Nico Cereghini: "E l’autostrada è una giungla"
Ciao a tutti! La settimana scorsa, quando segnalavo l’incoscienza del motociclista fotografato sull’autostrada in maglietta e pantaloncini, non mi aspettavo tanta partecipazione. E’ una bella cosa, si vede che l’argomento sicurezza è sentito, ma adesso ci torno sopra per precisare che la mia intenzione era espressa fin dal titolo: volevo semplicemente mettere in guardia chi potrebbe non essere consapevole dei rischi che corre; ma aggiungo che all’obbligatorietà dei capi tecnici proprio non ci pensavo, e non ci penso. Siamo in un Paese libero, come hanno scritto giustamente molti di voi, e di obblighi ne abbiamo già anche troppi.
Il casco e le luci sì, li raccomando in tivù fin dal 1985 perché sono convinto che ci vogliano assolutamente, e l’obbligo mi sta bene; ma tutto il resto no. Questa la mia filosofia. Da un po’ chiudo le mie prove indicando le protezioni e il paraschiena. Ma anche a me capita di prendere lo scooter al mare d’estate e di muovermi per qualche centinaio di metri sotto il solleone senza bardature, e non vorrei essere costretto a indossare la giacca tecnica per forza. L’importante, lo sottolineo ancora una volta, è essere consapevoli delle possibili conseguenze. Poi, ben informato dei dolori e dei fastidi che dovrei sopportare in caso di caduta, posso liberamente decidere come comportarmi. E’ questo, del resto, il senso delle campagne di sensibilizzazione e prevenzione che si fanno in qualche Paese estero e che ci vorrebbero assolutamente anche in Italia. Dove ancora si stenta a legarsi in auto con le cinture, a sistemare i bambini nei seggiolini, a non bere alcol quando ci si mette alla guida, a non smanettare sullo smartphone eccetera eccetera. Oltretutto, hai voglia di introdurre degli obblighi, quando non sei in grado di esercitare i controlli! Meglio convincere, dissuadere, incentivare.
Sabato ero in moto sull’A1 col caldo estivo, e ho affiancato tanti motociclisti che viaggiavano a braccia nude. Di solito sulle Harley e a bassa velocità. Ho dei veri amici tra loro, ognuno vive la moto come crede, personalmente li critico soltanto per il rumore: il pernicioso baccano di molti loro scarichi in città mi disturba esattamente come certi T-Max, ma se vogliono guidare col gilet di pelle (alcuni hanno la giacca arancione e nera) sono naturalmente liberi di farlo. Magari, aggiungo, sarebbe meglio che non stessero così vicini in formazione due a due - vi ho visto, eravate una ventina - perché la distrazione e un eventuale tamponamento sarebbero fatali, ma restano affari loro.
Affar mio (e di tutti), sabato scorso era invece la guida da delinquenti di molti automobilisti. Una station wagon con coppia e bambini, due falsi svizzeri col Suv, una vecchia auto pronta per il demolitore, un tedesco autentico e l’Espace targata Francia di una coppia anziana: tutti costoro, nonostante il gran traffico, allegramente oltre i limiti appena possibile, pressando l’auto davanti e zigzagando per farsi largo. Fretta, alcol, semplice incoscienza? Le pattuglie della Stradale sono poche, i Tutor sono spenti e chissà se torneranno davvero in funzione entro la fine di luglio. Nel frattempo invito tutti voi alla massima attenzione: evitate l’autostrada tutte le volte che potete, perché è tornata una giungla.
Un saluto a tutti
Dai, i motociclisti sono gli stessi che poi in molti altri frangenti usano l'auto e soprattutto sono italiani, quindi invece del culto del rispetto hanno quello del furbo.