Nico Cereghini: "Guidare senza limiti. Com’era"
Ciao a tutti! Salto sulla sedia mentre mi capita di leggere che il limite dei 130 all’ora in autostrada risale al settembre del 1989! Mi sembrava ieri: le discussioni interminabili dopo che il ministro Ferri aveva imposto la novità dei 110 nell’agosto 1988, la proposta dei 120 della media europea, la scelta finale della Camera per i 130 come voleva il ministro dei Lavoro Pubblici Prandini. Ma quel politico non lo ricordo. Ventotto settembre 1989, vedo che la legge era passata con 242 voti favorevoli e 165 contrari, i verdi Arcobaleno volevano i 130 nei giorni feriali e i 110 nei fine settimana, i comunisti i 120 all’ora tutti i giorni, tante parole anche allora per il solo piacere di discutere. Il tempo passa molto in fretta, faccio due conti e dico “cavoli, ma allora se uno ha meno di quarantacinque anni non ha mai guidato in autostrada senza i limiti di velocità! Chissà che fantasie si sarà fatto pensando a tutta quella libertà scippata…”. E allora ve lo dico subito: per conto mio non avete perso niente, per divertirsi un po’ in autostrada bisognerebbe andare a 250 all’ora e questo non è mai stato possibile per tanti motivi, tecnici e no.
Di quel periodo di velocità autostradale libera ho tanti ricordi, nessuno entusiasmante e numerosi brutti. Una volta eravamo sulla Milano-Torino, il Tanca il Gissi ed io, tutti e tre in fila per rilevare la velocità massima di tre mille sportive, e dietro un dosso troviamo una ruota sulla corsia di sorpasso. Non un copertone, proprio la ruota completa di un camion, perduta chissà come. Io scarto, il Tanketto la vede dopo e scarta all’ultimo, il Gissi passa per miracolo. Per il resto solo noia, sonno e noia, l’autostrada è sempre stata una condanna, più alta era la velocità e maggiore il rischio (tanti rischi) senza alcuna compensazione. E poi va detto che con i limiti e con i tutor oggi si viaggia tutti in relax e in sicurezza. Obiettivo raggiunto.
Rimpiango invece, se devo essere sincero, qualche sporadica sparatina sulle statali dove oggi siamo limitati ai 90. Su tante strade i novanta all’ora sono anche troppi (e infatti ti piazzano spesso il cartello dei 60) ma altrove sono davvero pochi. Non è che vorrei andare a 180, mi basterebbero 130 all’ora per divertirmi quelle due volte all’anno senza creare problemi a nessuno, ma è chiaro che il legislatore deve tirare delle medie e stabilire delle regole generali. E noi dobbiamo rispettarle.
Ecco, devo dirlo, qui i giovani motociclisti hanno perso davvero qualcosa. Guardo sul web i video del TT, le on-board dei piloti più rapidi e leggo tanto entusiasmo nei commenti. E’ roba forte, vero, ma il tracciato dell’isola a me sembra troppo veloce, inutilmente veloce e pericoloso. Sono molto più tecniche e adatte ai motociclisti le nostre strade appenniniche e alpine, e ho sempre capito –anche se non le ho mai fatte- le gare in salita di una volta. Andare forte sulle nostre strade è stata veramente una cosa speciale della mia gioventù, sarei un bugiardo se lo negassi. Si sappia che in nome della convivenza e della ragione noi motociclisti –quasi tutti, perché quelli che barano sono pochi- facciamo un grosso sacrificio che va sottolineato.
molte volte ho pensato di scrivere quando si è parlato di questo argomento, ma data la quantità di astio con cui leggevo commenti come: i limiti sono giusti, vanno rispettati, sono troppo alti, ecc. ho preferito evitare.
La discussione di oggi mi sembra più pacata, meno intransigente e meno IPOCRITA.
Ho quarant'anni e vado in moto da sempre, ricordo che mio padre mi portava in vespa (davanti non dietro) che ero molto piccolo 5/6 anni; ma in tutti questi anni non ho mai conosciuto un motociclista che rispettasse sempre i limiti, che fosse sempre ligio alle regole. Ho vissuto l'avvento e la diffusione dei sistemi di rilevamento elettronico di velocità, la loro diffusione e non ho dubbi, sono pensati solo per realizzare liquidità per le casse dei vari enti che li gestiscono. Sono oggetti stupidi non tengono conto del traffico delle condizioni meteo o della strada (foglie sabbia buche recenti) delle condizioni del mezzo e di chi lo guida.........e allora via con limiti imbecilli che possano "proteggere" tutti, con il risultato che comuni con bilanci in rosso a causa di politici ladri e incompetenti hanno risanato tutto dopo l'adozione di due o tre autovelox.
i rendo conto della necessità di controllo e limitazione di determinati comportamenti ma vorrei che questo venisse fatto da persone con buonsenso e capacità di valutazione non da stupide "macchinette", mi piacerebbe che i legislatori e i tutori dell'ordine avessero come fine ultimo il benessere e la felicità dei cittadini non recuperare fondi per coprire le loro mancanze; abbiamo un trattamento tipo terzo reich se un cittadino va a 71 Km/h ad Aulla in fondo alla Cisa vecchia e un comportamento tipo spaghetti e mandolino quando ad un politico regalano case a sua insaputa. Lasciateci godere la nostra passione e non rompete le .......................................