Harley-Davidson riduce le proprie attività in India?
Secondo il sito ET Auto che riporta fonti del mercato automotive, Harley-Davidson è in procinto di chiudere il proprio stabilimento indiano di Bawal verso la fine del prossimo mese e avviarsi verso un consolidamento della propria presenza nel paese asiatico dove, tra l'altro, anche a seguito della pandemia ha registrato una diminuzione delle vendite.
La decisione, se confermata, sarebbe in linea con quanto programmato da nuovo CEO Jochen Zeitz che ha rivisto il precedente piano More Roads to Harley-Davidson in base alla necessità di portare la Casa di Milwaukee verso deciso cambio di rotta, rispetto al calo delle vendite degli ultimi quattro anni, attraverso una serie di misure che riguardano la struttura dell'azienda, il suo modello di business e la revisione della gamma modelli.
Il nuovo piano industriale di Harley-Davidson, The Hardwire, prevede di ridurre del 30% la gamma dei modelli offerti e di concentrarsi sui 50 maggiori mercati in cui opera - basati principalmente in U.S., Europa e Asia - per aumentare la redditività e la chiusura dell'impianto indiano ne sarebbe una diretta conseguenza.
Il mercato della motocicletta in India è molto grande, oltre 20 milioni di veicoli venduti in un anno, ma solo 10.000 di questi sono di alta gamma: probabilmente il nuovo management ritiene più conducente modificare la propria presenza su questo mercato e fornire solo modelli CBU (preassemblati). Harley-Davidson India è direttamente controllata dalla Casa madre fin dalla sua fondazione nel 2009 e la chiusura dello stabilimento di Bawal potrebbe significare la cessazione della produzione locale della Street 750 che proprio in questi giorni in India ha visto ridursi il suo prezzo di listino, ulteriore segnale che potrebbe confermare le voci sulla chiusura dell'impianto.