BMW HP4: stiamo provando la stella di Monaco
BMW HP4: stiamo provando la stella di Monaco
Siamo sulla pista di Jerez per la prova della nuova Superbike tedesca. Una versione davvero speciale della S1000RR, progettata per la pista dove promette faville forte di 193 cavalli per 169 kg. L'HP4 rappresenta in effetti un'evoluzione adatta all'agonismo (ma oseremmo dire anche al collezionismo, viste le finiture che sfoggia) della nota e veloce S1000RR. Rispetto a questa vanta sospensioni semi-attive e una elettronica ancora più evoluta e sensibile di gestione del motore e della trazione. Tra pochi giorni troverete su Moto.it la prova completa redatta dal nostro tester Francesco Paolillo.
HP4
Fin dalla nascita della sigla “HP”, i PR BMW hanno detto chiaramente come non si sarebbero limitati ai bicilindrici, ma che avremmo visto presto qualche “HP4” sulle quattro cilindri. Vista la gamma BMW Motorrad dell’epoca tutti si aspettavano qualche proposta sulla base della serie K, poi è arrivata la S1000RR a rimettere tutto in discussione. Anche se, ad essere sinceri, crediamo che pochi possano onestamente ritenere che la Superbike tedesca abbia bisogno di qualsivoglia tipo di… iniezione ricostituente. Ma quei pazzerelloni dei bavaresi dalla K1200S in poi ci hanno abituato alle sorprese. Signore e signori, ecco a voi la HP4, modello 2013 ipervitaminizzato della S1000RR, che è riconoscibile per il numero di serie (non è un'edizione limitata, ma per sua natura difficilmente se ne venderanno grandissime quantità) inciso a laser sulla piastra di sterzo superiore.
L'obiettivo era creare una vera e propria "homologation special" come le Honda RC, o Ducati SPS/R e Aprilia Factory, tanto che la HP4 usce in versione monoposto, con l'accomodamento passeggero optional. Il piatto forte di questa HP4, però, sono le sospensioni adattive DDC che BMW ha anticipato nel corso dello scorso inverno, capaci di adattare dinamicamente lo smorzamento idraulico di forcella e mono grazie ad elettrovalvole sulla base di parametri di condizioni della strada ed input del pilota rilevati in tempo reale.
Cambia profondamente anche il resto della gestione elettronica, con un RaceABS ancora più sportivo derivato dall'esperienza maturata durante la partecipazione all'IDM - nelle modalità Rain, Sport e Race non dovrebbe cambiare troppo, mentre in Slick l'attività del sistema antibloccaggio sarà la più raffinata e sportiva mai vista. Nella modalità slick sarà anche possibile impostare su sette livelli il controllo di trazione DTC, qui denominato "DTC RR" a sottolinearne la maggiore attitudine sportiva. Presente anche il launch control che agisce in combinazione con il controllo anti-impennata per garantire la miglior partenza possibile. Ottimizzato nel funzionamento il cambio rapido.
Al posteriore ora la S1000RR monta uno pneumatico posteriore da 200/55, seguendo la tendenza del momento nata dall'esperienza in WSTK; i cerchi sono nuove unità forgiate a sette razze, che uniti ad un'inedita corona fanno risparmiare 2,4kg di masse non sospese. Lo scarico diventa un Akrapovic in titanio con compensatore fra secondo e terzo cilindro che non dovrebbe influire sulla potenza massima (ancora dichiarata in 193cv a 14200 giri) ma che irrobustisce l'erogazione fra i 6000 e i 9750 del valore massimo e, unito agli alleggerimenti già citati e ad altri – codino, impianto elettrico – contribuisce a far perdere alla S1000RR 8,8kg portando il peso in ordine di marcia dai 206,5 dichiarati per il modello 2012 completo di Race ABS a 197,3kg. Il prezzo non è stato dichiarato, ma non è difficile ipotizzare una cifra ben oltre i 20.000€.
Blue BMW
x Raffaele.Infante5000
Se BMW, Ducati e altri marchi producono un prodotto di fascia preimium come questo, stai tranquillo che *in tutto il mondo* qualcuno è disposto ad acquistarle e le marginalità per chi le produce sono certamente più interessanti che altre gamme di prodotto.
Honda e Yamaha avranno "grandi tecnologie", ma specialmente la seconda non sta prestando particolare attenzione al mercato. A mio parere sono molto più "attenti" Kawasaki, i britannici della Triumph, gli arancioni KTM e, restando in italia, Ducati e l'ultima interessantissima proposta MV (per non dimenticare Aprilia, tanto bistrattata qui, quanto apprezzata all'estero, nonostante qualche piccola peccato veniale).