Honda CBX 1000 Wimoto Special: sei cilindri, tutto monobraccio
Per una volta non gridiamo al sacrilegio: la bella special su base Honda CBX 1000 "sei cilindri" (non sappiamo esattamente di quale anno, se naked o se sia la prima o la seconda versione della turistica, quella con il monoammortizzatore al posteriore) costruita dall'engineering olandese Wimoto ci sembra particolare e con una sua personalità, tanto da non far rimpiangere il modello dal quale deriva e, sopratutto, non è stata ottenuta da una CBX in condizioni perfettamente originali, quanto da una già modificata. Nessuna "sei cilindri" in condizioni immacolate è stata maltrattata per la realizzazione di questa special, e in ogni caso la storica e unica moto degli anni '80 non è nuova ad essere reinterpretata in chiave più moderna, o soltanto personale, per poi magari finire nei nostri annunci di vendita moto usate; il fascino del sei cilindri è comunque sempre altissimo e ispirante.
Del resto, per volontà stessa del proprietario questa moto nasce per essere guidata, non è una show bike da lasciare esposta, ma una una roadster che fa cantare il proprio motore senza temere, e nasce dall'idea di realizzare una special con entrambe le ruote agganciate da sospensioni monobraccio composte da tubi in acciaio al cromo molibdeno, e accoppiate ad ammortizzatori YSS.
Ovviamente questa scelta ha imposto anche di rinforzare e modificare il telaio, che tra l'altro nel modello originale non ha mai brillato per rigidezza, e così operando si è cercato di ottenere anche un comportamento dinamico migliore rispetto alla base di partenza.
Il freno anteriore è composto da un disco perimetrale opera di Wimoto, morso da una pinza di provenienza Buell XB12, mentre quello posteriore proviene da un'altra moto con il monobraccio posteriore: la Honda VFR 750; completano l'allestimento uno scarico Kerker modificato dall'engineering olandese, due cerchi a raggi da 17 pollici, un'unità Motogadget M-unit blue alla quale è raccordato tutto il cablaggio realizzato da Wimoto, una coda proveniente da un'Honda Bol d'or rastremata e accoppiata a una parte inferiore realizzata in proprio, oltre a tutti i pezzi necessari, come leve e manubri, recuperati saccheggiando il catalogo Motorcycles United.
Fonte: Wimoto
Foto: Wimoto - Floris Velthuis Fotografie
Sembra che il monobraccio anteriore pesi più del telaio. Purtroppo queste scelte tecniche radicali richiedono un lavoro ingegneristico non da poco per essere efficaci sia funzionalmente che esteticamente.