pagine di storia

Moto e uomini che hanno fatto la storia. Giulio Cesare Carcano

- Ripercorriamo la storia del grande progettista milanese Giulio Cesare Carcano. Autore di splendide moto da corsa (come la 500 8 cilindri), ma anche di modelli stradali di successo | Massimo Clarke
Moto e uomini che hanno fatto la storia. Giulio Cesare Carcano


La recente presentazione di un motore a sei cilindri da parte della BMW ha riportato alla memoria di molti appassionati un autentico capolavoro della tecnica, la Guzzi 500 dal GP degli anni Cinquanta, che di cilindri ne aveva addirittura otto. Questa straordinaria moto è stata progettata nel 1954-55 da un grandissimo tecnico, Giulio Cesare Carcano, il cui centenario della nascita ricorre proprio quest’anno.

Il progettista milanese entrò alla Guzzi a 26 anni, e ben presto si occupò dello sviluppo delle 500 e 250 monocilindriche destinate ai piloti privati (si trattava rispettivamente dei modelli Condor e Albatros). Dopo la seconda guerra mondiale Carcano curò la realizzazione della 500 Gambalunga e quindi della 250 monoalbero che conquistò il mondiale nel 1949, 1951 e 1952. 
 

Quella che ha fatto sbalordire il mondo e che rimane ancor oggi uno straordinario esempio di tecnica motoristica applicata al mondo delle due ruote è stata la 500 a otto cilindri


Le sue formidabili 350 monocilindriche, vincitrici di ben cinque campionati del mondo consecutivi (dal 1953 al 1957) hanno fatto la storia. Leggerissime e facili di guida (in questo caso Carcano anteponeva le doti di erogazione alla potenza massima), avevano una meccanica semplicissima all’apparenza, ma in realtà estremamente raffinata, frutto di una capacità progettuale eccezionale e di un lavoro di sviluppo incredibilmente accurato.

Quella che ha fatto sbalordire il mondo e che rimane ancor oggi uno straordinario esempio di tecnica motoristica applicata al mondo delle due ruote è stata la 500 a otto cilindri. Ricco di soluzioni evolute e talvolta inedite, il suo motore bialbero raffreddato ad acqua era incredibilmente compatto e leggero, in relazione alla architettura e al frazionamento.
Tra le caratteristiche più significative vanno ricordate le canne avvitate nelle due teste, ognuna delle quali era realizzata in un’unica fusione con il relativo blocco cilindri. Il basamento, fuso in lega di magnesio, era a tunnel e non diviso in due parti.
Lo sviluppo di questa moto straordinaria, che pesava a secco solo 150 kg, venne interrotto dal ritiro della Casa al termine della stagione 1957. Il motore aveva la distribuzione bialbero con comando a ingranaggi; l’alesaggio era di 44 mm e la corsa di 41 mm. La potenza erogata era di circa 75 cavalli a oltre 11000 giri/min.
Con questa Guzzi 500 il pilota Bill Lomas stabilì il record mondiale sui 10 km con partenza da fermo a 243,6 km/h.
 

Giulio Cesare Carcano
Giulio Cesare Carcano


Tra le realizzazioni di Carcano, per quanto riguarda i modelli di serie, vanno ricordati lo Stornello, che è stato prodotto in due versioni (Turismo e Sport) e nelle cilindrate di 125 e di 160 cm3, e il primo V7. Il bicilindrico a V dal quale sono derivati tutti i successivi motori Guzzi di grossa cilindrata è nato infatti da un suo progetto.
Nel 1966 il grande tecnico ha abbandonato l’azienda di Mandello del Lario e il mondo dei motori per dedicarsi alle imbarcazioni da regata.

 

  • tico03
    tico03, concorezzo (MB)

    So con certezza...

    ... che la volontà non sempre s'accompagna all'iniziativa. Facciamo un esempio: come mai alla Moto Guzzi, per motivi a me ignoti, dopo l'epoca di De Tomaso, tutti quelli che sono subentrati non hanno fatto nulla di concreto? Come mai anche quando c'erano le possibilità di evolvere il prodotto non si sono sfruttate le occasioni? Basti ricordare il dottor Jhon che ci mise tre anni per vedere la luce o che fine ha fatto il bravo Giuseppe Ghezzi? A parte la MGS 01 non c'è stata alcuna evoluzione della moto, del motore ne' di nulla... una vera tristezza!
  • alias02
    alias02, Carrara (MS)

    gli italiani secondi a nessuno

    e questa e' l'ennesima dimostrazione che il genio, la fantasia e l'amore per lo sport ed i motori in particolare ha dato innumerevoli fasti a Case motociclistiche italiane ormai sparite dal mercato. Solo per citarne alcune: Gilera, Laverda, Rumi, Motom, ecc.ecc.. Chissa' se i sig.ri politici sapranno far ripartire l'industria italiana anteponendo gli interessi del paese ai propri. Chissa'.
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