Nico Cereghini: “La guida dell’autobus con lo smartphone in mano”
Ciao a tutti! Sono stato molto colpito dall’incidente stradale di sabato scorso 7 dicembre a Milano: un filobus passa col rosso e finisce contro un camion, muore una passeggera catapultata fuori dal mezzo pubblico, e molti sono i feriti. Colpito personalmente per tanti motivi: l’incrocio è nella mia zona e ci passo spesso, per combinazione ero sul posto un’ora dopo lo scontro, e soprattutto perché ho perso una sorella, anni fa, in un incidente stradale analogo. Anche lei purtroppo espulsa da un bus in un frontale, in quel caso fuori città.
La dinamica di sabato è stata in gran parte chiarita, c’è un video di buona qualità: il mezzo pubblico ha bruciato il semaforo rosso a velocità sostenuta, dalla sua destra arrivava un camion dell’AMSA che aveva semaforo verde, l’urto è stato catastrofico e vi assicuro che poteva essere una strage. Su quella corsia preferenziale si spostano (legittimamente, a Milano) grandi quantità di moto e scooter, i pedoni che attraversano l’incrocio sono tanti anche il sabato. Per fortuna in quel momento era un deserto e nessun altro è rimasto coinvolto.
Naturalmente non è ancora stato stabilito come abbia fatto l’autista dell’ATM, l’azienda milanese dei trasporti, a ignorare il semaforo, che era rosso da tempo e nel video si vede bene. Potrebbe aver avuto un malore, non si può certo escludere, ma secondo voi? Gli inquirenti hanno sequestrato il suo smartphone e stanno analizzando i dati. La maggior causa di distrazione, ormai è chiaro, resta quella.
A Milano sono in giro con la moto quasi tutti i giorni. E da anni sono sempre più preoccupato. Si fa troppo poco per contrastare il fenomeno e la brutta abitudine ha contagiato anche i guidatori dei mezzi pubblici. Ho visto personalmente un tram passare col rosso, quella volta a bassa velocità e per fortuna senza urti, l’autista chino sul suo dispositivo. Gli ho lanciato un urlaccio e si è spaventato per primo. Vedo mezzi dell’AMSA (i camion verdi dei servizi ambientali) che viaggiano troppo forte e troppo vicino alle auto, i conducenti palesemente distratti. Non sono i soli, purtroppo, ormai è un tripudio di conversazioni, consultazioni, navigazioni e social: il dispositivo mobile è sempre più mobile, maledizione. Ma trovo che per un autista di un mezzo pubblico, che sta svolgendo un servizio e ha pure la responsabilità dei passeggeri, questa trasgressione sia assolutamente imperdonabile. Due anni fa a Milano un conducente di autobus ha investito e ucciso una ragazza sulle strisce pedonali: l’inchiesta ha stabilito che entrambi erano impegnati con il cellulare.
Aggiungo una nota. Una recente ricerca svolta da Inail e Istat mette in relazione – mi risulta per la prima volta - i “dati del volume di traffico telefonico mobile e gli incidenti stradali, accoppiandoli nel tempo e nello spazio ad alta risoluzione”. Lo studio ha trovato allarmanti associazioni tra il volume delle connessioni a internet e il rischio di incidente stradale, e questo vale anche per gli sms in ricezione. In conclusione, Inail afferma che il controllo sull’uso del cellulare durante la guida “potrebbe risultare un beneficio sulla salute pubblica e sulla sicurezza sul lavoro”. Potrebbe.
Personalmente, gli studi sull’utilizzo disinvolto dello smartphone alla guida dei veicoli li faccio da me e da tempo. Posso testimoniare che a Milano la situazione peggiora drammaticamente mese dopo mese. E nell’attesa che i produttori dei veicoli e quelli degli apparecchi trovino un accordo per inibire tecnicamente ogni dispositivo mobile mentre si guida, per quanto mi è possibile inibisco io: grido e gesticolo senza perdonare nessuno, prendendomi anche qualche rischio.
E a questo punto mi meraviglio che l’amministrazione cittadina non abbia ancora sguinzagliato ispettori destinati specificatamente alla stroncatura del fenomeno, che si diffonde tra gli autisti dei mezzi pubblici. Spero vivamente che il sindaco Sala, dopo questa tragedia e soprattutto se, come temiamo, sarà appurato che l’autista era distratto dal suo dispositivo, ci pensi seriamente.
senza alcun dubbio e' venuto il momento , forse gia' passato di fermare i cretini che parlano al telefono guidando o peggio ancora inviando messaggi.
Ho 64 anni e guido ancora la moto , abito a Roma e credimi e' una giungla, rischi sempre di essere urtato da fessi al telefono.
Mi chiedo semplicemente : ma le forze dell'ordine ( polizia di stato, carabinieri e polizia locale ) come li vediamo noi parlare al telefono , loro non li vedono ?
Basterebbero 10 motociclisti in borghese delle forze dell'ordine che girassero per i vari quartieri delle citta' e la cosa sarebbe risolta, con multe salete sequestro patente e del veicolo.
Scommettiamo che la gente non userebbe piu' il telefono alla guida.
Un lampeggio a tutti.
Daniele
La scusa delle liberta' personali,della privacy e boiate simili,sono diventate pretesto di disastri e morti.
In nome dell'io ,anche se si ammazzano gli altri,perche' non si HA LA TESTA,DI GESTIRE LA PROPRIA LIBERTA',si fanno le peggio cose.
Quindi serve controllo e punizione,se non si e' in grado di usare la materia grigia.
Un autista di mezzi pubblici ha una responsabilita' enorme.
Se non ne e' conscio,va' a zappare le bietole o raccogliere la frutta in campagna,SENZA guidare un trattore. Scala,secchio e pedalare.
Chi non ha testa,usa le gambe,dicevano gli anziani.
Oltremodo vorrei sapere perche' chi produce smartphone non ha ancora equipaggiato tali trappole digitali,di un dispositivo che appena rileva il movimento dell'apparecchio disattiva ogni funzione tranne il navigatore.
Tanto semplice quanto efficace.