L'editoriale di Nico

Nico Cereghini: “Basta obblighi!”

- Una volta di più si pensa di risolvere i problemi della sicurezza con un “nuovo” codice della strada, con una serie di concessioni ad alcuni utenti come i ciclisti, con obblighi sempre più severi per i motociclisti. E poi tutto finisce nel nulla di fatto
Nico Cereghini: “Basta obblighi!”

Ciao a tutti! Dunque, eccoci qui: una volta di più c’è una commissione ministeriale che si mette al lavoro per discutere intorno alle riforme del “nuovo” codice della strada. Ne abbiamo scritto qui giusto ieri: la Commissione Trasporti della Camera lavora su un testo che prevede tra le altre cose lo stop (come se fosse facile!) al fumo e al cellulare quando si è impegnati alla guida di qualsiasi veicolo, l’aumento della velocità a 150 orari sulle autostrade a tre corsie, regole più permissive per la circolazione delle biciclette e normative più precise per hoverboard, monopattini e skate. E pare – ma ripeto, pare - che ci sia anche l’introduzione dell’obbligo dell’abbigliamento tecnico quando si guida la moto.


Tutta la materia ci riguarda, direttamente e indirettamente. E si può essere più o meno d’accordo sulle diverse misure, ma sull’abbigliamento tecnico mi piacerebbe approfondire. Se n’era già parlato una decina di anni fa: allora si accennava a una serie di misure protettive proporzionate alla cilindrata del mezzo, dal casco integrale al paraschiena, fino ad arrivare addirittura all’obbligo della giacca tecnica, nonché dei guanti e delle calzature idonee alla guida della moto oltre i 600 cc di cilindrata. Sono soluzioni sproporzionate, e anche inique. Lo dice un motociclista al di sopra di ogni sospetto, uno che ha fatto della sicurezza il valore più importante della sua comunicazione: non si trova il modo di fermare chi guida smanettando sullo smartphone, non si riesce a curare le infrastrutture e lo stato delle strade, non si prova ad arrestare immediatamente chi circola senza alcuna copertura assicurativa, però noi dovremmo girare bardati come se andassimo a fare la Parigi-Dakar. Forse che ci tocca tutto questo zelo perché gli altri utenti della strada restino liberi di scorazzare oltre le regole? Sono stato favorevolissimo al casco obbligatorio e alle luci accese anche di giorno, a suo tempo; sarei anche d’accordo per l’obbligo del paraschiena, magari con l’intervento dello Stato a finanziarne una parte come sembrava possibile un paio d’anni fa (e poi è passato nel dimenticatoio). Ma basta così, grazie.


Si dovrebbe guardare a ciò che fanno all’estero, ha commentato qualche lettore. Ed effettivamente colpisce che in tutta Europa nessuno parli di alzare i limiti di velocità, semmai il contrario, perché ci sono da rispettare precisi obiettivi di riduzione della mortalità. In Francia c’è già, per esempio, l’obbligo dell’uso dei guanti omologati per i motard. Perché i guanti sì e il paraschiena no, dite? La logica francese ci sfugge, ma in ogni modo proviamo a immaginare quali sarebbero, da noi, i tempi di definizione delle norme, della scelta del tipo di omologazione, della pubblicazione del regolamento attuativo. Ci vorrebbero anni, tanto è vero che ciclicamente si parla delle stesse cose, sembra che di colpo si voglia risolvere ogni problema, e poi, immancabilmente, ci si arena. Ma il punto non è nemmeno questo, il vero nodo è: fino a che misura è lecito arrivare con gli obblighi di comportamento?


Tutti capiscono che sarebbe molto meglio investire sull’educazione e sulla cultura della sicurezza, che sarebbe utilissimo formare i cittadini responsabili di domani. Ma tutto questo sembra diventato irrealizzabile da molti anni, per chi ci governa: non esistono campagne serie per la sicurezza, e l’educazione stradale è sparita dai programmi scolastici insieme a quella civica e a quella sessuale. Piuttosto che lavorare su progetti costruttivi, con obiettivi a breve e a lungo termine, sembra molto più semplice e di sicuro effetto introdurre una serie di obblighi in più, e immancabilmente sempre più ambiziosi. Nel prossimo futuro sarà obbligatoria la connessione H24 con il Tutor virtuale del Traffico e al passeggero alle nostre spalle, anche lui obbligatoriamente protetto con l’air-bag, naturalmente full body; sarà vietato girarsi indietro, starnutire e comunicare in qualsiasi modo con il pilota. Altre idee circa i divieti da proporre al legislatore?

Nico Codice della strada
  • corrado555
    corrado555

    leggi leggi leggi divieti divieti divieti obblighi obblighi obblighi
    usare quella cosa che stà tra i due estremi del casco non si può più????
    serve educazione (sò che è una brutta parola) e serve tempo
    ma se non si comincia a spiegare come ci si comporta per non pesare sulle spalle degli altri ( se hai il casco in testa perchè non lo allacci? ad esempio) e serve tempo per fare in modo che queste cose diventino normali, come lo è stato per "casco intesta e luci accese", Potrebbe essere "a destra non si passa e i limiti valgono anche per le 2 ruote" e poi ripeterlo fino all'ignoranza come ha fatto il barba????
  • HRC MrPink
    HRC MrPink, Milano (MI)

    Poco tempo fa ho avuto modo di parlare con le autorità francesi e mi hanno detto che i guanti per motociclisti sono diventati obbligatori con l'obiettivo di ridurre i costi sanitari per la chirurgia delle mani che è molto molto costosa.
Inserisci il tuo commento