EICMA 2013: Yamaha SR400
Presentata per la prima volta negli anni '70 la SR è un modello storico di Yamaha, che adesso la reinventa in chiave moderna ma con uno stile inconfondibilmente retrò.
Il ritorno di SR nel 2014 è l'avanguardia del nuovo segmento Yamaha Sport Classic. Certamente la chiave di lettura di questo modello non si trova nelle prestazioni. Il monocilindrico 4 tempi raffreddato ad aria, SOHC, e 2 valvole, dal punto di vista tecnico è pressoché identico all'originale, con alcune eccezioni.
SR400 ha alesaggio e corsa di 87 mm x 62.7 mm ed un rapporto di compressione 8,5:1. La differenza più evidente tra il motore delle origini e quello attuale è l'impiego di un nuovo sistema d'iniezione elettronica, che permette alla moto di essere conforme alle normative vigenti sulle emissioni, e facilita anche le partenze rispetto al modello storico.
I tecnici Yamaha però non hanno voluto rinunciare al carattere originale della moto, e quindi l'unico moto per fare partire SR400 è il pedale. Niente panico però: la nuova iniezione elettronica rende molto più facili le partenze. Il nuovo impianto di accensione a transistor genera una scintilla migliore e contribuisce a facilitare la partenza. Un indicatore sul lato destro del cilindro mostra quando il pistone è nella posizione ideale per la partenza, e la leva del decompressore sul manubrio, a sinistra, aiuta il pilota a far partire il motore senza problemi.
Caratteristiche principali del motore
Monocilindrico da 400 cc raffreddato ad aria
Semplice ed efficace design a 2 valvole, SOHC
Alesaggio per corsa 87 mm x 62,7 mm
Rapporto di compressione 8,5:1
Erogazione tranquilla per una guida rilassata
Iniezione elettronica semplice e compatta
Consumi ridotti e affidabilità collaudata
Avviamento a pedale
Decompressore ed indicatore della posizione del pistone per partenze facili
Lubrificazione a carter secco con circuito olio nel telaio
Filtro dell'aria di grande capacità
Leva frizione facile da usare
Accensione a transistor
Scarico cromato con catalizzatore a 3 vie
Ciclistica
La SR400 nella versione 2014 adotta un telaio a semi doppia culla realizzata con tubi in acciaio. Il telaio è stato progettato per consentire il passaggio dell'olio nel trave principale e nel motore. Il circuito dell'olio nel telaio presenta numerosi vantaggi rispetto a un impianto a carter umido. Le perdite di pompaggio all'interno del motore sono ridotte, e l'assenza della coppa dell'olio sotto il motore aumenta la luce libera da terra. L'olio nel telaio permette anche di ottenere una moto più snella, che offre ai piloti moltissime possibilità di personalizzazione.
SR400 adotta una forcella tradizionale con un'escursione di 150 mm e un doppio ammortizzatore posteriore, con 100 mm di escursione. La sagoma familiare del serbatoio a goccia è praticamente la stessa del modello originale, tranne la capacità che è di 12 litri.
Il freno anteriore è a disco con una pinza a due pistoncini. La frenata posteriore è assicurata da un freno a tamburo sigillato.
La SR400 monta ruote da 18 pollici in stile classico hanno cerchi leggeri d'alluminio.
@ contact5278
Ma ci sono due cose che fanno meditare:
1) Parliamo di una moto i cui costi di produzione sono stati ammortizzati da decenni, in più con la scusa del retrò risparmiano anche sul motorino di avviamento, ma te la fanno pagare come se fosse un mostro di tecnologia appena partorito dalla NASA.
2) La potenza erogata è davvero ridicola, 23,2 CV, tanto per fare un paragone impietoso, la Suzuki TU 250X del 1996 ne aveva 22.
Se fosse venduta ad un prezzo allineato a quello giapponese (come per il resto della produzione) potrebbe conquistare una bella nicchia di mercato, ma così è del tutto impossibile
Yamaha non è nuova a flop per errori madornali del reparto marketing, ad esempio quando hanno cercato di piazzare da noi la dimessa YBR 250 moto fatta in Brasile per il mercato del terzo mondo, a quasi 5.000 €.
Purtroppo non hanno imparato niente dai loro errori.
Epocale
scherzi a parte moto epocale ma veramente troppo cara per i contenuti che offre.
saluti.