ducati in occasione dell’Audi Group Day: Gabriele Del Torchio, Amministratore Delegato di Ducati Motor Holding, Luca De Meo, membro del CDA della Casa di Ingolstadt, Cristiano Silei (Global Sales Manager Ducati) e Wolfgang Dürheimer, responsabile dell’R&D del gruppo Audi. E’ stata non solo un’ottima occasione per aggiornarci sullo stato dell’integrazione ma anche un’importante riprova della coerenza con cui la nuova proprietà stia portando avanti il lavoro secondo gli accordi iniziali.
Viene subito naturale domandare a Del Torchio quali sono le priorità da affrontare oggi per Ducati
«Abbiamo le idee molto chiare: per noi è importante proteggere la nostra posizione di Premium Brand, ovvero marchio capace di vendere prodotti innovativi, con un’elevata tenuta del valore nel tempo e di fornire ai clienti la migliore esperienza possibile. Crediamo che questo si ottenga perseguendo tre obiettivi, veri e propri pilastri della nostra strategia. Il primo è costituito dal nostro essere una product-oriented company: le moto che vendiamo restano l’elemento fondamentale della nostra strategia. La componente di innovazione relativa alle nostre moto viene portata avanti grazie alla nostra capacità di alternare, anno dopo anno, l’evoluzione di modelli classici con nuove proposte che allarghino la nostra gamma come abbiamo fatto con Multistrada, Diavel e quest’anno Hypermotard e Hyperstrada»
Il secondo obiettivo?
«Non ci si può certo fermare qui. Il marchio Ducati è uno dei più pregiati e valutati in tutto il mondo e per il cliente Premium è ovviamente molto importante questo valore: il ducatista-tipo è interessato alla tecnologia ma anche alla qualità del prodotto. Lo ammettiamo: in passato la qualità finale delle nostre moto non era ai massimi livelli, ma ci abbiamo lavorato moltissimo, e pur avendo ancora margine di miglioramento possiamo dire oggi di essere al livello delle migliori case europee. Ma parlavamo del valore del marchio: chi compra Ducati lo fa per la sostanza del prodotto, per il suo valore estetico ma anche per il valore del marchio. Avere in garage una Ducati, piaccia o no, è anche un elemento di prestigio»
E poi il terzo elemento
«L’internazionalizzazione. Sono orgoglioso del fatto che oggi nove su dieci Ducati prodotte vengano vendute fuori dall’Italia, questo ci ha permesso di reagire alla crisi economica e al calo delle vendite nei mercati del sud dell’Europa. Abbiamo oltre 900 concessionarie in tutto il mondo, recentemente abbiamo internazionalizzato la produzione: a parte lo stabilimento principale, a Borgo Panigale, nel 2011 abbiamo aperto quello in Thailandia per servire i mercati orientali abbattendo i dazi doganali che prima ci penalizzavano eccessivamente. Le nostre vendite vanno molto bene soprattutto grazie agli Stati Uniti, ma non dimentichiamoci del fatto che i mercati in più rapida crescita sono quelli dell’estremo oriente. Quest’anno poi abbiamo avviato i processi produttivi in Brasile attraverso un Service Provider a Manaus per realizzare le Diavel. Tenete presente che il miglioramento della qualità passa per forza di cose attraverso un miglior controllo della produzione, che porta con sé una riduzione dei costi, ma anche per l’aumento dei volumi produttivi, che consente il raggiungimento della massa critica per rendere convenienti determinati processi e lavorazioni»
Il nuovo stabilimento che avrebbe dovuto nascere a pochi metri da quello, storico, di Borgo Panigale vedrà mai la luce? Prende la parola Dürheimer.
«Il progetto è stato bloccato a seguito dell’acquisizione da parte di Audi. In coerenza con la nostra filosofia abbiamo valutato molto importante rimanere dove il marchio è nato e cresciuto»
Riprende la parola Del Torchio, che entra con soddisfazione nel dettaglio
«Ducati resterà dov’è ora, ristrutturando completamente lo stabilimento e rimodernandolo profondamente per razionalizzare l’uso degli spazi. Si tratta di un progetto che sottoporremo per approvazione ai vertici Audi entro la fine della primavera, della durata indicativa di circa quattro anni e che prenderà il via già quest’anno, probabilmente con un ampliamento della fabbrica. Stiamo ancora aspettando l’approvazione delle autorità locali, ma trattandosi sostanzialmente di una ristrutturazione non mi aspetto problemi o ritardi di rilevante entità»
E visto che Del Torchio ha citato Audi, capiamo meglio quali collaborazioni sono già state attivate e quali arriveranno.
