Nico Cereghini: “Terrore e violenza sulle nostre strade”
Ciao a tutti! Ansia e terrore per ciò che è successo domenica in Valsusa e che probabilmente è accaduto nelle stesse ore anche in Romagna. Due ragazze sono morte, due ragazzi sono ricoverati in condizioni molto gravi: bilancio pesantissimo che diventa inaccettabile se i fatti sono quelli raccontati dalle cronache. In Romagna un automobilista ha speronato una moto e poi è scappato, e la dinamica non è stata ancora chiarita; in Valsusa un uomo violento e ubriaco, del tutto fuori controllo, ha inseguito e deliberatamente travolto i due motociclisti dopo un banale diverbio stradale sotto gli occhi di decine di testimoni. Una scena terribile che possiamo facilmente immaginare perché in qualche modo ci appartiene: il furgone nero che insegue la moto per uccidere, come nei nostri incubi peggiori. La KTM tenta di fuggire, il Transit non molla, supera le auto incolonnate nel traffico del rientro e ad alta velocità piomba sul suo obiettivo che ha dovuto rallentare. Potevamo esserci tutti noi, su quella moto.
Possiamo augurarci che l’automobilista, un cinquantenne di Nichelino che aveva a bordo pure la moglie e un figlio ragazzino, paghi molto duramente. Dai precedenti risulta una persona violenta e poi altro che omicidio stradale, qui sembra proprio trattarsi di un omicidio volontario. Ma vorrei cercare di andare oltre ai discorsi sulle pene. Come molti di voi lettori hanno già fatto notare nei commenti alla pubblicazione della prima notizia, di fronte a questi scoppi di violenza noi siamo indifesi. Siamo tra gli utenti cosiddetti “deboli”, viaggiamo su un mezzo che ci lascia completamente esposti ed ha un equilibrio instabile, e soprattutto siamo persone civili: che normalmente credono nella possibilità di convivere con il prossimo e non nella pura sopraffazione fisica. Purtroppo c’è anche gente -fa notare chapeau1442- che non ha niente da perdere, che magari entra ed esce dal carcere, pronto a ucciderti se ti scappa una parola di troppo.
Certe volte è molto difficile trattenersi di fronte alle prepotenze stradali. Vulnerabili come siamo, basta un cambio repentino di corsia o una mancata precedenza per agitarci, e quando la volontarietà di certi gesti ci sembra certa o probabile allora è per noi molto difficile incassare e tacere. Lo sappiamo bene, ogni motociclista avrebbe da raccontare numerosi episodi sull’argomento: dall’automobilista rancoroso che ti stringe in città per non farti passare nel traffico, a quello che non ti cede la corsia di sorpasso in autostrada mentre ti studia attraverso lo specchietto. Senza contare le “banali” disattenzioni come le precedenze mancate o le inversioni di marcia, potenzialmente catastrofiche e spesso chiuse da un’alzata di spalle o da un gestaccio.
Ebbene, non possiamo più permetterci una reazione. Meglio abbozzare e andare oltre, questa l’amara realtà: troppi rischi, la nostra è un’umanità rancorosa e ostile. Anche sulle due ruote, non soltanto sulle quattro. La scorsa settimana, vedendo uno scooterista maturo che trasportava una ragazzina alta e magra con i piedi sospesi nel vuoto e striscianti sull’asfalto nelle curve, ho pensato: che rischio, magari il papà ignora che la figlia tiene i piedi fuori dalle pedane. “Scusi se glielo dico….” Sono state le sole parole che ho potuto pronunciare prima di essere sommerso da una raffica di insulti. Chissà cosa ha capito, lo scooterista. Il caldo, oltre all’alcool e alle droghe, può peggiorare le cose. Mi raccomando dunque: state semplicemente lontani, lontanissimi, da certa gente.
Questo stava avvenendo, con un decreto quello delle "semplificazioni" voluto dal On.Bersani, era già pubblicato ma le Lobby delle autoscuole e dei medici certificatori itervenne in Consiglio dei Ministri e l'articolo fu cancellato.
Ora cosa fai a uno cosi'? Io lo so',c'e' sempre il centro accoglienza polacco....