Gilberto Parlotti 50 anni fa, Trieste lo ricorda
Parlotti, un mito che ricordammo nello scorso febbraio ricostruendo il clima che si respirava in Italia alla vigilia dell’attesissima stagione mondiale 1972. C’erano Agostini e Pasolini divisi da una bella rivalità e poi lui, Gilberto Parlotti, grande favorito per il titolo della 125 in sella alla pesarese Morbidelli. Quel Gilberto che purtroppo ci ha lasciato esattamente cinquant’anni fa, il 9 giugno del ’72: era impegnato nel Tourist Trophy all’isola di Man, gravissime furono le conseguenze di una rovinosa caduta che ancora oggi non ha cause chiare. Pioveva, forse una rottura meccanica, forse una macchia d’olio.
Era un bellissimo personaggio, Parlotti, andate a rileggere il pezzo a lui dedicato che pubblicammo mesi fa. Era uno dei tanti ragazzi “malati” di corse negli anni Sessanta, senza soldi e con moto rimediate: prima le gimkane e le salite, poi i primi circuiti stradali vicini a casa. Meccanico di professione era il capostipite Angelo Parlotti, padre di Gino, Silvano, Gilberto appunto, e poi Mauro che sarebbe arrivato più avanti. Lavorando soprattutto su Motom e Gilera, il giovane Gilberto imparò il mestiere.
Corse con tutto quello che riuscì a rimediare, il pilota di Trieste. E quando anche le case riconobbero il suo talento ebbe la possibilità di saltare in sella alla Benelli 250, alla Ducati 500, soprattutto sulla bicilindrica 125 di Morbidelli a partire dal 1970, vincendo per la prima volta a Brno. Di quel tragico 1972, il TT era la quinta prova: Gilberto aveva dominato al Nurburgring e a Clermont-Ferrand, poi aveva perso la volata con Nieto al Salz e infine a Imola, pur perseguitato dalla malasorte, aveva chiuso al terzo posto. Guidava la classifica con ampio margine, era il più forte.
Il Moto Club Trieste comunica una serie di appuntamenti per la giornata del 9 giugno. Al mattino la deposizione di una corona d’alloro sulla tomba di Gilberto, al cimitero comunale di via dell’Istria 20 a Trieste; poi tutti in via Parlotti, la via alla periferia della città che porta il nome del pilota. L’evento clou alle 18, in collaborazione con il Comune e con l’assessore (sport e cultura) Giorgio Rossi: nella sala dell’Auditorium del museo Revoltella, in via Diaz 27, i racconti dei testimoni. Ci sarà Luigi Rinaudo, che condivise le corse con Parlotti, Franco Damiani presidente onorario del motoclub e custode dell’archivio sportivo, ci sarà probabilmente anche Luciano Battisti, pilota e tecnico pesarese molto vicino a Giancarlo Morbidelli. Naturalmente non mancheranno il figlio di Gilberto, Paolo, e il fratello minore Mauro.
Lo storico Moto Club Trieste ha pubblicato qualche anno fa, nel 2016, un libro dedicato al grande concittadino: “Gilberto Parlotti, la corsa incompiuta”, scritto da Claudio Ernè, prezzo di copertina 25 euro, 128 pagine e moltissime fotografie. Per averlo: [email protected].
bravo Nico