Il fascino della guida su strada
Ciao a tutti!
Quante strade facciamo con la moto! Tra quelle che mi avete indicato qualcuna la conosco: Vernasca, la Cisa e l’appennino tosco-emiliano, il Penice, il passo Giau, le Gorges di Verdon in Francia e qualche altra. Ma naturalmente molti di voi hanno sottolineato che per andare a manetta c’è la pista. Su strada non si fa, manco a pensarci.
Tutto giusto, però a questo punto voglio cercare di capire cosa intendiamo per andar forte, andare adagio, andare in pista e non andare affatto. Perché c’è dell’esagerazione in certe uscite di qualcuno di noi: adesso sembra che sulla strada non ci si possa nemmeno divertire un po’, e a me non sembra del tutto vero.
Autostrada. Chiaro che non possiamo superare i 130, secondo i miei calcoli diciamo i 140 indicati. Qualcuno sostiene che il sistema Tutor non rileva le velocità effettive inferiori ai 150 addirittura, l’ha scritto anche la Gazzetta dello Sport, ma sono voci e di verificarlo non lo consiglio. Troppo oneroso. In ogni caso l’autostrada non è mai stata divertente, manco a 250 all’ora, e dunque niente di nuovo.
Statali di pianura. A cento all’ora viene sonno, certo, ma, con il traffico che c’è, l’unico divertimento possibile sarebbe lo slalom tra le macchine. Penoso, mai interessato. E quanti ne ho visti impastati.
Strade di collina e di montagna. Ecco, qui viene il bello. Potessimo essere del tutto liberi, come non siamo stati mai perché anche senza i radar c’erano comunque le pattuglie e le multe per “velocità pericolosa” (a totale discrezione dell’agente), pare che per molti sarebbe bello tirare sempre in zona rossa e piegare fino a consumare le saponette della tuta.
Io dubito che siano numerosi quelli capaci davvero di farlo, e quei pochi provvisti di tutto quel talento possono serenamente andare in pista a mostrarlo.
Gli altri: sicuri che occorra andare a 150 per piegare sull’Appennino o sulle Alpi? Mi pare che tra i 40 e i 100 all’ora ci sia una bella gamma di curve divertenti da fare: dal tornante da prima alla curva secca da seconda fino alla esse aperta da terza. E se una volta l’ago del tachimetro scappa a 120 non penso che la sfiga sia tale da incarnarsi in una pattuglia.
Il fascino della moto è la curva, non il rettilineo. E quando una successione di curve ti viene particolarmente bene, con una piega decisa e la traiettoria rotonda e fluida che le raccorda tutte senza correzioni e spigoli, è una bella soddisfazione.
Tirare le marce al 50% o anche meno, cambiare puliti, sfruttare il freno motore con delle belle scalate progressive: questo è guidare. Invadere le corsia opposta e andare a 200 all’ora non aumenterebbe il divertimento, ma soltanto il rischio.
A me pare, e a voi?
Ascolta l'audio di Nico
La cosa non mi convince...
Personalmente mi sento di fare il mio "outing" (come comporta dire oggi la moda), dicendo che i miei due anni di stupidità li ho avuti e non ne sono fiero. Forse oggi sono come quella canzone di De Andrè che recita come la gente sappia dare buoni consigli quando non può più dare cattivo esempio.
Questo non torna. Nessuno pensarà mai di essere tra quelli che esagerano. La soggettività è la debolezza del ragionamento ed il motivo per il quale ci sono delle regole (a volte stupide) nel codice.
@ Indiano05 : Se la memoria non mi inganna, quella nella foto è la Ducati SS750, poichè noto gli alberelli. La Pantah fu la prima Ducati a montare le cinghie come distribuzione.
@ Aguzzino : Siamo in pochi realmente fermoni, ma non sentirti solo. Siamo almeno in due. Ci sono volute diverse moto per trovare questa mia nuova filosofia motociclistica, ma l'adoro e non tornerei mai indietro.
Strada per...
ma il divertimento è scaramuzzare per le stradine bianche sassose e polverose o tornare infangati anche dentro le orecchie a casa :) piegare, smanettare, curve basse non fanno per me... ma è per questo che esistono decine di tipi di moto diverse e ognuna da un'emozione diversa dall'altra...
insomma ognuno ha la moto che si merita perchè è lo specchio di come concepisce la propria vita...
ma siamo tutti motociclisti e nelle differenze uguali.