MERCATO

Confindustria/ ANCMA: guardare al futuro

- Reagire alle difficoltà del mercato è possibile, con idee chiare ed iniziative coerenti. Le iniziative di Confindustria/ANCMA, le proposte legislative e il Forum Mondiale WMF
Confindustria/ ANCMA: guardare al futuro

Sarebbe facile farsi prendere dallo sconforto guardando i dati delle vendite di quest’ultimo periodo, ancora una volta in significativo calo rispetto al corrispondente 2011 di un 26,9%. Ancora più facile disperarsi nel veder calare anche il mercato dell’usato, che finora aveva lavorato in controtendenza facendo registrare un segno positivo fino all’anno scorso, e un calo generalizzato anche nel settore caschi. Ma piangersi addosso non è fra i compiti istituzionali di Confindustria/ANCMA, che ha aperto la sua Assemblea Generale con un bellicoso intervento di Corrado Capelli, presidente dell’associazione, che ha annunciato azioni di lobbying presso le istituzioni, un impegno nella riforma del codice della strada e nell’affrontare le criticità del settore, ma anche con inedite iniziative a livello internazionale.

 

Lo scenario internazionale

Iniziamo proprio da queste, perché piaccia o meno, le normative nazionali – e i conseguenti investimenti necessari da parte delle case – dipendono sempre più dalle decisioni prese a Strasburgo, in sede di Comunità Europea. A titolo indicativo, fra il 2014 e il 2020 è prevista una graduale introduzione di normative che modificano profondamente la regolamentazione europea relativa all’omologazione dei veicoli a motore, con implicazioni relative a sicurezza dei veicoli e impatto ambientale che dovrebbero costare alle Case cifre stimate in diversi miliardi di euro. Investimenti, ovviamente, sostenibili solo in cambio di un ritorno economico che, nello scenario attuale, è sempre più difficile da ipotizzare.

 

Inevitabile che le Case debbano unirsi, ancora più di quanto non abbiano fatto finora attraverso l’ACEM (organo professionale europeo che rappresenta gli interessi e le capacità di 12 costruttori per un totale di oltre 30 marchi, 15 associazioni nazionali e 150.000 posti di lavoro, per un fatturato totale, indotto incluso, di circa 34 miliardi di Euro, tanto per darvi qualche dato), per proteggere i propri interessi e il mercato, evitando di riversare sul cliente finale tutti i costi derivanti da tempistiche troppo stringenti per le variazioni dei processi omologativi, o in generale sull’equipaggiamento standard di motocicli e ciclomotori – ricordiamo come l’ondata di provvedimenti prevista per il 2017, per dirne una, comprenda l’adozione obbligatoria dell’impianto ABS per tutti i mezzi dai 125cc in su. E come gli standard relativi alle emissioni prevedano una roadmap che obbliga al rispetto delle normative Euro-4 nel 2014, Euro-5 nel 2017, Euro-6 (i cui livelli massimi di monossido di carbonio, idrocarburi e monossido d’azoto non sono addirittura ancora stati stabiliti) nel 2020.

 

World Motorcycle Forum: ad EICMA dal 2014

Ecco perché EICMA, a partire dal 2014 - in occasione del centesimo compleanno dell'esposizione - sarà il teatro del primo WMF, ovvero World Motorcycle Forum. Un inedito summit mondiale che vuole diventare occasione per riunire tutti i costruttori sotto un unico tetto ed intavolare discussioni interne e con le controparti istituzionali (tanto italiane che internazionali) per migliorare lo scambio di informazioni, di proposte e di ipotesi tra mercati che stanno soffrendo di più ed altri che crescono velocemente.

 

SBK-EICMA

EICMA ha stretto contatti ancora maggiori con il Mondiale Superbike: dopo l'iniziativa 2011 del Paddock Show, la nuova idea anticipata dal Direttore Generale Pier Francesco Caliari è lo sviluppo di SBK-EICMA Live, una sorta di fiera lunga da marzo a novembre, all'interno del Superbike Village. Con lo scopo di portare ad una maggior attività promozionale e commerciale delle aziende verso gli appassionati durante tutte le tappe del Mondiale delle derivate di serie.

