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Marzocchi. Nuova partnership cinese

- Marzocchi approda in estremo oriente firmando una collaborazione con la cinese Zhejiang Mazhuoke Machinery Manufacturing
Marzocchi. Nuova partnership cinese

Il brand italiano si espande nel far est. I soci sono VRM S.p.a. (proprietaria del marchio Marzocchi) e Zhejiang Mazhuoke Machinery Manufacturing (QJ Motor). I due gruppi hanno investito in Cina e nella provincia di Zheijane hanno realizzato un nuovo plant produttivo con linee ed attrezzature all'avanguardia per la produzione e assemblaggio di forcelle e ammortizzatori.

In parallelo, attraverso la società Zhejiang Mazhuoke Machinery Manufacturing Co. Ltd., Marzocchi potrà commercializzare sospensioni Cina e nei Paesi del Far East. A Bologna, nel cuore della Motor Valley, si investirà in R&D, progettazione, banchi prova.

"Quando abbiamo acquistato Marzocchi il fatturato era di 8 milioni all'anno. - spiega Florenzo Vanzetto, CEO del gruppo VRM di cui il brand fa parte - Oggi ne fattura 32 milioni e sta crescendo sempre di più con nuovi progetti e nuove partnership. All'interno della divisione Automotive di VRM
sta diventando il core business".

  • kodiak59
    kodiak59, Bergamo (BG)

    Detto Fatto… il tuo commento trasuda retorica da tutte le parti, cerca di essere obiettivo!
    piccola premessa, …io non sono affatto “filo cinese” e i destini della “nostra” economia non mi sono affatto indifferenti, come tu ed altri paladini dell’italianità sottolineate ad ogni occasione (salvo poi, come dico sempre, di nascosto attingere a piene mani al made in China quando conviene …e conviene spessissimo) .
    Detto questo, sottolineo come tu ed altri focalizzando il vostro “nobile risentimento” verso la Cina a mio avviso sbagliate totalmente il bersaglio delle vostre invettive …perché quello vero …è più a monte.
    Infatti salvo fomentare critica e boicottaggio, mai che si legga una parola di sdegno verso la nostra classe politica che di fatto è la principale responsabile e la stessa che ha consentito a tutti quanti, Cina, Russia, paesi Arabi compresi… di “sbarcare” in Italia con tutti gli onori, comprare di tutto oltre a riempirci con i loro prodotti mandando a pallino parte dell’economia e della manifattura nostrana.
    E’ però curioso rilevare come a dispetto delle aspre critiche, sotto sotto …ma neanche tanto, questi prodotti da noi godano di un gran successo a tutti i livelli commerciali! mistero... ma è un altro discorso.
    Se ho a cuore l’andamento di casa mia, controllo chi ci entra e cosa ci viene a fare e soprattutto …come! E invece in Italia (un sentito grazie anche all’Europa), merito delle “larghe vedute” di chi è li ad occupare le poltrone aspettando il vitalizio, si sono spalancati i confini e qui è diventato il parco divertimenti per mezzo mondo che qui “PUO’ FARE QUELLO CHE GLI PARE” e le cronache sono sotto gli occhi di tutti quotidianamente.
    Per decenni aziende estere hanno “operato” sul nostro territorio, libere di fare e disfare a loro piacimento, ma nel momento in cui hanno deciso di trasferirsi se ne sono andate, senza che nessuno potesse fare nulla, governo in primis! …arrivederci e grazie… punto! Infatti i nostri politici lungimiranti, salvo mostrare sdegno e solidarietà in TV (più per dovere istituzionale che altro), non hanno mai pianificato leggi e regolamentazioni che potessero impedire a questi “Signori” di fare i propri comodi.
    E così anche per la delocalizzazione “selvaggia” di aziende italiane che “scappano” all’estero, che peraltro in svariati casi si trovano costrette a farlo se non vogliono portare i libri contabili in tribunale e chiudere baracca definitivamente, per le note difficoltà (se non impossibilità) di fare impresa sul nostro territorio e qui non è “colpa” dei cinesi ma della nostra classe politica improvvida, impreparata, incompetente.
    A questo punto, con questo bel quadretto …“Cinesi” e compagnia, che non sono sprovveduti (loro), si sono ritrovati portoni spalancati e visto consegnare su di un piatto d’argento i “nostri mercati” senza che in Italia si fosse mai studiata uno straccio di tutela preventiva che potesse porre paletti mettendo al riparo la nostra industria e i cittadini che ci lavorano.
    Quindi Detto Fatto il “dalli al cinese” in tutte le salse e il pur patriottico inneggiare al boicottaggio dei loro prodotti, oggi risulta (ahimè) soltanto uno sfogo folcloristico in quanto ci si lamenta quando i buoi sono scappati dalla stalla e li non ci torneranno più e qui… torno a dire… la “colpa” non è riconducibile ai cinesi brutti, cattivi e senza scrupoli!
    Speriamo che in futuro …si spera molto prossimo, si torni ad avere più voce in capitolo (libere elezioni e voto!!!) e che i futuri politici siano più competenti e meno attaccati alla poltrona di quelli che li hanno preceduti.
  • MAXPAYNE IT
    MAXPAYNE IT, Fusignano (RA)

    E via, un altra azienda mittica italiana che di italiano non ha praticamente più nulla. Avanti così , qua sparisce il lavoro e a goderne sono personaggi dall'altra parte del mondo, usando conoscenza e nomi. Italiani. Ottimo, gassss avanti tutta verso il burrone senza fondo.....
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