l'analisi

L’incidente mortale di Misano e la sicurezza da trovare

- Abbiamo già messo in evidenza l’aspetto delle protezioni individuali e i progressi da ricercare. Ora vogliamo sollevare il tema delle moto e ci chiediamo: si può fare di più per ammettere in pista soltanto le moto in piena efficienza e prevenire incidenti?
L’incidente mortale di Misano e la sicurezza da trovare

Il dramma del povero Fabrizio Giraudo, che domenica scorsa ha perso la vita sul Marco Simoncelli circuit di Misano, solleva più di un tema sulla sicurezza. Nell’editoriale del 17 aprile scorso avevamo messo in evidenza l’aspetto delle protezioni individuali, ma sul tavolo c’è anche altro.

Alla famiglia di Fabrizio, alla moglie e ai loro due bambini, va il nostro pensiero di solidarietà e partecipazione. Fabrizio inseguiva la sua grande passione, e noi tutti sappiamo che, purtroppo, eliminare il rischio nel nostro sport è impossibile. Ma tutti dobbiamo dare il massimo, per ridurre questa soglia e anche per onorare la memoria di chi non c’è più.

Le moto: qui vogliamo sollevare il tema della sicurezza legata alle moto che scendono in pista nei trofei amatori e nelle sessioni libere dedicate agli appassionati. Siamo certi che si faccia tutto ciò che occorre per scongiurare al massimo i rischi legati alle lacune e alle possibili rotture di motori, ciclistiche e sovrastrutture della moto?

Gli amatori e i costi elevati

Quando capita di seguire le uscite degli amatori nel corso delle prove libere a turni non è raro vedere moto e piloti improvvisati. La passione è sempre protagonista, ma con i costi di pista così elevati alcuni tendono a risparmiare sulle voci pneumatici, freni, sospensioni, revisione motori.

Le regole sono chiare per tutti. Nei track day di Misano, per restare su quella pista, sono obbligatori i dispositivi di sicurezza, dalla tuta intera al casco integrale e al paraschiena. Chi non li indossa viene fermato all’uscita dalla pit lane. E così la moto deve avere il db killer e le gomme almeno all’80 per cento, inoltre gli specchi vanno rimossi e occorre il nastro telato su fari e frecce.

Prima di entrare si partecipa obbligatoriamente al breefing sulle regole da rispettare. Ma non dappertutto c’è la severità necessaria, i costi sono molto elevati e le risorse limitate: così la tentazione di risparmiare sul servizio cambio gomme e fare da se, per esempio, comporta dei rischi sulla qualità del lavoro eseguito, sulla correttezza dei serraggi eccetera. Un servizio di controllo va predisposto dappertutto e questo dovrebbe essere uno dei compiti della FMI.

L’incidente che ha ucciso Fabrizio

L’incidente di Misano che è costato la vita a Fabrizio Giraudo è avvenuto alla fine del primo giro della gara delle 1000, alla curva 1. Secondo le testimonianze, pare che una moto abbia rallentato per un problema tecnico portandosi a bordo pista; qualcuno è riuscito ad evitare l’ostacolo improvviso, ma altri che seguivano da vicino non ci sono riusciti. Nella carambola è finito anche Fabrizio, che è caduto ed è stato purtroppo (e incolpevolmente) investito da un altro pilota.

Come dicevamo, questa è una di quelle dinamiche che ad oggi di solito non lasciano scampo. I caschi integrali, gli airbag e i back protector possono aiutarci, ma il collo è completamente vulnerabile, non esiste al momento una protezione davvero adeguata alle necessità. Ma proprio per questo è necessario lavorare sulla prevenzione. E allora l’efficienza delle moto diventa fondamentale.

Non sappiamo naturalmente se i problemi tecnici che hanno rallentato quella particolare moto alla fine di quel primo giro fossero prevedibili e siano stati trascurati, anzi diamo per scontato che la moto fosse in perfetta efficienza e seguita dai migliori tecnici. I guasti capitano anche nella MotoGP, figurarsi tra gli amatori. Ma se vogliamo essere meno esposti anche a questo tipo di rischi occorre aumentare la vigilanza e prevedere dei controlli. Non sappiamo come, ma a nostro avviso la commissione tecnica della FMI ha il dovere di analizzare la situazione e studiare misure nuove.

  • Luca Pinotti
    Luca Pinotti, Parma (PR)

    Sì l'articolo e i commenti sono tutti condivisibili, per carità....ma mi chiedo.....se l'incidente mortale fosse accaduto in strada tutti avremmo detto che sarebbe stato più sicuro andare in pista, ora purtroppo è successo in pista e ce la prendiamo con la sicurezza delle piste, con quella del pilota passando per la manutenzione carente della moto....ma quindi????
  • Paolo661511
    Paolo661511, Castel San Pietro Terme (BO)

    Si muore per investimento, di solito.
    E contro una moto da 200 kg. lanciata...non c'è molto che si possa fare.
    Già nelle prove libere poi, si vede qualche comportamento sopra le righe. Figuriamoci in gara...con l'adrenalina a 1000.
    Prove libere: vieterei i pareggiamenti.
    Gara: solo partenze lanciate.

    Non stupisce poi che i costi assurdi portino alcuni a trascurare la moto. Non va bene, ma non va neppure bene che l'amatore sia un cliente da assecondare per spennarlo...
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