 

Ma c’è anche casa nostra…

«In questo momento storico di incertezza economica e latitanza di soluzioni immediate, vogliamo porre le basi per una corretta riflessione e fare sistema con forza. Abbiamo azioni e interventi mirati e progetti attualmente in essere, che sono veri e propri pilastri per un dialogo costante con le istituzioni e iniziative in embrione che hanno lo scopo di rilanciare il mercato» sono le parole con cui Capelli ha introdotto la strategia che si intende applicare, facendo seguire attraverso Claudio De Viti, Direttore del Settore Moto di Confindustria ANCMA, una panoramica delle azioni con cui si intende affrontare di petto, ma in maniera ragionata, le difficoltà che il mercato vive attualmente.

 

Fondamentale, in questo campo, la comunicazione. E' necessario far pervenire al pubblico e alle istituzioni come le due ruote siano fondamentali nella lotta contro congestionamenti del traffico e problemi di posteggio, come ha dimostrato l'esperienza Area C a Milano (a proposito della quale ci piace ricordare come sia stato proprio Moto.it, insieme ad Ancma, a segnalare l'incoerenza che inizialmente vietava l'accesso alle due ruote Euro 0). Ed è importante anche far passare il messaggio verso le famiglie – attualmente poco propense allo svecchiamento dei propri mezzi a motore – di come un buon 50% del parco a due ruote circolante sia obsoleto, e dunque soggetto a pesanti compromessi in termini di sicurezza.

 

Passando alle proposte attive, grazie all’intervento di Confindustria/ANCMA sono stati inseriti i mezzi a due ruote con emissioni fino a 95g/km di CO2 nel provvedimento di agevolazione attualmente in discussione, del costo di soli 70 milioni di euro a fronte di un bacino potenzialmente molto più elevato: parliamo di quel 50% sopra citato, che pesa per 4,5 milioni di veicoli (!). E si tratta soltanto del primo passo, perché sempre in nome delle considerazione di cui sopra relativa alla sicurezza, ANCMA si sta battendo per estendere tali facilitazioni (finanziamenti, per parlare più chiaro) anche ai veicoli dotati di sistemi di frenatura avanzata (leggasi ABS nonché ad azione combinata) e controllo di trazione. Ed è attualmente in fase di valutazione un’altra proposta fortemente voluta da ANCMA: l’istituzione di un fondo dedicato alle generazioni più giovani, che dia modo ai rivenditori di praticare condizioni di acquisto particolarmente favorevoli anche verso chi è caratterizzato da una situazione di lavoro atipica.

 

La riforma del Codice e le prospettive future: attenzione per le due ruote

ANCMA è anche attualmente impegnata nel processo di riforma del Codice della Strada, attualmente al vaglio della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. In particolare, attraverso una mozione parlamentare promossa dall’ex Ministro degli Esteri, On. Frattini, si sta cercando di definire i motociclisti come utenti deboli della strada alla stregua dei pedoni (in quanto parimenti esposti in caso di collisioni con veicoli a quattro ruote), alla definizione di standard per le infrastrutture stradali e per la segnaletica adeguata per gli utenti delle due ruote, e soprattutto di rendere universale la possibilità, da parte di ciclomotori e motocicli, delle corsie preferenziali riservate ai mezzi pubblici.