«Ci sono naturalmente grandi possibilità di sinergia fra Audi e Ducati in termini di innovazione, tecnologie, elettronica, materiali; stiamo valutando tutte le possibilità per metterle a frutto, visto che abbiamo diversi punti in comune. La prima è l’ossessione per la leggerezza: siamo entrambi concentratissimi su questo aspetto. L’altro ad esempio è l’elettronica, sempre più importante in entrambi i mondi. La cooperazione però è solo agli inizi, ricordatevi che la fusione in effetti è in essere da pochi mesi, dunque stiamo ancora studiando le possibilità»
Entra qui in gioco Cristiano Silei, che spiega come la sinergia non si limiti alla tecnologia
«Ci sono anche altre possibilità di collaborazione fra Audi e Ducati, come per esempio a livello finanziario verso i clienti: il gruppo Volkswagen - Audi possiede letteralmente una banca, che garantisce una notevole libertà in questo genere di iniziative oltre a tutta una serie di vantaggi in termini di indipendenza negli investimenti. Un esempio: le nuove campagne di finanziamento dedicate a Multistrada, Panigale e Monster sono fatte con Volkswagen Bank»
Il che ci porta a parlare di distribuzione e vendita, altri aspetti su cui sono state fatte moltissime ipotesi. Tocca rispondere a Luca De Meo, che ci rassicura su possibili commistioni pericolose.
«Intanto lasciatemi dire che siamo tutti entusiasti dell’acquisizione di Ducati. Non appena si è diffusa la notizia dell’ingresso di Ducati nella nostra famiglia ho iniziato a ricevere telefonate da colleghi di tutto il mondo che mi facevano le congratulazioni e chiedevano in che maniera potessero supportare o distribuire Ducati. Fin dall’inizio abbiamo però stabilito una regola ferrea: Ducati deve restare Ducati. E’ uno dei marchi più amati di tutto il panorama mondiale e un pilastro incrollabile della filosofia del Gruppo è quello di rispettare l’individualità ed indipendenza delle sue componenti: management, persone, cultura, tecnologia, eccetera. Quindi ognuno andrà per la sua strada, anche e soprattutto nella rete vendita. Sarà però utile sviluppare collaborazioni nella distribuzione qualora uno dei due marchi sia presente in un paese in cui l’altro vuole entrare. Collaborazioni in termini di esperienza relativa alle dinamiche legate al singolo paese, logistica e quant’altro, mentre non vedrete mai una Ducati in uno showroom Audi o viceversa: chi compra una Ducati vuole un’esperienza Ducati al 120%»
E la mobilità urbana? Se ne parla sempre più spesso, e qualche tempo fa il vostro nome era stato associato ad un prototipo di scooter
«Non vedrete mai uno scooter con marchio Audi: abbiamo troppo da fare con le auto – il nostro portafoglio prodotti si è espanso a livelli incredibili negli ultimi 20 anni. Una volta offrivamo nove modelli, ora sono quasi quaranta – siamo una Casa automobilistica. Ma visto che possediamo il miglior marchio motociclistico del mondo dovreste chiedere a loro, anche se… certo, la mobilità urbana è una delle aree a cui prestiamo il massimo dell’attenzione»
Del Torchio prende la palla al volo, smentendo sorridente.
«Nell’immediato futuro, almeno fino al 2016, non se ne parla. Resteremo fedeli alla nostra tradizione di mezzi dall’anima sportiva, alle moto nel senso più tradizionale del termine»
Approfittiamo del suo intervento per chiedergli come sono stati i primi mesi con la nuova proprietà.
«I primi mesi di convivenza sono stati una grossa sorpresa. Audi è stata di una chiarezza cristallina e coerenza esemplare nel dire che Ducati deve rimanere Ducati, mantenere in toto la propria identità. Quindi non ci sono stati cambiamenti di rilievo in termini di vita reale, a parte la possibilità di sfruttare sinergie con il gruppo come per esempio quelle finanziarie già citate. A breve ci saranno sinergie organizzative e finanziarie, ma nessun cambiamento di grande portata. A parte, naturalmente, la nostra flotta di auto aziendali!»
Infine, uno sguardo al futuro in senso più ampio. L’età media dei motociclisti si sta alzando considerevolmente. Forse il marchio Ducati può contribuire a riportare l’attenzione dei giovani verso le due ruote…
«Sicuramente è un grosso problema. Noi da parte nostra cerchiamo di fare il possibile: la nostra fabbrica viene visitata ogni anno da circa 10.000 studenti delle scuole superiori, e con la nostra iniziativa Fisica in Moto svolgiamo una grande attività di divulgazione. Un’altra iniziativa è la nostra scuola guida, per migliorare la sicurezza e convincere quindi i genitori, che spesso sono un fattore determinante nel disinteresse dei giovani. La sicurezza è molto importante sotto questo aspetto: abbiamo lavorato con Dainese per lo sviluppo dell’airbag, e tutte le nostre moto verranno progressivamente dotate di ABS e controllo di trazione. Certo, la nostra attenzione verso i giovani non significa che Ducati inizierà a produrre moto di piccola cilindrata o di basso prezzo. Restiamo un marchio Premium, le nostre moto devono far sognare»
rispondo a redncr
Che Arroganza !!