Moto ed ecologia: stop ufficiale ai poteri speciali della California
La notizia di uno scontro frontale tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la California ormai era sulla bocca di tutti da qualche giorno da quando il tycoon aveva twittato che la propria amministrazione stesse "revocando la Federal Waiver della California sulle emissioni al fine di produrre auto molto meno costose per il consumatore e allo stesso tempo rendere le auto sostanzialmente più sicure".
La California, infatti, godeva di uno speciale permesso, accordato tramite il Federal Clean Air Act del 1963, secondo cui avrebbe potuto legiferare in tema di inquinamento ambientale secondo dei propri parametri, a patto di soddisfare i requisiti in materia a livello federale.
Da questo punto di vista, infatti, il Golden State è sempre stato tra gli stati maggiormente impegnati alla lotta all’inquinamento, ponendo limiti molto stringenti ai produttori di moto e di auto e ponendosi nel panorama statale e mondiale come uno dei pionieri della mobilità green.
Ora, a distanza di tre giorni dal sopracitato tweet, è arrivata l’ufficialità: Le due agenzie federali Nhtsa (National Highway Traffic Safety Administration) ed EPA (Environmental Protection Agency) hanno emesso un provvedimento definitivo, che porta il nome di "One National Program Rule".
Con questo provvedimento, il governo federale avrà il potere di stabilire a livello nazionale i nuovi standard in materia di sicurezza, emissioni di gas nocivi e consumi, per automobili e veicoli commerciali leggeri, quindi, ovviamente, anche moto. Stando ai dati raccolti dall’EPA, i mezzi di trasporto rappresentano il fattore più inquinante negli Usa, con il 29% dello share.
Di questo 29%, una parte è da addebitare anche alle moto, soprattutto in California, dove un’altissima percentuale di cittadini ne possiede una, con il numero pro capite più alto degli Stati Uniti.
Nello specifico, cosa cambia per i motociclisti? Fortunatamente i motociclisti californiani potranno ancora godersi appieno lo splendore delle lunghe strade con vista oceano o le più impervie strade dell’entroterra, essendo toccati solo marginalmente da questa novità legislativa.
Il mercato delle moto, infatti, al giorno d’oggi agisce su scala globale e tende a rispettare le norme ambientali più stringenti a livello mondiale, così da poter unificare la produzione e abbassare i costi.
Non dimentichiamoci infatti che in tema ambientale l’Europa con le normative Euro 4 ed Euro 5, quest'ultima riguarderà tutti i modelli immatricolati dal 1 gennaio 2020, applica già dei parametri rigorosi per contrastare l’inquinamento e così accade con il Giappone, strettamente legato all’Europa tramite il JEFTA, l’accordo di libero scambio tra Giappone e Europa entrato in vigore lo scorso primo febbraio.
Più in generale, la mossa dell’Amministrazione Trump non dovrebbe causare grossi problemi a livello ambientale, ma anche alle tasche degli appassionati di motori, uno degli aspetti positivi dell’economia globale.
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anonym_4124176che noia questi ecologisti. Ma fare un motore pulito a monte senza tante porcate è tanto difficile?