L'editoriale di Nico

Nico Cereghini: “Suoniamo come a Napoli”

- Un ingegnere partenopeo, che oggi vive al nord, mi scrive per riflettere sull’uso del clacson, anche in città, come salvavita del motociclista. Ogni proposta è utile se può salvarci la pelle
Nico Cereghini: “Suoniamo come a Napoli”

Ciao a tutti! Torno sul tema di quindici giorni fa, pericoli della strada e troppi incidenti: l’occasione me la dà un lettore che ha una prospettiva originale e interessante sull’uso del clacson, di cui è – si può dire - uno specialista.

Perché Francesco, così si chiama, è un ingegnere motorista che oggi lavora in Emilia dopo aver vissuto anche a Milano, ma che proviene da Napoli.
"Nel caos urbano di Napoli – mi scrive - mio padre e i miei amici mi hanno insegnato fin da ragazzino che l’unico modo per sopravvivere era e resta quello di segnalare di continuo la mia posizione e il mio arrivo con un colpettino di clacson, come del resto fanno tutti”.

Al Nord, ha scoperto poi Francesco, è diverso: si tende a rispettare il codice della Strada, per il quale l’uso del clacson è consentito fuori dai centri abitati e soltanto per evitare incidenti. Perché è proprio così: nei centri abitati le segnalazioni acustiche sono espressamente vietate dall’articolo 156, “salvo i casi di effettivo e immediato pericolo” e le multe vanno da 41 a 168 euro. Insomma tra le mura cittadine del Nord, ha rilevato il lettore, si ricorre al clacson unicamente in condizioni di estremo pericolo oppure per rimproverare qualche indisciplinato utente della strada. Ed è così che viene vissuto da chi lo subisce: come un grido di rabbia. Allora, conclude Francesco, è molto meglio a Napoli.

Si ricorre al clacson in condizioni di estremo pericolo oppure per rimproverare qualche indisciplinato utente della strada. Ed è così che viene vissuto da chi lo subisce: come un grido di rabbia

Alla fine lui, come del resto faccio pure io e chissà quanti di noi, qualche breve colpetto di clacson lo dà comunque anche in città tutte le volte che intravvede un pericolo potenziale. E vorrebbe – ecco l’originalità - che si capisse che non sta suonando per rimproverare qualcuno o per arroganza, ma semplicemente perché tiene alla propria incolumità e anche a quella di quell’altro utente: proprio colui che ha iniziato una manovra che potrebbe portare a una caduta dalla moto o alla collisione. 

“Prima o poi - considera Francesco - un agente di Polizia locale vorrà multarmi; e io non aspetto altro per far valere le mie e le nostre ragioni, convinto come sono che per un motociclista sia di fondamentale importanza ricorrere a quel colpettino di clacson, magari anche in prossimità di un incrocio e con il verde a favore”.  

Il nostro ingegnere napoletano è fiducioso che, anche con l’aiuto del nostro sito, un giorno anche nel civilissimo nord Italia quel richiamo verrà interpretato non più soltanto come un disturbo, ma come un salvavita. E non so cosa ne pensiate voi, ma io non credo affatto che Francesco sia un ingenuo o uno sprovveduto: progetta dei gran bei motori da moto, tra i migliori. 

Editoriale 14-08-2018
  • balla barracuda
    balla barracuda, Modena (MO)

    Per me dover utilizzare un rumore molesto per farmi notare è sintomo di inciviltà e di non rispetto per gli altri, tant'è che c'è una legge che espressamente vieta l'uso del claxon nei centri abitati.
    Se per farci notare tutti abbiamo bisogno di fare rumore vuol dire che siamo tornati alla giungla di bingo bongo di celentano dove tutti urlano e nessuno ascolta. Risultato : gran rumore da tutte le parti e maggiore difficoltà di concentrazione alla guida. Mi chiedo se in quest'ottica i pedoni si dovrebbero munire di trombe da stadio per farsi notare mentre attraversano. Credo che limitare l'uso del claxon a situazioni di emergenza sia indice di civiltà.
  • spacecarletto
    spacecarletto, Brunico/Bruneck (BZ)

    Mai stato nessuno in India????
    li si suona sempre, addirittura sui veicoli lenti e pesanti sulla parte posteriore (cassone del camion) si puó leggere la scritta "Blow Horn, Deeper at night"...loro sono un miliardo e trecento milioni e in questo modo riescono ad avvisare della presenza, del sorpasso ecc...esiste proprio un codice della strada differente, che io conosco alquanto bene visti i miei cinque viaggi in moto in solitaria in India.
    Non é considerato da cafoni, come in Italia, che se suoni vieni appellato come "napoletano", sono necessitá, sopravvivenza.
    Abbiamo un codice della strada vagamente aggiornato che peró risale ai tempi nei quali viaggiavano pochissime automobili e pochissimo traffico pesante, magari una rivisitazione completa non sarebbe male....
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