Monza centenaria: il film questa sera su Rai 2
Il “Tempio della velocità” sarà trasmesso questa sera in prima serata su Rai 2; ha una durata di un’ora e 40 minuti circa, ed è una coproduzione Rai Documentari e Moviheart, con il contributo di Rai Teche e il patrocinio di Automobile Club Italia. La regia è di Tommaso Cennamo, che lo ha scritto insieme a Umberto Marino con la consulenza del giornalista Pino Allievi. Pino ha seguito per tanti anni prima le moto e poi le auto come inviato della Gazzetta.
Il film illustra la storia dell’autodromo, le motivazioni che determinarono la nascita del primo impianto permanente italiano e il terzo nel mondo, la scelta della location nel parco della Villa reale di Monza dove, nel 1900, era stato assassinato il re Umberto I. Le Case e gli organizzatori capirono che un impianto permanente era importante per il collaudo delle auto e per accostare un pubblico sempre più ampio alle corse e all’automobile. L’autodromo fu realizzato in meno di quattro mesi nel 1922, fu subito teatro di duelli automobilistici epici, visse anni tragici con la seconda guerra mondiale, riprese a vivere nel ’49 e fu ripetutamente modificato. Soltanto due piste, nel mondo, sono più antiche: Brooklands, nato nel 1907 ma oggi inutilizzato, e Indianapolis del 1909. All’inizio si correva su un circuito di dieci chilometri costituito da due anelli: una pista stradale di 5.500 metri ed un anello di alta velocità da 4.500 metri con le due curve sopraelevate.
Ci sarà nel film lo spazio adeguato anche per le moto? Il dubbio viene quando si leggono le cronache e le celebrazioni di questi giorni: si parla quasi esclusivamente di vetture e di F1. Confidiamo in Pino Allievi, che ha seguito e raccontato tante corse motociclistiche importanti, cominciando dal Nazioni del settembre 1966 quando Agostini conquistò il primo dei suoi titoli mondiali. Una ragione in più per seguire domani sera il film su Rai 2: il “nostro” GP d’Italia non si corre più a Monza da 35 anni, però ha scritto pagine memorabili che non si possono dimenticare.
Monza per noi, dal ’49 all’87
Monza ha grande importanza nella nostra storia. Il Gran Premio delle Nazioni nasce molti anni prima del motomondiale: si chiamava Gran Premio d’Italia e la prima edizione risale al 1914, sede Torino. E’ nel 1922 che la corsa internazionale assume la nuova denominazione spostandosi a Monza: prima come campionato europeo e dal 1949 - quando nasce il massimo campionato - finalmente mondiale. Le moto sono protagoniste sul circuito brianzolo dal ‘49 al 1968 senza interruzioni, poi saltuariamente fino all’ultima uscita del 1987. Con le vittorie di Fausto Gresini in 125, Wayne Garder in 500, Anton Mang in 250, Jorge Martinez nella 80. Da allora, soltanto gare della SBK fino al 2013, doppietta di Tom Sykes.
Ventisette sono state le edizioni del GP motociclistico a Monza e tanti grandi campioni del passato hanno vinto qui. Tra i più celebri Carlo Ubbiali, John Surtees, Mike Hailwood, Giacomo Agostini, Jim Redman, Gary Hocking. Spesso qui si correva a fine anno e le gare sono state decisive a cominciare dal ’49: con Nello Pagani, ufficialmente iridato della 125 sul podio lombardo e, nello stesso evento, anche Bruno Ruffo campione della 250. L’anno dopo Ruffo in 125, Dario Ambrosini nella quarto di litro, Umberto Masetti nella 500. Famosa e significativa anche la giornata del primo titolo mondiale della classe 500 di Giacomo Agostini, proprio al Nazioni dell’anno 1968.
I gravi incidenti non sono mancati, su una pista veloce come Monza. Il primo per le moto è quello che vide perdere la vita alla curva di Lesmo l’austriaco Rupert Hollaus, campione della 125 post mortem. Il più grave in assoluto nella storia del mondiale quello che il 20 maggio 1973 coinvolse quattordici piloti al curvone, nel primo giro della 250. Renzo Pasolini e Jarno Saarinen purtroppo non sopravvissero. Cinquanta giorni dopo, l’8 luglio, in una gara delle 500 junior e nella stessa curva perdemmo addirittura tre piloti: Mario Chionio, Renzo Colombini e Renato Galtrucco. Allora finalmente si prese atto che la pista era, in quasi tutte le curve, inadeguata per le moto.