EnduroGP. Josep Garcia, il dominatore [GALLERY]
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Brioude, Francia, Settembre 2024. Ha vinto molto, e non in una sola direzione. Certamente, per classe e “metodo” è uno dei Campioni più rappresentativi dell’Enduro Moderno. È Josep Garcia, 22 Dicembre 1996, Súria, Catalunya. “Double World Champion”, doppio Campione del Mondo di Enduro. Classe EnduroGP e classe Enduro1, quella di pertinenza. Nella classe regina gli hanno tenuto testa, ove possibile, Steve Holcombe, Beta e Andrea Verona, GasGas, che hanno chiuso con gli stessi punti a 24 lunghezze dal leader “definitivo”. La stagione è stata, comunque, non facile ma abbastanza a senso unico. Garcia ha vinto metà delle 14 giornate di Gara disputate, contro le tre a testa degli avversari più diretti, e avesse dovuto scartare il peggior risultato avrebbe dovuto rinunciare ai 13 punti del quarto posto il sabato in Slovacchia. Niente male, vi pare? Più apparentemente “tirata” la battaglia della Enduro1, ma solo per il fatto che quando non ha vinto Garcia, 8 successi, ha vinto Holcombe, 6 vittorie, con il duellante sconfitto sempre secondo. Insomma, per l’ufficiale Red Bull KTM Factory Racing, è la stagione “meglio che perfetta”, ovvero dominata ma mai nella noia della routine o del risultato scontato. E con questo fanno 5. Ovvero i Mondiali E2 del 2017 (vecchia formula) e 2021, i due E1, 2023 e 2024, più l’EnduroGP 2024 che è anche quello della prima volta di KTM nella classe regina (nuova formula). Felicità top in Austria, e a Bergamo dove Fabio Farioli ancora una volta non ha fallito (anzi raddoppiato, visto che il Titolo E2 di Andrea Verona, di cui parleremo, esce dalla stessa tenda).
Dunque vincere non è stato facile…
Josep Garcia. “È chiaro, vincere non è mai facile!”
Finale nervoso?
JG. “Mi sono sorpreso, il giorno prima. Mentre “camminavo” le Speciali, ero sicuro che avrei sentito la pressione. Poi, il giorno della gara mi sono stupito di come mi sentivo rilassato. Penso che sia stato quello che mi ha fatto vivere in perfetto giorno di gara.”
Pensi mai, mentre corri, quella cilindrata è meglio di questa, o il contrario?
JG. “Nell’Enduro di oggi devi dare sempre il 100%. Se credi di controllare o di prenderti una pausa, o di star lì a pensare, fai presto a scoprire che ti hanno dato dieci o venti secondi. E così è per la moto, una volta scelta non ci devi pensare. Da questo punto di vista l’Enduro è il migliore sport del Mondo: Puoi vincere con qualsiasi tipo di moto, dalla più piccola alla più potente. La 250 è una gran moto, come tutte le KTM, ci sono situazioni veloci in cui la 350 potrebbe essere più veloce, ma la 250 mi va bene, mi sento a mio agio, e comunque sono concentrato sempre sulla guida. Probabilmente guiderò la 250 anche il prossimo anno.”
Il livello dell’Enduro è alto. Quindi anche il confronto con gli avversari è così…
JG. “Sì, il livello dell’Enduro è incredibilmente alto, e per quanto riguarda gli avversari è lo stesso. Vincere una giornata di gara è difficilissimo, bisogna che tutto sia perfetto. Quest’anno è stato un livello altissimo per tutti, nessun infortunato, nessuno davvero sfortunato. Tutti i più bravi hanno corso ogni giorno con lo stesso obiettivo.”
Beh, Freeman è arrivato in forma un po’ più tardi, e Holcombe ha dovuto adattarsi alla nuova moto…
JG. “Per quanto riguarda Freman credo che il problema sia il tempo necessario per ciascuno di noi per recuperare. Io, per esempio, recupero abbastanza in fretta. Holcombe, è vero, ha dovuto adattarsi alla moto, ma ha avuto le gare prima del Mondiale, quelle dell’Italiano, e io per la verità l’ho trovato più forte dell’anno scorso. Sì, direi che è stata una lunga battaglia a quattro, io, Brad, Steve e Andrea.”
È la prima volta che un Pilota KTM, tu, vince la classe regina, l’EnduroGP. soppongo che sia importante…
JG. “Sì, certamente vincere una classe è bello, vincere l’Assoluta lo è di più, ma vincere per KTM il primo Titolo della EnduroGP è stato un obiettivo e un orgoglio. Sono quelle cose che restano scritte, scolpite.”
5 Titoli, e per un po’ di tempo sei sparito dalla scena del Mondiale. Dov’eri e come è stata quella esperienza?
JG. “Sì, son stato fuori dal Mondiale per tre anni, e in quel tempo ho corso la WESS serie. Ho imparato cos’è l’Hard Enduro, ho imparato un sacco di cose, di tecnica delle moto, di guida. Credo che sia stata un’esperienza che ha fatto di me un Pilota più completo. Ho corso le classiche più importanti e famose del mondo. Certo, quando sono tornato al Mondiale di Enduro ero contento. Questo è il mio mondo.”
E quando sei tornato, l’hai trovato cambiato questo mondo?
JG: “Beh, in verità credo che questo sport sia cresciuto molto negli ultimi due anni. Quando sono tornato mi è sembrato più o meno lo stesso. Credo che in questi due anni tutti abbiamo fatto un buon lavoro, intendo gli organizzatori, il promoter, i piloti e i team. Abbiamo portato un bello spettacolo e abbiamo visto crescere il numero degli spettatori e degli appassionati. Dire un gran lavoro da parte di tutti.”
Stagione bella e combattuta. È bello che sia stato proprio Holcombe il primo a complimentarsi con te…
JG. “Sai, io ho un grande rispetto per lui, e credo che lui lo abbia per me. Quando si corre si è effettivamente uno contro l’altro, ma quando la corsa è finita non è più così. È stata una bella battaglia, sapevo che lo sarebbe stata, sia nella classe che nella EnduroGP, e non c’era solo Steve. Direi che entrambi abbiamo offerto un bello spettacolo al nostro pubblico. “
Pensi che ci siano giovani piloti “in arrivo”, dei “vecchi” che ritorneranno forti?
JG. “So che il ricambio è inevitabile, qualche giovane arriverà reclamando quello che abbiamo fatto noi, e magari prima o poi ci batterà. Non so, ognuno ha la sua storia. Magari qualcuno farà fatica a salire di classe. Io, per esempio, mi sono trovato subito bene tra i “grandi” quando ho fatto il salto dalla Junior. Diciamo che la crescita, la promozione di classe richiede anche un adattamento mentale. Insomma non so, ma vedo che ci sono già dei giovani molto veloci. E alcuni dei “vecchi” ci saranno ancora. Freeman, come dici tu, è un gran pilota, sa come si vince, e c’è Watson anche, direi che ci sono sei o sette piloti che possono lottare per un podio in EnduroGP.”
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