Giorgetto Giugiaro: 85 anni e la moto da trial
Sul Corriere di Torino compare una bella intervista all’amico Giorgetto Giugiaro, a firma Christian Benna. Il “car designer del secolo” compie ottantacinque anni e lo fa in sella alla moto da trial, una delle sue grandi passioni. Si parte dal successo e Giugiaro introduce subito la moglie.
“Devo tutto a mia moglie. Maria Teresa mi ha lasciato sperimentare e anche sbagliare. E soprattutto mi ha perdonato tutti gli errori che gli uomini fanno: compresi i cinque denti che ho perso andando a sbattere in moto contro una pianta".
Eh sì, perché ricordiamo bene la disavventura che lui stesso ci aveva raccontato: era solo con la moto da trial sulle sue Alpi Marittime intorno a Garessio, in una caduta perse cinque denti nell’urto contro un albero e senza scomporsi più di tanto li raccolse da terra e corse dal dentista per farseli aggiustare.
“Ho cominciato a fare trial quarant’anni fa, quando cercavo di stare alle costole di mio figlio Fabrizio che all’epoca aveva quattordici anni e in moto era scatenato. Lui ora si è convertito in toto all’elettrico. Io non ancora, almeno non del tutto e continuo felicemente a sgasare, meglio se a due tempi”.
Giorgetto è nato a Garessio nel 1938 e insegue il traguardo, “quello sì che conta”, dei 60 anni di matrimonio (il prossimo 5 settembre) con Maria Teresa Serra.
“La mia fortuna. Ci siamo conosciuti quando entrambi lavoravamo in Fiat. Nel 1959 mi sono licenziato per andare a lavorare con Nuccio Bertone e lei non ha battuto ciglio. Una scelta da pazzi, lasciavo il certo per l’incerto, non potevamo far altro che innamorarci”.
Dalla sua matita sono nate alcune delle auto più significative della storia: Golf, Panda, Uno, Thema, Punto, Delta, 159... Poi le meravigliose coupè e le spider fino alla De Lorean DMC 12 di Ritorno al Futuro. Oltre 150 modelli… E Giugiaro è sempre molto in forma.
“Gli anni volano, le gambe sono più fragili ma me la cavo: è la testa che conta, il fisico in qualche modo segue. Faccio sport, tante uscite con la moto da trial durante l’anno. Con la vecchiaia ho riscoperto il disegno, la pittura che studiavo da ragazzo a Torino: sto lavorando a una pala d’altare per la chieda di Garessio. E a un ritratto di mia moglie”.
Gli viene chiesto se c’è nostalgia per le belle auto di un tempo e Giugiaro ha una visione particolare.
“Disegnavamo belle auto perché eravamo poveri. Quando si hanno pochi mezzi l’ingegno viene in soccorso. Poi c’è stata l’età barocca dell’auto, in cui i designer si sono sbizzarriti ma non sempre con grandi risultati. Oggi le auto sono un po’ tutte uguali, ma sono convinto che l’elettrico darà la spinta giusta”.
Non è tuttavia un fan dell’elettrico, Giugiaro. Dice piuttosto di essere ossessionato dalla innovazione e dalla creatività.
“Mi interessa tutto ciò che è nuovo, tranne per quello che riguarda la mia moto due tempi. Guido una Ioniq 5 che mi ha regalato il presidente della Hyundai e mi diverto un sacco. Sono convinto che usciranno altri grandi designer in futuro».
Pare che il maestro del car design continui a spingere sull’acceleratore anche alla guida della sua auto elettrica. E lui conclude: "Che ci vuole fare. Noi siamo fatti per trasgredire, oltrepassare i limiti. Qualche volta mi è capitato di essere inseguito dai Forestali sulle Alpi perché tendo a sgarrare e percorrere sentieri proibiti. In Sardegna invece è successo il contrario: ho convinto i Forestali del posto a scortarmi per scoprire nuovi percorsi”.
Proprio sopra Garessio ho incontrato da 14enne il Sig. Giugiaro..entrambi in trial...simpaticissimo...non lo riconobbi e chiaccherammo di moto per 5 min....
Ecco perché si va' lontano e bene in tutti gli aspetti della vita. . E poi il 2 tempi tiene sempre vivi, toglie eventuali scompensi, aritmie, fragilità, malumori, insonnie e tanto altro.