Mai più a terra con il brevetto VOGE
Semplice, efficace e probabilmente anche discretmente economico: è il sistema pensato da VOGE e per il quale la Casa cinese del gruppo Loncin ha chiesto il rilascio di un brevetto. Si tratta di un dispositivo che mira a mantenere la moto in piedi quando la velocità è molto bassa o nelle soste. L'approccio utilizzato è piuttosto... pragmatico. Niente giroscopi o dispositivi di bilanciamento come quelli pensati da Honda o da Yamaha (solo per fare un paio di esempi illustri), ma un paio di semplici rotelle ausiliarie che vengono estratte al momento opportuno e con una logica decisa - immaginiamo - da sensori ed elettronica.
Per quanto possa sembrare una soluzione quasi semplicistica, dobbiamo obbligatoriamente puntualizzare due cose: la prima è che se un colosso come Loncin/VOGE chiede un brevetto per un dispositivo di questo genere ha già probabilmente molto esplorato la sua possibiltà applicativa (i disegni di brevetto si riferiscono alla new entry Valico 525DSX, ma nulla vieta di utilizzare questa soluzione su moto più pesanti...), la seconda è che meccanismi di questo tipo sono già presenti in alcuni prodotti aftermarket.
VOGE ha chiesto il brevetto per due tipi di soluzione, entrambe influcrate su un forcellone posteriore bibraccio: la prima è una slitta che porta le ruote ausiliarie a contatto con il terreno, l'altra è un sistema a parallelogramma che ottiene lo stesso risultato. Dai disegni e dai dati - scovati dai nostri colleghi di Cycleworld - sembra che il contatto con il terreno delle due rotelle sia possibile anche in modo da bilanciare la moto in presenza di superfici accidentate o non perfettamente piane in senso trasversale.
Come sempre, non tutti i brevetti vanno poi ad essere utilizzati nella produzione e quindi non abbiamo certezza di vedere questa soluzione applicata alle VOGE in un futuro più o meno vicino, restano però alcuni punti critici: è ingombrante e costituisce un aggravio di peso in un comparto sensibile, potendo quindi peggiorare il rendimento della sospensione posteriore; queste riflessioni ci portano a pensare che potrebbe essere un dispositivo il cui utilizzo potrebbe essere pensato solo in alcuni contesti (scuole guida, per esempio) o soltanto da clienti che ne abbiano necessità (pensiamo a chi non si sente sicuro a gestire nei parcheggi moto alte e pesanti o, ancora, a chi magari a qualche difficoltà fisica a toccare terra con i piedi e cerca un aiuto per le situazioni d'emergenza). Il tutto, peraltro, potrebbe essere poi declinato in una versione a controllo elettronico e con strategie d'intervento magari integrate ad altri dispositivi presenti sulla moto. Non sarà quindi la soluzione più sofisticata che viene brevettata su questo tema ma probabilmente può centrare il bersaglio.
Fonte: Cycleworld
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