E non finisce qui: a dimostrazione che chi di dovere ha fatto bene i suoi compiti a casa, ANCMA ha affrontato uno dei problemi da cui deriva la barriera forse più alta rispetto alla decisione d’acquisto: il prezzo delle polizze assicurative, derivante da costi di risarcimento in continuo aumento ma soprattutto dal fenomeno delle truffe, particolarmente diffuso nel nostro paese più che nelle altre realtà europee. Una soluzione identificata da ANCMA potrebbero essere le tecnologie legate ai ricevitori GPS ed Emergency Call, già inserita come obbligatoria per le auto a partire dal 2015, che renderebbe difficilissimo inscenare truffe e falsi sinistri. Il problema, al momento, sta nel costo (stimato al di sotto del centinaio di Euro) che non è realistico auspicare assorbito completamente dalle compagnie assicurative. Che ANCMA, comunque, ha invitato ad un confronto costruttivo che dia modo di identificare i problemi. E, cosa ancora più importante, le opportunità…

 

 

  • MM2
    MM2, Monte San Pietro (BO)

    ecco una proposta intelligente

    "per esempio, con un'assicurazione RC basata sulla persona e non sul mezzo e con un'eventuale piccola maggiorazione per ogni mezzo posseduto in più. Immaginate di dovere pagare una sola RC per utti i mezzi a due ruote posseduti: io me ne comprei tre o quattro!"

    questa sarebbe una cosa magnifica ed anche giusta visto che il rischio si concretizza nell'uso del mezzo ed una persona non può guidare contemporaneamente più di un mezzo alla volta, ma mettiamoci il cuore in pace, non verrà mai fatta e il perchè è ben chiaro, le assicurazioni hanno circa un 25% tra imposte e contributo ssn, meno contratti -> meno gettito
  • sestacorda
    sestacorda, Sant'Agata li Battiati (CT)

    Crisi e rimedi

    Credo che uno degli ostacoli più forti all'acquisto delle moto da parte delle nuove generazioni sia il basso reddito che non consente al capofamiglia di sostenere le spese di gestione di un'altro mezzo. Di fronte a questa vera e propria emergenza di settore attualmente sopravvivono solo i mezzi di alta fascia e costo, ovviamente acquistati da chi è appassionato e dispone di un reddito sufficientemente alto.
    In questo modo la moto, da parte delle famiglie e da parte delle istituzioni, viene non più ritentuta un mezzo di trasporto ma un bene di lusso del quale si può fare a meno e come tale tassato e vessato.
    D'altra parte i giovani non sono più incentivati a raggiungere la propria emancipazione attraverso il "guadagno sociale" che lo spostarsi in motocicletta permette, e forse non vogliono nemmeno più possedere le cose, i beni. Preferiscono averli in affitto, in uso, in comodato, sopratutto per non incorrere nelle pastoie burocratiche ed economiche che il possesso di un bene di lusso come la motocicletta comporta.
    Solo chi ha una passione smisurata, in questo modo, può volere a tutti i costi una motocicletta, ma non tutti hanno il denaro sufficiente a permettersela.
    A questo punto è forse meglio interpretabile anche il calo del mercato dell'usato e dei caschi. Chi ha già una moto se la tiene, chi non ce l'ha non è disposto a fare sacrifici per un mezzo che va ad incidere notevolmente nel bilancio familiare e tutto l'indotto segue a ruota questo andazzo poco rassicurante.

    Di certo in futuro continueremo a spostarci, quindi il mercato della moto non scenderà mai sotto una certa soglia minima, raggiunta la quale molte aziende (forse pure alcune di quelle che oggi puntano solo su prodotti premium) avranno già chiuso i battenti.

    Non è l'incentivo all'acquisto che, secondo me, può fare la differenza: potrebbe farla invece cercare di ridurre i costi di gestione anche attraverso modalità nuove di "possesso" del mezzo a due ruote; per esempio, con un'assicurazione RC basata sulla persona e non sul mezzo e con un'eventuale piccola maggiorazione per ogni mezzo posseduto in più. Immaginate di dovere pagare una sola RC per utti i mezzi a due ruote posseduti: io me ne comprei tre o quattro!
    Perchè ANCMA non fa pressioni lobbistiche per ottenere un risultato del genere? Non sarà una soluzione definitiva, ma forse un piccolo passo concreto in avanti per uscire dalla crisi del settore.

    Antonio
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