MV e Mercedes corrono verso il Premium
Questione di giorni e poi tutto dovrebbe essere reso pubblico. Lo aveva anticipato il Sole pochi giorni fa e noi abbiamo cercato di saperne di più, ricostruendo i fatti e aggiungendo qualche dettaglio.
Partiamo dai numeri. Nell’anno dell’affaire Mercedes, MV ha fatturato circa il 30% in più dell’esercizio precedente e se non fosse stato per alcuni ritardi strategici e operativi, avrebbe potuto fare ancora meglio. Almeno così sembrano confermare i primi dati 2016 e gli ordini acquisiti che indicano ulteriori incrementi intorno al 20%, quindi con proiezioni vicine o superiori alle 10.000 moto annuali, trainate dalla best seller Brutale 800.
Tutto bene allora? Non esattamente. Sia per correre in pista che per costruire moto ci vogliono liquidi, benzina da una parte, cash flow dall’altra. Nel momento in cui un’azienda ha dei tempi di pagamento inversamente proporzionali alla velocità di crescita, qualcosa non funziona. Proprio la gestione del circolante pare possa essere stata una delle cause che hanno determinato il distacco del vicepresidente esecutivo Giorgio Girelli e del direttore commerciale Gabriele Galeani dall’azienda, oggi rispettivamente sostituiti con Loris Spaltini (ex Ilva e Fiat) e Raffaele Giusta. Ci risulta infatti che il vecchio management avesse come obiettivo primario di accelerare sui numeri per raggiungere presto la quotazione. Come spesso accade in questi casi, si spende tanto subito ma si estendono i tempi degli incassi, determinando problemi di cassa - si parla addirittura di tempi medi di incasso di oltre 200 giorni - e scontentando i fornitori
Fatti due conti, Castiglioni si dev’essere domandato perché un’azienda che ha riconquistato l’attenzione del pubblico, che innova, crea prodotti che piacciono nel mondo e che ha la fiducia di un gruppo come Daimler dovesse per forza mirare ai numeri piuttosto che sviluppare la propria strategia puntando ad un target più ristretto ma dall’alto interesse commerciale.
E così ha fatto, libero dai vincoli della diversa vision di Girelli, ha apertamente dichiarato in tutte le conferenze stampa di presentazione degli ultimi prodotti la sua (…evidentemente condivisa dai partner tedeschi) visione: puntare al segmento Premium e Super Premium, aumentare la marginalità e costruire, vendere ed esportare moto che nel loro DNA hanno da sempre l’esclusività estetica e prestazionale. Da lì la decisione di tornare anche alle corse, mondo che ha contribuito in maniera determinante a creare il mito MV Agusta.
A questo punto sembra proprio che le decisioni siano prese e soprattutto condivise. A Castiglioni serviva la libertà di poter agire con un management convinto della strada da percorrere, a Mercedes interessava il segmento Premium che già copre con le proprie auto e Super Premium, o premium sportivo, che raggiunge con il brand AMG, a BPM serviva la conferma di solidità alle operazioni data da Daimler. La ricapitalizzazione dovrebbe prevedere un versamento intorno ai 10 milioni di Euro per ciascuno dei tre protagonisti, la famiglia Castiglioni, la Banca BPM e Daimler, le cui quote quindi salirebbero senza però raggiungere la maggioranza.
Un rifinanziamento per crescere, soldi per sviluppare, ampliare le linee di produzione, inseguendo più la marginalità che i numeri. Ma non solo nuove finanze ma anche volontà di accelerare sugli accordi di marketing tra la casa italiana e quella tedesca, che dovrebbero dar luce ad oltre 100 "corner MV" all’interno delle concessionarie Mercedes nel mondo, soprattutto USA, Germania, Giappone, Francia (per accelerare all’estero) e naturalmente Italia.
Gli unici dubbi che restano riguardano il futuro di MV. Se da una parte cresceranno i margini, riuscirà l’azienda a restare di proprietà italiana nei prossimi anni o Daimler proverà in tutti i modi a portarsene a casa il controllo?
E puntare al Premium non rischia di lasciare scoperti segmenti, come quello Classic o Heritage, che oggi stanno risollevando altre realtà industriali? Sarà forse per questo che oggi torna in auge il vecchio sogno dei Castiglioni (già nei primi anni 2000 Claudio, papà di Giovanni ci aveva provato) di unire sotto un unico gruppo MV e Moto Guzzi?
Forse, ma in questi giorni, entrambi interpellati, negano di essere entrati in contatto. Per adesso resta dunque solo un sogno.
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ace13, Bologna (BO)DocAlchemist:...bella analisi da addetto ai lavori, in qualità di collega condivido.
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Nicola1968, Roma (RM)Classic, Heritage, Off Road, tutti segmenti che si potrebbero coprire ridando lustro al marchio Cagiva. Basta tirarlo fuori dal cassetto!!!