Che cosa sta succedendo in Europa sul bando all’endotermico
Il nostro Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica aveva già annunciato in un comunicato che avrebbe votato contro, alla riunione dei Rappresentanti Permanenti aggiunti (Coreper I), riguardo la proposta di Regolamento che prevede il bando alla produzione e vendita di auto e van con motori termici al 2035 approvata dal Parlamento Europeo il 15 febbraio.
I motivi? La necessità che "i target ambientali vadano perseguiti attraverso “una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa”, pianificata e guidata con grande attenzione, per evitare ripercussioni negative per il Paese sia sotto l’aspetto occupazionale che produttivo", mettendo in evidenza che "la scelta dell’elettrico non debba rappresentare, nella fase di transizione, l'unica via per arrivare a zero emissioni" anche per ragioni di costi al cliente finale, mentre il Ministro Pichetto aveva affermato che “L'utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici contribuirà ad una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini”.
A questa voce critica si era aggiunta anche la Germania per mezzo del suo Ministro dei Trasporti Volker Wissing, il quale aveva dichiarato che la Germania avrebbe sostenuto l'accordo soltanto in presenza di un'ulteriore proposta per permettere ai veicoli con motore endotermico alimentati con e-fuel di essere immatricolati anche dopo il fatidico 2035 e, tra l'altro, Polonia e Bulgaria (che si sarebbe astenuta, valendo come un voto contrario) avevano già espresso i propri dubbi.
Voto rinviato
In questo contesto, si sarebbe quindi dovuto votare ieri mercoledì 1 marzo ma la presidenza svedese Ue ha deciso di rinviare il voto previsto alla riunione del Coreper I a venerdì 3 marzo.
Sembra quindi che ci siano più voci che chiedono una riflessione su scadenze così nette quasi rivoluzionarie nel nostro comune modo di intendere la mobilità privata, mentre comunque molte Case automobilistiche stanno comunque impegnandosi a fondo per elettrificare la propria gamma ed essere pronte per il Fit for 55 e le conseguenziali zero emissioni di CO2 entro il 2035.
Cosa potrebbe ancora accadere? Restiamo in attesa del voto di venerdì, dove lo scenario potrebbe essere forse più chiaro; in ogni caso le elezioni europee del 2024 potrebbero cambiare ancora gli equilibri, mentre il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso ha parlato della clausola di revisione del 2026 (fondata sulla possibilità che entro quell'anno i progressi sui carburanti alternativi e-fuels e biocarburanti siano significativi nell'azzeramento della CO2 emessa) come ulteriore momento in cui far valere le posizioni di chi chiede di rivedere un bando del 2035 della produzione motori a combustione interna in Europa che ha anche importanti riflessi sulla complessiva politica industriale dell'Unione.
Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay
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Gustav1, Firenze (FI)Oggi: "discussione e voto rinviato a data da destinarsi", forse si sono accorti che questo Parlamento Europeo, che è in fase di rielezione a meno di dodici mesi, ha approvato un'utopia, oltretutto dannosissima per l'economia Europea, che non risolverebbe il problema che è Mondiale e che andrebbe ad avvantaggiare i Paesi che, loro si, sono la causa predominante del problema stesso.
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Danilo Pallastrelli - PC, Lugagnano Val d'Arda (PC)Stavolta siamo stati i primi: e anche stavolta dietro di noi, i teteschi arrancano.