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Montesa 4 RIDE

- Ancora una volta Montesa dimostra eccezionale vitalità commerciale presentando strategicamente prima di EICMA un mezzo destinato a far discutere, la 4RIDE
Montesa 4 RIDE

Presentazione in grande stile quella organizzata da Montesa per 4Ride, un nuovo modello che dovrebbe riempire un gap importante fra le trial specialistiche e moto dallo spirito più enduristico. Un'evento a cui ha partecipato in maniera importante l'importatore italiano Red Moto, e che ci ha permesso di visitare la sede della Casa iberica per assistere al ciclo produttivo Montesa, reparto corse compreso, ed entrare nel nuovo comparto Honda Logistics che serve i ricambi automotive e moto nella penisola iberica e sud della Francia. Un excursus molto interessante, che ci ha accompagnato naturalmente al clou della giornata e cioè la presentazione della 4 Ride con autorità politiche e responsabili aziendali.

Sede logistica della presentazione il nuovissimo stabilimento Honda Montesa sito nel Polo industriale di Santa Perpetua de Morgoda, che ci accoglie con la conosciuta ospitalità spagnola e meticolosità giapponese. La base di partenza è nuovamente la collaudatissima ed apprezzata 260 4RT che, opportunamente vestita da "enduro", si propone ad una nuova fascia di appassionati con interesse spiccato per il motoalpinismo. Una moto che, per volontà dei vertici Montesa, riprende una filosofia già seguita con il modello 310 EVASION del 1991, quindi un mezzo che pur mantenendo un’anima trialistica si propone di rendere più facile l’approccio ai percorsi normalmente esclusiva della sorella Cot.

Ecco allora interventi sulle sovrastrutture, con un bellissimo serbatoio in alluminio di 4,4 litri ed una comoda sella con piccolo vano portaoggetti che a vestono elegantemente il telaio della 260RT. Oltre all’estetica, gli interventi rilevanti sono quelli meccanici, abbiamo rapporti del cambio ovviamente più lunghi, nuova mappatura che garantisce bassi consumi fino a 27,2 km/l, sospensioni che guadagnano una lunghezza maggiore, circa due cm sia all’anteriore che al posteriore, anche i freni vengono irrobustiti con pinza posteriore ed entrambi i dischi freno più grandi. La posizione di guida rimane la stessa con il manubrio nella classica piega Trial e le pedane più larghe ma sempre posizionate come sulle cugine Cota 260RT. Unica pecca, la mancanza dell’avviamento elettrico che per un mezzo polivalente come questo risulta essere un poco penalizzante, per contro il peso globale della moto è di soli 81kg, decisamente una garanzia di maneggevolezza e facilità d’uso.

In conclusione Montesa con la 4RIDE si inserisce con la garanzia di qualità ed affidabilità, nel segmento già occupato da KTM Freeride, Beta Alp, Ossa Explorer e Scorpa T Ride. Una nicchia di mercato che pur non convincendo i puristi, potrebbe diventare nel futuro un mercato interessante per tutti coloro desiderano un approccio al fuoristrada eco compatibile, grazie al disegno dei pneumatici Trial, alla flessibilità e maneggevolezza di guida, ai bassi consumi ed emissioni. Insomma... staremo a vedere.   

Specifiche Tecniche Montesa 4RIDE

MOTORE
Tipo Monocilindrico, 4 tempi, 4 valvole, SOHC, raffreddamento a liquido
Cilindrata 258,9 cm3
Alesaggio x corsa 78 × 54.2 mm
Rapporto di compressione 10,5 : 1
Capacità olio Motore 0,6 litro; Trasmissione: 0,57 litro

ALIMENTAZIONE
Alimentazione Iniezione elettronica del carburante PGM-FI
Diametro corpo farfallato 28 mm
Filtro aria Viscoso, filtro spugna di poliuretano
Capacità serbatoio carburante 4,4 litros

