Gabriele Del Torchio: "Ducati, ci sono trattative, ma non a senso unico"
Subito dopo la premiere mondiale di Manhattan e prima del vernissage in terra d’Oriente del 29 marzo al Diesel store di Tokyo-Shibuya, l'emporio Diesel di via del Corso ha ospitato il debutto europeo della Ducati Monster Diesel.
Una serata in stile Dolce Vita (clicca qui per leggere com'è andata), con il locale affollato di facce note del piccolo e grande schermo, VIP convertiti alla passione per le due ruote e ragazze i cui abitini stretti mal si conciliavano con la possibilità di mettersi in sella senza rivelare più del lecito. Comunque sia, è stata una festa: a fare gli onori di casa, Renzo e Stefano Rosso, insieme a Gabriele Del Torchio con altri uomini dello staff Ducati.
La nostra intervista a Gabriele Del Torchio
La serata ci ha offerto l'occasione di parlare con il Presidente di Ducati Motor Holding del futuro della Casa italiana. A Gabriele Del Torchio, più che commenti sulla collaborazione con Diesel, abbiamo infatti chiesto di fare il punto sulla situazione dell’azienda che dirige. G.D.: «Iniziamo dalla situazione di mercato: come sapete, il 2011 è stato per vendite il miglior anno nella storia di Ducati, ma il 2012 è iniziato ancora meglio. Siamo, infatti, ad un + 15% sull’anno scorso, dato riferito ai mercati di tutto il mondo; in Italia, gennaio e febbraio sono stati disastrosi, complice anche la condizione atmosferica terribile. Ora iniziano le consegne della Panigale, per la quale ci sono richieste superiori alle attese, e la situazione migliorerà».
La domanda che tutti vorrebbero fare è però un’altra: ci sarà per tutta la stagione il marchio AMG sulla moto di Valentino?
G.D.: «Le voci sul futuro di Ducati sono spesso voli pindarici: ci sono trattative, ovviamente, dopo che Andrea Bonomi ha annunciato al Financial Times di voler monetizzare l’investimento fatto da Investindustrial Holdings. Operazione legittima, ovviamente, ma che non significa per forza vendere Ducati: ci sono trattative, ma non a senso unico. Uno scenario alternativo è quello del ritorno alla quotazione in Borsa, che personalmente preferisco. In ogni caso, l’orizzonte sul quale ci muoviamo per arrivare ad una scelta è di mesi, non certo giorni. Comunque vada, Ducati conserverà le sue caratteristiche più importanti: creatività ed innovazione, radicamento a Bologna, capacità di innalzare costantemente l’asticella delle performance dei nuovi prodotti, esplorazione di nuovi segmenti di mercato. Condizioni, queste ultime, che derivano dalla scelta di utilizzare ben l’8% del nostro fatturato in Ricerca & Sviluppo. Poche altre aziende, credo, possono esibire tale concreta fiducia nel futuro delle due ruote».
Alfonso Rago
ben venga il gruppo audi-vw
COME NO..
Quando un'azienda entra in borsa, 90% lo fa per condividere debiti. Povera Ducati.. com'è possibile pensare che con questa crisi globale lei sia la sola immune?!