BMW HP: la storia del marchio
Ripercorrendo la storia recente di BMW Motorrad è facile notare come nella prima metà del decennio scorso qualcosa sia cambiato ai vertici della casa dell’Elica. Con l’arrivo delle prime quattro cilindri frontemarcia, ma soprattutto con il debutto in società delle “serie HP”, BMW Motorrad ha dato vita ad una precisa operazione di rinnovamento del marchio - fino a quel momento tradizionalmente associato a modelli di buone doti dinamiche ma dall'immagine un po' compassata - in chiave sportiva.
Ad Aprile 2005 viene svelato il primo modello, la HP2 (qui la nostra prova). HP come High Performances, 2 come i due cilindri del propulsore boxer; a Monaco giurano che rappresenti solo il primo di una lunga serie di modelli. Nel frattempo però restano tutti con gli occhi sbarrati, perché l’HP2 è bella da morire nella sua colorazione grigio/blu, con l’anteriore da 21” come una vera enduro professionale e linee che fanno il verso neanche tanto implicitamente alla leggendaria R80 G/S, sia pure in versione moderna.
Cattiva ed essenziale, è spinta dal propulsore boxer più potente visto fino a quel momento (105cv) e riesce
anche a pesare solo 175kg a secco. La scheda tecnica elenca anche una ciclistica con forcella a steli rovesciati da 45mm – perché quando si fa sul serio in fuoristrada il Telelever mostra i suoi limiti – e un’inedita sospensione posteriore ad aria, con tanto di pompa di stile ciclistico per variarne in tempo reale la pressione (ovvero grossomodo il precarico) e livella a bolla come riferimento per l’assetto. Chi va forte sul serio ci trova qualche limite, gli altri apprezzano e basta.
Unico problema, i 17.500€ richiesti per portarsela a casa. Cifra già elevata, che cresceva di altri 950€ per chi avesse voluto renderla più versatile nell’uso stradale con il kit denominato “Street Fun” (qui la nostra prova della HP2 in versione Motard): due cerchi Excel da 17” in grado di ospitare pneumatici 120/70 e 150/70 e disco anteriore da 320mm. La HP2 resta in produzione dal 2006 al 2009; già nel 2007 BMW prende però nota di quanti siano coloro che desiderano sfruttare la sua boxerona su strada. Detto fatto, a Monaco le cambiano il nome in “HP2 Enduro” e sfornano la HP2 Megamoto (qui la nostra prova).
Per 18.500€ ci si porta a casa un’HP2 Enduro riveduta e corretta per l’uso stradale. La ciclistica perde il mono ad aria, sostituito da un bell’Ohlins tradizionale, e si chiude un po’ nell’angolo di sterzo. Il peso sale un po’ – 178 i chili a secco – ma l’impianto frenante ora è al di sopra di ogni sospetto anche per l’uso sportivo su asfalto, con una bella coppia di dischi da 320mm. I 3kg in più vengono largamente compensati dall’aumento di potenza, visto che i cavalli salgono a 113. Su strada, ma anche su circuiti tortuosi, una Megamoto ben guidata si rivela un bruttissimo cliente per tutti. Molti fra coloro che sorridevano con sufficienza alla vista dei due cilindroni contrapposti del boxer tedesco iniziano a dover prendere nota che qualcosa è davvero cambiato.
Con l’HP2 Sport del 2008 (qui la nostra prova) BMW spinge ancora più forte verso il mercato stradale, realizzando uno dei modelli più affascinanti e raffinati del panorama mondiale degli ultimi anni. Facendo frutto dell’esperienza non ufficiale ma quasi maturata con il DBT (Das Boxer Team) che ha schierato nel Mondiale Endurance la sua KB35, la casa di Monaco evolve profondamente la tranquilla sportiva R1200S. La scheda tecnica parla di un nuovo propulsore bialbero da 130 cavalli e un peso contenuto in 178kg, risultato ottenuto a colpi di materiali pregiati. Tutta la carenatura e il codone autoportante (che integra lo scarico) sono realizzati in fibra di carbonio, e dovunque si posi lo sguardo si vedono dettagli in alluminio ricavato dal pieno, a partire dalla spettacolare piastra di sterzo.
Il comparto sospensioni è tutto Ohlins: a differenza che sulle altre HP2 l’avantreno fa affidamento sul sistema Telelever ed è presente l’ABS in una declinazione prettamente sportiva ed adatta all’uso in circuito – resta disinseribile, ma stavolta la necessità si sente molto meno. Sulla Sport debutta anche per la prima volta su un modello di serie il quickshifter che velocizza le cambiate (apporto da non sottovalutare sulle BMW Boxer, che non hanno mai avuto nella rapidità nell’innesto la loro dote migliore) unito ad un cruscotto LCD con diverse modalità di visualizzazione – anche questa una prima assoluta. Prezzo? 21.200 euro, che ne limitano il successo ad appassionati con le tasche profondissime.
L’ultimo capitolo della storia è recentissimo: dopo anni d’attesa, finalmente arriva quell’HP4 che a Monaco ci avevano promesso fin dall'inizio. Ironia della sorte, allora si pensò a versioni tiratissime ed esclusive delle serie K, mentre nel frattempo è arrivata l’S1000RR a sparigliare le carte - a breve potrete leggere la prova completa, mentre nel frattempo vi consigliamo di soddisfare la vostra curiosità con la nostra anteprima.
Le quotazioni dell’usato, tradizionalmente alte quando si parla di BMW, qui mostrano una tenuta ancora più forte rispetto alla media. Per una HP2 Enduro, fuori produzione ed uscita in numeri relativamente limitati, non è raro sentirsi chiedere cifre dell’ordine dei 15.000 euro. E anche per gli esemplari più vecchi e peggio tenuti il prezzo non scende mai sotto i 10.000. Il discorso non cambia granché quando si parla di Megamoto e Sport, pur con una quotazione massima relativamente più bassa per il semplice motivo che… basta recarsi in concessionaria per comprarne una nuova. Ancora per poco, però: anche Megamoto ed HP2 Sport sono modelli in phase-out. In tutti e tre i casi la tenuta del valore è un’ulteriore riprova del fascino degli allestimenti speciali della casa di Monaco, che con le HP ha risposto ad una richiesta specifica di un certo tipo di mercato. Che non farà grandi numeri, ma che fa sognare, e tanto.
Credo che
O cmq si arriva a l punto che uno pensa bene e l'altro di parere opposto pensa male.
piega