Come ti interpreto la Honda Shadow
Negli ultimi quindici anni, Danny Berg, deus ex machina della Special Projects Division della Cobra USA di Ken Boyko, ha creato una trentina di belle special. Cobra US, per inciso, ha sede a Yorba Linda, in California, dove proprio da una trentina d’anni si occupa di design, progettazione e costruzione di sistemi di scarico ed accessori tecnici (sistemi di iniezione elettronica compresi) per il mondo custom e cruiser.
L’obiettivo per quest’anno era quello di realizzare un paio di modelli che riflettessero le attuali tendenze di un mercato in continuo cambiamento, e con pochi soldi da spendere.
La base sulla quale operare, per concretizzare il progetto di cui sopra, è stata una delle moto più semplici e a buon mercato attualmente in produzione, ovvero la Honda VT750S, che l’estro di Berg ha declinato sia in versione Tracker - evidentemente ispirata alle flat-tracker usate per correre di traverso sugli ovali sterrati - che, addirittura, in veste Scrambler.
Due belle moto, realizzate in quattro mesi di lavoro senza apportare costosi stravolgimenti ma con numerose rifiniture al materiale originale, ispirate a “pezzi” molto apprezzati negli States un bel po’ di anni fa: ovvero la racer ufficiale usata da Rick Graham e Bubba Shobert per vincere parecchie gare e relativi titoli nella serie AMA Grand National degli anni 80, e la famosa CL77 Scrambler bicilindrica da 305 cc, diffusissima oltreoceano negli anni sessanta.
Delle due, la Tracker è quella che ha richiesto un po’ più tempo per venire alla luce. Mentre l’avantreno ed il telaio sono rimasti praticamente quelli di serie, il posteriore è stato decisamente rivoluzionato. Spariti i due ammortizzatori, la sospensione posteriore ora verte su un nuovo forcellone marcatamente rinforzato, che agisce su un monoammortizzatore centrale tramite cinematismi di progressione. Il serbatoio è quello di serie, snellito dalla bella colorazione tricolore e dotato di tappo stile aeronautico, mentre il codino in fibra di vetro è il medesimo utilizzato sulle moto da gara del team ufficiale Honda. E davanti spiccano l’immancabile piastra “porta numero” con due faretti polielissoidali incastonati, e le plastiche rosse a protezione della forcella. Gli scarichi, manco a dirlo, sono due Cobra, con trattamento superficiale ceramico in nero opaco.
Quanto alla Scrambler, fianchetti e cablaggi elettrici sono stati modificati per consentire l’alloggiamento dei particolarissimi collettori gemelli rialzati, il cui andamento sinuoso è stato studiato per interferire il meno possibile con la gamba destra del pilota, incassando tra l’altro di 25 mm gli attacchi degli ammortizzatori posteriori, sostituiti con una coppia di Progressive Suspension. Da notare che il serbatoio originale è stato abbellito dalla “giuntura” centrale, dai paraginocchia in gomma e dallo storico stemma Honda tondo, con l’ala dorata.
Per entrambe le moto, la selleria è opera di Le Mans Saddles, che da anni collabora con Cobra, mentre le verniciature sono opera di Scott “Chivo” Harrington, di Lead Sled Customs.
che belle!!
Belle ma.....!!!
Ma...io avrei messo un freno a disco sulla ruota posteriore....e un doppio disco sull' anteriore....!!!
Visto che uno dei punti deboli di questa moto....sono i freni....!!!
Ciaoo Tony