IMPIANTO ELETTRICO
Transistorizzato elettronico digitale
Anticipo d’accensione 27° APMS ~ 45° APMS (10.000 min-1)
Tipo di candela CR6EH-9 (NGK)
Accensione Pedale alla trasmissione primaria
Potenza alternatore ACG 160 W

TRASMISSIONE
Frizione bagno d’olio, multidisco con molle elicoidali
Attivazione del sistema frizione Idraulico
Tipo di trasmissione 5 velocità
primaria 3,166 (57/18)
1ª 2,385 (31/13)
2ª 1,933 (29/15)
3ª 1,500 (27/18)
4ª 1,130 (26/23)
5ª 0,814 (22/27)
Rapporto finale 4,100 (41/10)
Trasmissione finale Catena di #520

TELAIO
Tipo Diamante Doppia culla di alluminio
Dimensione (L × An × Al) 2.034 × 832 × 1.160 mm
Distanza tra gli assi 1.333 mm
Angolo di sterzo 23°
Altezza sella 885 mm
Altezza poggiapiedi 390 mm
Distanza dal suolo 330 mm
Peso a secco 81 kg

SOSPENSIONI
Anteriore Forcella telescopica TECH di 39 mm, regolabile in pre - carica ed estensione. Corsa 190mm
Posteriore Sistema Pro-Link con ammortizzatore R16V, regolabile in pre - carica ed estensione. Corsa 170mm

RUOTE
Tipo Ruote di alluminio / raggi
Misura ruota Anteriore 21 × 1,60
Posteriore 18 × 2,15
Misura pneumatico Anteriore 80/100 21 (Dunlop)
Posteriore 120/100 R18 (Dunlop)
Pressione pneumatico Anteriore 75 – 100kPa
Posteriore 50 – 80kPa

FRENI
Anteriore Disco idraulico de 185 × 3,5 mm con pinza monoblocco di 4 pistoncini e pastiglia di metallo sinterizzato
Posteriore Disco idraulico de 183 × 3,5 mm pinza a doppio pistoncino

Andrea Buschi

  • Misterita
    Misterita, Legnano (MI)

    Personalmente mi piace, ma non riesco a capire il target su cui volevano puntare: un trialista non la comprerebbe mai, anche se magari non sa stare fermo sulle pedane verrebbe ridicolizzato a vita dagli amici, a parte gli scherzi per un approccio tecnico è troppo alta e non da la sicurezza che darebbe un trial, il principiante si troverebbe in difficoltà il professionista non la fila di sicuro, e poi credo che la alp200 costi un pezzo meno e visto il tipo di utente è inutile spendere di più. Forse l'unico cliente tipo è l'endurista principiante che vorrebbe iniziare con qualcosa di veramente facile, ma sinceramente il freeride mi pare più interessante e più azzeccata, anche qui, chi è un po' più esperto penso che non la considererà minimamente.
    Non credo che interessi neppure l'utente che vuole un mezzo polivalente: c'è la beta alp 4.0 che dalla strada ai sentieri impervi di montagna secondo me è imbattibile, ecco diciamo che dal punto di vista commerciale andare ad intaccare il mercato della beta alp 200 o della freeride con un mezzo che, a prima vista, sembra anche più tecnico mi pare una scelta un po' facile ma non troppo furba dal punto di vista commerciale; io sono del parere che forse, con un po' più di coraggio, si poteva realizzare una moto che prendesse spunto dalla alp 4.0 per migliorarla. Sono anni che in quel settore manca una moto polivalente e se si fosse azzeccato il modello il bacino di utenti potenziale sarebbe stato molto più interessante.
    In ogni caso reputo del tutto inconcepibile non avere almeno 200-300 km di autonomia e l'avviamento elettrico su una moto di questo tipo.
  • rho01
    rho01, Bergamo (BG)

    bella. una specie di beta alp in versione moderna. il serbatoio non è enorme ma avrà un consumo contenutissimo, quindi si andrà tranquillamente oltre i 100 km di percorrenza. La domanda che mi viene però è: "noi, in Italia, possiamo andarcene a spasso per fiumi e montagne, come fanno vedere nelle foto?"
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